Nemico Pubblico è un libro curato dal comitato No Tav Spinta dal Bass. Raccoglie diversi contributi su uno dei più emblematici casi di “mostrificazione” mediatica degli ultimi anni, quello di Marco Bruno, il “ragazzo della Pecorella”. Ci siamo occupati di quella storia poco tempo fa, e infatti anche la nostra ricostruzione è inclusa nella raccolta, di fianco a testi di colleghi come Erri De Luca, Ascanio Celestini e Claudio Calia, nonché di svariat* attivist* No Tav.
Gli introiti del libro vanno interamente al fondo per le spese legali del movimento, che negli ultimi tempi sta subendo un giro di vite repressivo. Lo stesso Marco si è ritrovato al centro di una nuova vicenda farsesca, che il libro non ha fatto in tempo a “coprire”.
Gli introiti del libro vanno interamente al fondo per le spese legali del movimento, che negli ultimi tempi sta subendo un giro di vite repressivo. Lo stesso Marco si è ritrovato al centro di una nuova vicenda farsesca, che il libro non ha fatto in tempo a “coprire”.
Il giro di vite sembra farsi più rabbioso man mano che il demenziale progetto del TAV Torino-Lione perde pezzi e finanziamenti. Il “corridoio” Lisbona-Kiev a cui doveva agganciarsi non esiste più da tempo, e il tutto appare sempre più campato in aria. Eppure la repressione colpisce duro. Tanto che alcuni ipotizzano sia iniziata una “ritirata in stile Wehrmacht delle lobby SìTav”. Ritirata, perché molto probabilmente il TAV non si farà, ma ritirata violenta, che si lascerà dietro una scia di denunce, processi e anni di prigione. Ritorsione contro un movimento che ha capito l’assurdità del progetto con molti anni di anticipo e lo ha contrastato senza farsi mai intimidire, e al tempo stesso duro monito per chi lotterà domani e altrove.
In poco più di un mese – e nemmeno un mese qualsiasi: agosto! – Nemico Pubblico ha esaurito la prima tiratura di 1000 copie e adesso va in ristampa. Dato che non ha una vera e propria distribuzione in libreria, e viene venduto solo alle (sinora affollatissime) presentazioni o inviato a chi lo richiede per posta (basta scrivere a postmaster@spintadalbass.org), l’esito è stupefacente.
Ma il successo di vendite non è il solo risultato conseguito da questo libro: c’è anche l’evidente crisi di nervi di alcuni elementi di spicco del fronte Sì Tav e della nomenklatura. Chi ha seguito le polemiche di questi giorni ha potuto constatare che i libri (certi libri) possono ancora fare paura, persino in quest’Italia dove legge pochissima gente.
Per noi che due anni fa combattemmo sul fronte del cosiddetto #rogodilibri è stata solo una conferma, ma per altri è una vera scoperta.
Per noi che due anni fa combattemmo sul fronte del cosiddetto #rogodilibri è stata solo una conferma, ma per altri è una vera scoperta.
Nell’ordine: il 14 agosto Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la prefazione di Erri De Luca a Nemico Pubblico.
Ciò ha fortemente infastidito il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli.
Caselli è idolatrato da molti in virtù dei suoi trascorsi nell’Antimafia, ma tali trascorsi non raccontano tutta la sua storia, né dovrebbero schermarlo da qualsivoglia critica, come invece pensa qualcuno. Una delle tare che ereditiamo dalla lunga stagione del berlusconismo è proprio la visione acritica della magistratura e dei suoi “eroi”.
Nel caso specifico di Caselli: sul suo modo di intendere il proprio ruolo (anche sul palcoscenico dei media) e l’azione penale ci sarebbe molto da dire. Qualcosa scrisse a suo tempo il Luther Blissett Project nel saggio del 1999 Nemici dello Stato, ma senza andare troppo in là, si chieda ai valsusini cosa pensano dell’operato e dei sempre più frequenti proclami del settantaquattrenne capo procuratore, nonché della discrasia tra come egli descrive la valle (praticamente un “covo” di terroristi) e come la vive chi da oltre vent’anni è parte di un’eccezionale lotta di massa per scongiurare uno scempio ambientale, economico, sociale.
Ciò ha fortemente infastidito il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli.
Caselli è idolatrato da molti in virtù dei suoi trascorsi nell’Antimafia, ma tali trascorsi non raccontano tutta la sua storia, né dovrebbero schermarlo da qualsivoglia critica, come invece pensa qualcuno. Una delle tare che ereditiamo dalla lunga stagione del berlusconismo è proprio la visione acritica della magistratura e dei suoi “eroi”.
Nel caso specifico di Caselli: sul suo modo di intendere il proprio ruolo (anche sul palcoscenico dei media) e l’azione penale ci sarebbe molto da dire. Qualcosa scrisse a suo tempo il Luther Blissett Project nel saggio del 1999 Nemici dello Stato, ma senza andare troppo in là, si chieda ai valsusini cosa pensano dell’operato e dei sempre più frequenti proclami del settantaquattrenne capo procuratore, nonché della discrasia tra come egli descrive la valle (praticamente un “covo” di terroristi) e come la vive chi da oltre vent’anni è parte di un’eccezionale lotta di massa per scongiurare uno scempio ambientale, economico, sociale.
Lo diciamo ai disinformati: i No Tav ci sono dal 1989. Grazie a loro non s’è fatta l’ennesima inutile mostruosità di cui lamentarsi a giochi fatti. La loro resistenza ultraventennale ha permesso di vedere il bluff di un’opera velleitaria e obsoleta, che oggi in Europa nessuno vuole più (la stessa Francia non la ritiene prioritaria e l’ha appena rinviata alle calende greche).
Grazie ai No Tav che da oltre vent’anni tengono in scacco questa porcheria, la verità sta emergendo prima dell’irreparabile anziché dopo, come di solito accade in questo Paese di cattedrali nel deserto.
Ergo, i No Tav sono eroi civili.
Ma torniamo alle conseguenze di Nemico Pubblico.
Grazie ai No Tav che da oltre vent’anni tengono in scacco questa porcheria, la verità sta emergendo prima dell’irreparabile anziché dopo, come di solito accade in questo Paese di cattedrali nel deserto.
Ergo, i No Tav sono eroi civili.
Ma torniamo alle conseguenze di Nemico Pubblico.
Dapprima Caselli si è lamentato della prefazione di De Luca in una lettera al giornale, poi ha rilasciato un’intervista in cui agitava per l’ennesima volta lo spauracchio del terrorismo e lanciava obliqui avvertimenti agli intellettuali “cattivi”. Si riferiva non solo a De Luca, ma anche a Gianni Vattimo, filosofo recentemente “attenzionato” dalla procura per le sue simpatie No Tav. Quando De Luca gli ha risposto (“Caselli esagera”), alcune sue affermazioni sulla necessità di sabotare il TAV hanno fatto inalberare la società LTF (Lione-Torino Ferroviaria), che ha annunciato un’azione legale ai danni dello scrittore. A quel punto, il vicepresidente pidiellino del COPASIR (il comitato di controllo sui servizi segreti) ha proposto il boicottaggio dei libri di De Luca.
Noi, com’è ovvio, stiamo con De Luca. Quello che ha detto e scritto lui sul TAV lo pensiamo e lo abbiamo più volte detto e scritto anche noi.
Ad ogni modo, niente male per un libretto autoprodotto! Perché non lo ordinate anche voi? Ribadiamo: basta scrivere a postmaster@spintadalbass.org. Costa solo 10 euro, e aiuterete gli imputati No Tav.
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