domenica 14 ottobre 2012

Perchè non voterò alle primarie di Gianluca Nigro



(Nella Foto Mr Fiscal Compact con i progressisti)

Sono in tanti fra i nostri compagni a pensare che, seppur in un ottica non entusiasmante, le primarie costituiscono un elemento di scelta democratica. Credo sia una lettura figlia esclusivamente della pressione mediatica che in questi giorni si sta rendendo necessaria per distogliere l’opinione pubblica dalle scellerate scelte che sta compiendo il Governo Monti per adeguarsi alle esigenze della BCE controllata dalla Germania. Queste scelte non sono irreversibili e non sono espressione di un destino segnato. Politiche differenti sono possibili e ampiamente attuabili a patto che il paese riesca ad esprimere un bisogno di democrazia alto e sia in grado, con tutti gli strumenti del conflitto sociale democraticamente utilizzabili, di mandare a casa questo Governo ed agevolare le forze che esprimono l’alternativa all’ austerity imposta dalle banche e fatta pagare alla parte della popolazione che sta peggio.
Il candidato Renzi sostituisce il feticcio di Berlusconi per coprire l’esigenza di avere uno spauracchio contro cui scagliarsi. Peraltro nemmeno la destra ha sciolto il nodo del candidato Premier. In ogni caso è utile precisare che indicare il futuro Presidente del Consiglio, non è un vincolo di legge ma una prerogativa del Presidente della Repubblica, quindi, la scelta di indicare il candidato Premier è solo una scelta ideologica, ormai completamente assorbita dall’opinione pubblica e che ha avuto la funzione di orientare il corpo elettorale verso una cultura maggioritaria, utile a rafforzare il fenomeno della dittattura della minoranza.
Nella carta d’intenti approvata fra le forze che concorrono per le primarie e quindi per il Governo del paese si possono scorgere elementi programmatici che, proprio perchè vincolanti per tutti i candidati, costituiscono un programma minimo comune che, sui punti strategici, non aprono a nessun cambiamento e rafforzano, invece, gli orientamenti espressi da Monti e dalle posizioni neoliberiste presenti, purtroppo, anche a sinistra.
Nel non demonizzare chi partecipa a questo appuntamento non credo sia utile tacere sull’inganno politico che si nasconde dietro questa operazione: è una operazione di maquillage che si basa sul finto scontro fra candidati, ma non intacca gli orientamenti fondamentali.
Nella carta d’intenti si continuano a promuovere alcune analisi e approcci che si sono dimostrati sbagliati e fuorvianti:
Una crisi che affrontiamo con la zavorra di un debito pubblico da ridurre drasticamente e che richiederà scelte responsabili, di rigore e allo stesso tempo di enorme coraggio.(pag 5 della carta d’intenti)
L’utilizzo del tema del debito pubblico serve a sorreggere, ideologicamente, le politiche di austerity che rafforzano il ruolo delle banche e della BCE nel controllo delle politiche monetarie degli Stati. Tutti gli stati non europei a capitalismo avanzato – Stati Uniti, Giappone, Inghilterra hanno un debito pubblico molto grande e non subiscono la speculazione finanziaria che subiscono Italia, Grecia, Spagna ecc. Il nodo è la BCE non il debito pubblico..
Il nostro posto è in Europa. Lì dove Mario Monti ha avuto l’autorevolezza di riportarci dopo una decadenza che l’Italia non meritava.(pag 6 della carta d’intenti).
E’ evidente che su questo punto si riconosce un ruolo positivo al Governo Monti. Se questo va bene per il PD che è organico a questo governo, lo è molto meno per forze come SeL che vengono assorbite di fatto dentro la logica del Governo Monti. Sul piano comunicativo ci sono dei tentativi di indorare la pillola, come questa intervista di Gennaro Migliore nella quale si parla di spostare l’asse a sinistra http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2012/10/13/27143-disposti-a-governare-ma-il-pd-deve-rompere-con-lesperienza/ , ma la forza di un patto di coalizione e la sottoscrizione vincolante delle scelte strategiche di quella coalizione sono ,a mio avviso, molto più forti e politicamente rilevanti. Del resto il punto 4 dei principi regolmentari delle Primarie recita “ All’atto del deposito della candidatura, ciascun candidato/a alle primarie sottoscrive l’impegno a rispettarne l’esito, a collaborare pienamente e lealmente, in campagna elettorale e per tutto l’arco della legislatura, con il candidato premier scelto dalle primarie, ad attenersi ai contenuti della Carta d’intenti nella costruzione del profilo politico e programmatico del futuro governo.
Le primarie si svolgeranno domenica 25 novembre 2012. Al fine di individuare il candidato più rappresentativo e unificante alla Presidenza del Consiglio e di garantirgli la più fort legittimazione democratica, qualora nessun candidato raggiunga al primo turno il 50% più uno dei voti validamente espressi, si procederà a un turno di ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti. L’eventuale ballottaggio si svolgerà domenica 2 dicembre 2012.(articolo 1 dei principi regolamentari delle primarie) .Nella costruzione mediatica del percorso che porta alle primarie il tentativo di monopolizzare l’immaginario e renderlo quasi istituzionale, ricalcando il sistema elettorale per l’elezione dei sindaci, ha un duplice obiettivo: da un lato serve a blindare la candidatura di Bersani grazie al fatto che un maggior numero di candidati consente di non arrivare al 50% a nessuno dei candidati, specie se gli outsider sono espressione della rete di relazioni di Bersani che al secondo turno lo appoggiano di certo, dall’altro serve a far credere agli elettori che quella è una elezione vera che utilizza il sistema delle elezioni vere. In realtà è una elezione primaria che serve solo ed esclusivamente a scegliere un candidato Presidente del Consiglio dei Ministri, per altro fuori da ogni norma che lo preveda. Insomma si vuole far credere al paese che le primarie sono un elemento di partecipazione per scegliere. Solo che si sceglie una fra le tre persone che dovranno attuare lo stesso programma: quello dettato dalla BCE.
Sulla riforma dell’assetto istituzionale, siamo favorevoli a un sistema parlamentare semplificato e rafforzato, con un ruolo incisivo del governo e la tutela della funzione di equilibrio assegnata al Presidente della Repubblica. (pag 7 della carta d’intenti)
Seppur con un linguaggio ambiguo e non esplicito nel programma politico della carta d’intenti viene fuori un idea dell’assetto istituzionale di stampo maggioritario e presidenzialista che è lesatto contrario di cio che il paese avrebbe bisogno. Il maggioritario è il sistema che ha consentito i maggiori disastri di questo paese ed è il sistema elettorale funzionale al riprodursi della classe politica neoiberale. Esso svuota di ruolo e funzioni le assemblee elettive e rafforza i governi che rappresentando una esigua parte del paese decidono sulla stragrande maggioranza di esso. Il maggioritario non è solo un sistema elettorale ma un modo di intendere i rapporti di forza fra cittadini e istituzioni all’interno di uno stato. Quanto al ruolo del Presidente della Repubblica , dentro questo programma condiviso dai candidati alle primarie e dalle forze che appoggiano quello schieramento, si vuole istituzionalizzare la pratica iniziata da Napolitano di indicare gli orientamenti politici generali ed avere, all’occorrenza, un profilo decisionista e risolutivo che non tiene conto della volontà popolare. Il Governo Monti di fatto ha seguito questo iter.
assicurare il pieno sostegno, fino alla loro eventuale rinegoziazione, degli impegni internazionali già assunti dal nostro Paese o che dovranno esserlo in un prossimo futuro. (pag 13 della carta d’intenti). L’ultima parte della carta d’intenti definisce, senza rischio di confusione alcuna, l’impossibilità a metter mano alle politiche già attuate da Monti in nome e per conto dell’ Europa controllata dalla BCE. Questa dichiarazione, vincolante come tutto il resto della carta d’intenti, è l’abdicazione a svolgere qualunque ruolo politico che preveda un minimo di cambiamento per i prossimi 20 anni. Il fiscal compact, con i suoi 900 mld di euro di tagli in venti anni non sarà modificabile e quindi il ruolo della politica sarà completamente svuotato di contenuti e della possibilità di produrre un cambiamento vero.
La fase politica che stiamo attraversando è difficilissima e la strada è tutta in salita. Sono persuaso del fatto che l’unica strada praticabile è la costruzione di una alternativa possibile mettendo tutte le forze disponibili insieme. Il rischio che l’assetto istituzionale che i soggetti che oggi riproducono le politiche della BCE e di Monti – ( Monti, PD, SeL, UDC ecc) abbia come obiettivo principale il non ingresso in parlamento delle forze che rappresentano l’alternativa attraverso un sistema elettorale fatto “ad hoc”. Nonostante questo il cedimento ad elementi di mimesi costituirebbe la morte definitiva di una prospettiva di cambiamento possibile. Io non voto alle primarie perchè credo alla possibilità di una alternativa. Votare alle primarie e, quindi, poi appoggiare quello schieramento significa chiudere una possibilità di cambiamento. L’adesione al No monti day del 27 Ottobre e la riuscita della campagna referendaria sui temi del lavoro, delle pensioni e del reddito minimo costituiscono, su versanti differenti, due buoni strumenti di percorrere la strada del cambiamento almeno per iniziare. C’è tanto altro da costruire.
 Carta d’intenti
http://www.partitodemocratico.it/Allegati/carta-intenti-web.pdf
Principi regolamentari delle primarie
http://www.unita.it/polopoly_fs/1.454994.1350129840!/menu/standard/file/principi_regolamentari_pr

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