domenica 1 settembre 2013

Ilva, il "male oscuro". Peacelink trova i dati: quasi 9.000 segnati dal cancro




E' bastato cliccare sul numero di utenti identificati con un codice considerato 'maledetto' in campo sanitario, lo '048' (che da' diritto all'esenzione dal ticket), ed e' scaturita la cifra preoccupante: sono poco meno di novemila, per l'esattezza 8.916, i residenti nella citta' di Taranto malati di cancro. Il dato e' stato diffuso dall'associazione ambientalista Peacelink dopo che un'associazione senza fini di lucro, 'Puglia internazionale', che si occupa da un decennio di promozione sociale, avendo rilevato nel suo lavoro numerose situazioni famigliari che coinvolgevano persone malate di cancro, ha chiesto e ottenuto dalla Asl ionica la cifra dei tarantini che risultano aver contratto un tumore. I dati diventano molto piu' preoccupanti se si analizzano quelli del distretto sanitario 3, che comprende i quartieri piu' vicini all'Ilva e all'area industriale, ovvero Tamburi, Paolo VI, Citta' vecchia e parte del Borgo. Qui, su 78mila abitanti, in 4.328 hanno contratto il cancro, cioe' un abitante su 18. In pratica, sostiene Peacelink, e' come se tra 20 persone riunite in una stanza ai Tamburi almeno una avesse un tumore. Quanto influiscano su queste cifre le emissioni dall'area industriale, sottolinea l'associazione ambientalista, e' testimoniato dal fatto che nel restanti quartieri della citta', quelli piu' lontani dalle industrie, c'e' un malato di cancro ogni 26 abitanti. Ad esempio, nel distretto sanitario 4 i malati di tumore sono 4.588 rispetto ad una popolazione di 120mila unita'. Senza contare tutti coloro che potrebbero avere un tumore in formazione non ancora diagnosticato.
"Bastava poco al sindaco avere i dati"
Con questi dati in mano, diffusi anche sul suo profilo Facebook, il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti, attacca innanzitutto il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. ''E' un medico - scrive - avrebbe potuto compiere questa ricerca. Perche' non lo ha fatto?''. Poi rivolge un appello all'Ordine dei medici affinche' approfondisca quei dati per ottenere dati istantanei sulle malattie gravi, le diagnosi e i ricoveri e avere un quadro aggiornato della situazione quartiere per quartiere. La denuncia di Peacelink arriva alla vigilia del primo incontro ufficiale che il commissario straordinario dell'Ilva, Enrico Bondi, avra' domani a Roma con i sindacati nazionali e locai di categoria. Il Siderurgico tarantino e' il primo e piu' pesantemente indiziato per l'inquinamento cittadino, come rilevato nelle perizie depositate nell'ambito dell'inchiesta-madre per disastro ambientale che la Procura di Taranto si avvia a concludere. Dati che nei mesi scorsi lo stesso Bondi aveva indirettamente 'contestato' con una sorta di controperizia, il cui incarico era stato affidato dall'ex presidente dell'Ilva Bruno Ferrante. Chissa' se domani anche quelle cifre peseranno nel dialogo tra azienda e parti sociali.
Bondi parlerà "a grandi linee" del piano industriale
Nel primo incontro con i sindacati metalmeccanici di domattina a Roma, il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, non presenterà il piano industriale perche' ancora non è pronto, sembra, ma spieghera comunque a grandi linee come intende gestire l'azienda, quali sono le sue priorit¡, come sta andando il mercato. Dall'insediamento (4 giugno, col decreto 61 poi convertito nella legge 89 del 3 agosto) a oggi, Bondi - che e' affiancato anche dal sub commissario Edo Ronchi nominato dal ministero dell'Ambiente - si e' concentrato soprattutto su due fronti: riorganizzazione dell'Ilva, travolta da una pesante inchiesta giudiziaria per disastro ambientale scoppiata a fine luglio 2012, e attuazione dell'Autorizzazione integrata ambientale. Quest'ultima contiene una serie di prescrizioni finalizzate a ridurre l'inquinamento di parchi minerali, cokerie, altiforni e acciaierie. Bondi e' stato nominato commissario proprio perche' l'Ilva gestita dalla famiglia Riva - che resta comunque proprietaria - non ha attuato, secondo i tempi fissati, tutto cio' che l'Aia obbligava a fare. E cosi' tra le prime iniziative assunte dal commissario ci sono state sia un'accelerazione dei lavori agli impianti (l'azienda ha dichiarato di aver speso a met¡ luglio met¡ dell'impegno 2013), sia la costituzione di un dipartimento tecnico ad hoc, con 30 ingegneri, alla cui guida Bondi ha chiamato Erder Mingoli, ex manager Lucchini. Ma i primi tre mesi di Bondi commissario (in precedenza, per un mese e mezzo, e' stato ad dell'Ilva nominato dai Riva) non sono stati privi di scontri.
"O tarantini fumano troppe sigarette"
A metà luglio, infatti, il commissario ha contestato a Regione Puglia ed Arpa Puglia i criteri con cui avevano definito per l'Ilva di Taranto la Valutazione di danno sanitario (Vds) prevista da una legge regionale di luglio 2012. In quell'occasione Bondi invio' a Regione ed Arpa una perizia Ilva in cui si spiegava che l'eccesso di tumori e gravi patologie accertate a Taranto negli ultimi anni dall'Istituto superiore di sanit¡ erano dovute all'elevato consumo di sigarette da parte della popolazione e al fatto che molti tarantini avessero lavorato tra Arsenale della Marina e Cantieri navali venendo cosi' a contatto con l'amianto, e non all'inquinamento del siderurgico. Travolto dalle polemiche e con ripetute richieste di dimissioni (dal sindaco di Taranto al presidente della Regione Puglia), Bondi si affretto' a chiarire - anche al ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando - che quello studio Ilva era antecedente il suo arrivo da commissario e che il risanamento della fabbrica era una priorit¡. Pian piano le polemiche sono poi rientrate, ma il livello di attenzione sul tema Ilva e' rimasto comunque molto elevato. Prova ne sono la contrastata approvazione in Senato del decreto legge sul commissariamento dell'azienda (l'1 agosto l'assemblea l'ha votato senza modifiche cosi' come era giunto dalla Camera sia per evitare di farlo decadere, sia per evitare l'ostruzionismo di Cinque Stelle), sia il fatto che lunedi scorso con un nuovo decreto inserito nel pacchetto della Pa, il Governo abbia autorizzato due discariche nell'Ilva per i rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Anche in questo caso sono scoppiate molte polemiche, anche se poi il ministro Orlando ha chiarito alla Regione Puglia che la scelta del decreto legge e' dettata solo da una questione di tempi: con l'avanzamento dei lavori dell'Aia, c'e' infatti bisogno di siti idonei dove trasportare i rifiuti industriali prodotti dalla bonifica del siderurgico.

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