Il
Governo propone una legge per costruire in barba alle tutele
Una
disposizione del disegno di legge sulle Semplificazioni bis, aggira,
cancellando de facto, il sistema della tutela e dei vincoli
ambientali, paesaggistici e monumentali. Se un Comune o una
Soprintendenza non rispondono entro 45 giorni alla richiesta di
costruire in area protetta, la licenza è data. Gli uffici,
notoriamente, non sono
attrezzati per rapide valutazioni...
di Roberto Schena
ROMA - Poter costruire liberamente sulle aree
vincolate per la bellezza del paesaggio. Rovinarlo a vantaggio
dell’interesse di pochi. Un sogno dei cattivi costruttori, il
businnes è enorme. L’operazione che non riusciva ai Governi
precedenti, sommerso dalle proteste, sta passando con Mario Monti. Lo
rileva il Touring Club Italiano, che esprime seria preoccupazione per
l’articolo 12 del nuovo micidiale Disegno di legge sulle
Semplificazioni bis, che prevede l’introduzione del semplice
silenzio assenso per le autorizzazioni a costruire in aree sottoposte
a vincoli ambientali e paesaggistici.
In sostanza, le
amministrazioni comunalie le Soprintendenze che “dimenticassero”
(per non dire di peggio) di rispondere alle richieste di costruzione
edilizia, entro un periodo di 45 giorni, o non avessero gli strumenti
per seguire in tempo le pratiche edilizie, sono votate alla
devastazione del territorio. Sembra pazzesco, ma riguarda qualche
migliaio di Comuni, l’intero territorio nazionale è
coinvolto.
PATRIMONIO A DISPOSIZIONE DEGLI
SPECULATORI - «Mettere a repentaglio il nostro inestimabile
patrimonio – afferma Franco Iseppi, presidente del Touring Club
Italiano – attraverso l’introduzione del silenzio assenso per le
autorizzazioni a costruire anche laddove sono presenti vincoli
ambientali e paesaggistici, è una decisione pericolosa e poco
lungimirante. I beni paesaggistici e culturali del nostro paese sono
già duramente provati dal logoramento del tempo e dalla scarsa
tutela e valorizzazione frutto di politiche del passato poco
attente».
Il Touring – continua Iseppi – chiede al Governo
«di rivedere questo articolo del disegno di legge». Auspicabile,
piuttosto, che tra i 50 punti proposti dal ministro Gnudi «nel Piano
del Turismo siano previste norme che rafforzino la tutela e la
valorizzazione di quelle aree vincolate che grazie alla loro bellezza
e alla loro storia costituiscono un forte attrattore turistico e, di
conseguenza, un motore per la nostra economia».
«Come comunità
di viaggiatori – conclude Iseppi – il TCI è invcece
favorevolmente colpito dalle proposte presentate dal ministro Gnudi
nell’anticipazione del Piano del Turismo che sarà presentato nei
prossimi mesi».
UFFICI NON ATTREZZATI - Gli
ambientalisti spiegano che «facendo valere in caso di inerzia il
silenzio assenso significa di fatto cancellare il sistema delle
tutele. In questi anni – afferma Filiberto Zaratti, Consigliere di
Sel alla Regione Lazio – gli Enti parco e gli uffici amministrativi
tutelari dei vincoli sono stati ridotti ai minimi termini, anche a
seguito dei tagli lineari alle amministrazioni locali con drammatiche
riduzioni di personale e competenze – aggiunge Zaratti – Le
difficoltà con le quali questi Enti operano, non consente già oggi
il pronunciamento di merito entro i 45 giorni. Di fatto viene
derubricata a semplificazione amministrativa una procedura che
cancella il sistema della tutela e dei vincoli ambientali e
paesaggistici, producendo un attacco al sistema delle aree naturali
protette dell’intero Paese».
GOVERNO CON ARGOMENTI SOTTILI
E CAVILLOSI - Il ministro interessato, però non è d’accordo. Il
ministro della P.a. Filippo Patroni Griffi, intervenuto all’assemblea
nazionale dei Comuni italiani a Bologna, riferendosi al provvedimento
sulle semplificazioni, ha detto: «Non è esatto quello che sto
leggendo secondo cui ci sarebbe un’attenuazione delle tutele
ambientali e l’introduzione del silenzio-assenso per la costruzione
nelle aree vincolate. È stato solo ribadito il principio di
elementare civiltà giuridica che alle domande dei cittadini si
risponde, positivamente o negativamente, a seconda di quello che le
norme consentono».
Il ministero dei Beni culturali, guidato
da Lorenzo Ornaghi, getta acqua sul fuoco e parla anzi di «tutela
rafforzata», così come fa anche il collega dell’ambiente Corrado
Clini. «Una vera e propria follia che rischia di portare a un nuovo
sacco del patrimonio culturale italiano», denuncia invece il
presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
ABOLIZIONE
DE FACTO DELLE SOPRINTENDENZE - Vittorio Emiliani, presidente del
Comitato per la Bellezza, firma una lettera appello insieme con altri
grandi nomi della cultura, dall’architetto Vezio de Lucia ai
consiglieri di Italia Nostra Nicola Caracciolo ed Ebe Giacometti. Il
problema, nota Emiliani, riguarda le costruzioni e le autorizzazioni
paesaggistiche, per le quali verrebbero obbligate le soprintendenze a
dare una risposta al cittadino, pena, anche in questo caso, lo
scattare del silenzio-assenso. Vista la situazione delle
soprintendenze, sempre più svuotate di personale, denuncia il
Comitato di Emiliani puntando il dito anche sul ministro Lorenzo
Ornaghi e sul sottosegretario Roberto Cecchi («non potevano non
sapere») questo «significa dare in pratica via libera a tutte le
domande di concessione edilizia, alle lottizzazioni, ai nuovi
insediamenti industriali anche all’interno di aree
vincolate».
STIAMO TUTELANDO IL CITTADINO - Dal ministero dei
beni culturali, però, come se non sapessero che le amministrazioni
non sono preparate, smentiscono con decisione questa interpretazione
delle norme e rassicurano: nel ddl, sostengono, «non c’è nessuna
diminuzione del livello di tutela del paesaggio e dei beni culturali,
che anzi viene rafforzata» perché la nuova norma, «ha solo
ribadito il diritto del cittadino ad avere in ogni caso una risposta
espressa e motivata (negativa o positiva) sulla propria domanda di
permesso di costruire o sulle altre istanze che presenti
all’amministrazione». La stessa cosa viene sottolineata del resto
nella scheda pubblicata nel sito del ministero della Funzione
Pubblica, secondo cui all’eliminazione del silenzio-rifiuto
attualmente in vigore corrisponde l’introduzione dell’obbligo da
parte dell’amministrazione di rispondere comunque al
cittadino.
Anche Clini è certo e ricorre ad argomenti
sottilissimi: in materia edilizia – dice – «non c’è nessun
condono, nessuno sconto, nessun attacco all’ambiente, nessuna porta
aperta alla speculazione sui territori protetti e di pregio. Il
governo ha confermato un principio del diritto e ha risolto una
distorsione».
Resta che per le autorizzazioni paesaggistiche, le
soprintendenze vedono ridotto a 45 giorni il tempo per esprimere il
loro parere: ma con gli organici ridotti all’osso – domanda
Emiliani, «non e’ forse lunare?». L’impressione, conclude, «è
che si voglia smontare e rottamare il ministero dei beni culturali».
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