Dopo l’ultima prodezza di Grillo, l’apertura a Casa Pound, mi ero
chiesto se anche questa volta i suoi acritici seguaci avrebbero trovato
il modo di giustificarlo Risposta: naturalmente, immancabilmente, sì.
Dopo
l’ultima prodezza di Grillo, l’apertura a Casa Pound, mi ero chiesto se
anche questa volta i suoi acritici seguaci avrebbero trovato il modo di
giustificarlo Risposta: naturalmente, immancabilmente, sì.
Seguendo la linea dettata dallo stesso Grillo e puntualmente replicata
dai sostenitori, si è detto che non è affatto vero che Grillo è disposto
ad aprire all’estrema destra neofascista, e chi l’ha sostenuto è un
pennivendolo, un servo del sistema; semplicemente, il M5S è un movimento
“ecumenico”. Insomma il solito complotto dei media asserviti che
dispiegano tutto il loro apparato per mettere Grillo in cattiva luce.
E poi, immancabilmente, c’è il “contesto“. A dar retta a molti
appartenenti al movimento, parrebbe che il contesto abbia proprietà
vicine al miracoloso. Ogni volta che Grillo dice una enormità, sono
pronti a giurare che le sue affermazioni sono state “arbitrariamente
estratte dal contesto”. Supponiamo quindi che, una volta che sia stata
restituita al suo giusto contesto, l’enormità di turno dovrebbe
trasformarsi in una perla di illuminata saggezza.
Eppure sembra proprio difficile trovare un contesto atto a far suonare le ultime dichiarazioni rese da Grillo meno che infami. Alla domanda rivoltagli da militanti di Casa Pound “Vorremmo sapere se sei antifascista” ha risposto nettamente: «Questo è un problema che non mi compete. Il nostro è un movimento ecumenico. Se un ragazzo di Casa Pound volesse entrare nel Movimento 5 stelle e avesse i requisiti per farlo, ci entra. Più o meno avete delle idee che sono condivisibili, alcune meno alcune di più. Questa è la democrazia».
Eppure sembra proprio difficile trovare un contesto atto a far suonare le ultime dichiarazioni rese da Grillo meno che infami. Alla domanda rivoltagli da militanti di Casa Pound “Vorremmo sapere se sei antifascista” ha risposto nettamente: «Questo è un problema che non mi compete. Il nostro è un movimento ecumenico. Se un ragazzo di Casa Pound volesse entrare nel Movimento 5 stelle e avesse i requisiti per farlo, ci entra. Più o meno avete delle idee che sono condivisibili, alcune meno alcune di più. Questa è la democrazia».
È, questo, uno degli immancabili ritornelli del movimento.
Conterebbero le idee, indipendentemente dall’ideologia. Peccato, però,
che coloro i quali ci si dichiara pronti ad accogliere, alle idee preferiscono da sempre sostituire i bastoni.
E fanno questo in base ad una ideologia! Ma proprio qui sta una delle
false premesse del movimento: esistono forse, in ambito politico, “idee”
senza una “ideologia”, cioè senza un orizzonte politico?
Sono ormai innumerevoli, comunque, le affermazioni di Grillo che i
media hanno “estratto dal loro contesto”, facendole apparire, supponiamo
molto ingiustamente, di volta in volta dozzinali, demagogiche,
razziste, antidemocratiche, antimeridionaliste ecc. ecc. Gioverà un
rapido ripassino di alcune “perle”. Corredato, appunto, da alcuni
esercizi di contestualizzazione!
Per non far torto proprio a chi, molto
giustamente, sottolinea la necessità di una sana esegesi testuale.
- L’antifascismo “è un problema che non mi compete, il nostro è un movimento ecumenico (…) Questa è la democrazia” 11 gennaio 2013
Esercizio di contestualizzazione: verificare se l’antifascismo non sia per caso un principio costituente, e dunque la democrazia, per essere tale, ne presupponga la stretta osservanza e salvaguardia.
Esercizio di contestualizzazione: verificare se l’antifascismo non sia per caso un principio costituente, e dunque la democrazia, per essere tale, ne presupponga la stretta osservanza e salvaguardia.
- “Vecchia puttana” nel 2001 a Rita Levi Montalcini,
insinuando che la scienziata torinese avesse ottenuto il Nobel grazie a
una ditta farmaceutica che materialmente le aveva comprato il premio
Esercizio di contestualizzazione: verificare se esiste un qualunque contesto nel quale “vecchia puttana” significhi qualcosa di diverso da “vecchia puttana”.
Esercizio di contestualizzazione: verificare se esiste un qualunque contesto nel quale “vecchia puttana” significhi qualcosa di diverso da “vecchia puttana”.
- «Un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi
causati da decine di migliaia di rom della Romania che arrivano in
Italia. E’ un vulcano, una bomba a tempo. Va disinnescata. Un governo
che non garantisce la sicurezza dei suoi cittadini a cosa serve, cosa
governa? Chi paga per questa insicurezza sono i più deboli, gli anziani,
chi vive nelle periferie, nelle case popolari. Una volta i confini
della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati». (2007)
Esercizio di contestualizzazione: Verificare se, per caso, un militante leghista non sottoscriverebbe dall’inizio alla fine. Operare deduzioni sull’orientamento di Grillo in materia di inclusione, immigrazione, diritti. E poi, il richiamo ai “confini della Patria…”!
Esercizio di contestualizzazione: Verificare se, per caso, un militante leghista non sottoscriverebbe dall’inizio alla fine. Operare deduzioni sull’orientamento di Grillo in materia di inclusione, immigrazione, diritti. E poi, il richiamo ai “confini della Patria…”!
- «Il Movimento Cinque Stelle è arrivato molto poco dalla
Calabria. Abbiamo sempre riscontrato difficoltà a fare rete al Sud, al
contrario di quello che invece avviene nelle regioni del Nord. Da cosa
dipenderà? Forse è questione di carattere, ma può anche darsi che là
siete più abituati al voto di scambio» (2011)
Esercizio di contestualizzazione: può essere svolto insieme al precedente. Nell’insieme, i due esercizi permettono di verificare se, per caso (per caso, eh?), Grillo non abbia delle curvature xenofobe (ulteriori spunti per la contestualizzazione: il non-statuto di questo non-partito non consente l’iscrizione ai cittadini stranieri, nemmeno la Lega Nord si è mai spinta così lontano) ed antimeridionaliste.
Esercizio di contestualizzazione: può essere svolto insieme al precedente. Nell’insieme, i due esercizi permettono di verificare se, per caso (per caso, eh?), Grillo non abbia delle curvature xenofobe (ulteriori spunti per la contestualizzazione: il non-statuto di questo non-partito non consente l’iscrizione ai cittadini stranieri, nemmeno la Lega Nord si è mai spinta così lontano) ed antimeridionaliste.
- “Vendola è un buco senza ciambella” 2 marzo 2011, comizio a Bologna, salutando Vendola, a chiusura dello stesso comizio, con le parole “At salut, buson!” che in dialetto bolognese significa né più ne meno che “Ti saluto, culattone!”
Esercizio di contestualizzazione: Trovare un qualunque contesto nel quale tali appellativi non siano triviali ed omofobi.
Esercizio di contestualizzazione: Trovare un qualunque contesto nel quale tali appellativi non siano triviali ed omofobi.
- “La mafia,non strangola le vittime ma chiede solo il pizzo” 30 aprile 2012
Esercizio di contestualizzazione: Verificare se, per caso, la mafia abbia ucciso giudici, rappresentati delle forze dell’ordine, bambini sciolti nell’acido… E, dopo aver ritrovato il senso della realtà, andare da Grillo, e dirgli di vergognarsi.
Esercizio di contestualizzazione: Verificare se, per caso, la mafia abbia ucciso giudici, rappresentati delle forze dell’ordine, bambini sciolti nell’acido… E, dopo aver ritrovato il senso della realtà, andare da Grillo, e dirgli di vergognarsi.
Eccetera.
Ora, che i media mainstream con il M5S non siano mai stati teneri è
evidente. Ma questa evidenza non confligge con il fatto che il
“pensiero” di Grillo, e quindi alla base del grillismo, abbia venature
palesemente xenofobe, forcaiole, antidemocratiche. A ciò si può
aggiungere l’estremo disordine concettuale con il quale il
comico-blogger cerca di far proprie le elaborazioni messegli a
disposizione dal lavoro incessante della Casaleggio Associati, senza
alcun tentativo reale di coerenza in effetti, ma semplicemente
confidando che nel grande contenitore indifferenziato della protesta
antisistema tutto faccia brodo.
Non che io creda che tutti i militanti e simpatizzanti del movimento
siano così. Certo in molti casi la cultura politica non abbonda ma non
mi sento di dire che questa sia la regola. Sono ancora convinto che
molti militanti del movimento siano migliori di Grillo. Allora rimane da
spiegare perché prese di distanza da dichiarazioni che dovrebbero
suonare impronunciabili siano così rare e la mia spiegazione sta nella
completa dipendenza psicologica di un intero movimento dal suo guru,
visto come il messia, come l’unico salvatore dai mali della
partitocrazia e della seconda repubblica (altro che movimento non
ideologico; e con queste premesse il M5S non è certamente il luogo di un
qualsiasi pensiero critico!).
Questo stato di dipendenza impedisce ai
suoi adepti di prendere le distanze anche di fronte alle più atroci e
grossolane enormità dell’aspirante dittatorello, arrivando anzi
puntualmente a giustificarle, sempre pronti a dire che è stato
frainteso, che in malafede sono state estratte frasi dal contesto ecc.
(ma di grazia, cos’altro dovrebbe dire, esattamente?). Del resto è
inevitabile che sia così: poiché, in fondo, ci si rende conto che quelle
dichiarazioni sono impronunciabili, ma non si è capaci di spezzare il
legame di attesa salvifica che unisce gli adepti al loro messia, non
resta che il salto mortale di negare che quelle dichiarazioni siano mai
state pronunciate. Cosa del resto non semplice perché collide con
l’evidenza. Ecco, allora, che viene in soccorso la teoria del complotto
mediatico, del puntuale e deliberato travisamento di ogni e qualsiasi
affermazione di Grillo.
Il collante che lega il comico genovese ai suoi seguaci è tutto in
questa promessa iniziale (ed iniziatica) inscritta nel movimento, di una
palingenesi che si bagna nell’utopia post-democratica della democrazia
diretta senza i partiti, di un azzeramento totale, di un abbattimento
radicale del sistema. Non è certamente ora, per chi da principio ha
fatto sua questa promessa, che il legame può essere spezzato, a dispetto
di ogni evidenza e di ogni dichiarazione. Non ora che quelle promessa
ha la possibilità di misurarsi, per la prima volta in modo così
significativo, con la prova dei fatti, cioè non a meno di un mese dalle
elezioni generali! In questo torno di tempo che ancora ci separa dalle
consultazioni, dunque, possiamo essere certi che sentiremo ancora altre
pillole di qualunquismo, cinismo, giacobinismo instillate in quei media
che sicuramente non lo amano, ma dei cui meccanismi Grillo ha precisa
nozione; e digerite senza apparente difficoltà dai suoi sostenitori,
pronti a ricorrere al collaudato (e poco male se alquanto ridicolo)
dispositivo di giustificazione del fraintendimento e del complotto. Si
tratta, in realtà, della specifica quota di cattiva fede accettata come
contropartita dell’intero pacchetto, che contiene l’irrinunciabile
promessa salvifica. Molti militanti sono migliori di Grillo ma
certamente non brillano per senso critico, perché questo è escluso dalla
premesse (reali) del movimento.
C’è poi, naturalmente, la seduzione dell’Uomo Qualunque, marchio di
fabbrica garantito di ogni populismo. Un buon politico, in estrema
sintesi, dovrebbe possedere due qualità: competenza e spirito di
servizio. Ora, è perfettamente vero che il collasso della Seconda
Repubblica si spiega largamente con il prevalere dell’interesse
personale in politica, e dunque con il venire meno, e anzi con un
diffuso disprezzo della seconda caratteristica (lo spirito di servizio);
ma la via per un’alternativa non può essere certamente quella di far
cadere programmaticamente anche la prima (le competenze).
Un’ultima questione, che secondo me è la principale falsa premessa di
tutto il movimento e che, al di là delle buone intenzioni di qualcuno e
della scarsa cultura politica di molti altri, ne segna in modo decisivo
l’orizzonte. Mi riferisco a questa storia del “né destra né sinistra” e
più in generale l’idea che la distinzione tra Destra e Sinistra non
avrebbe più senso, che sarebbe superata. In nome delle idee , come
sappiamo. Come se esistessero idee decontestualizzate (ora sì, che ci
vuole!) dal loro più ampio orizzonte programmatico e politico. Non è
certamente la prima volta che viene asserito il preteso superamento
delle distinzioni ideologiche. Si tratta di una colossale bufala.
Colossale e populista da parte di chi la propugna; colossale, ingenua e
populista da parte chi tranquillamente se la lascia somministrare.
Ovunque sia stata avanzata, l’idea che la distinzione tra Destra e
Sinistra sarebbe superata è stata organica a disegni di destra. Mi pare,
per altro, che ciò sia avvenuto essenzialmente in due modi: o nella
forma di svolte autoritarie; oppure nella forma di un generale assenso
alla globalizzazione tardocapitalistica con accentuati tratti
neoliberisti che è largamente responsabile della crisi attuale. Con
riguardo a questa seconda forma, tra i suoi alfieri Tony Blair ha più
volte sostenuto che la distinzione tra destra e sinistra è superata.
Salvo poi essere un alleato di ferro e tassello strategico della
deleteria stagione del bushismo.
Lungi dall’essere superata, né in linea di principio superabile, la
distinzione tra Destra e Sinistra, come Bobbio ci ha insegnato, è
centrale nella politica, ed è ineludibile; dopo di che esistono buoni o
cattivi progetti, buone o cattive prassi, ma questo nulla toglie alla
centralità della distinzione. Da ciò consegue anche non si è di Destra o
di Sinistra solo, semplicemente, per quello che si dichiara o si dice,
ma per come si è, si sente e si agisce, per il generale orizzonte di
senso che un progetto definisce.
Per le sue caratteristiche complessive, il M5S si colloca senz’altro, e ne sono convinto da tempo, all’estrema destra dell’arco politico-ideologico (right-authoritarian, per dirla all’anglosassone). L’apertura a Casa Pound mi sorprende dunque assai poco. È un’azione attesa, dimostra che per qualche voto in più Grillo è prontissimo a rovistare nell’immondezzaio neofascista, e io credo anzi che non debba affatto forzare la sua indole per farlo.
Per le sue caratteristiche complessive, il M5S si colloca senz’altro, e ne sono convinto da tempo, all’estrema destra dell’arco politico-ideologico (right-authoritarian, per dirla all’anglosassone). L’apertura a Casa Pound mi sorprende dunque assai poco. È un’azione attesa, dimostra che per qualche voto in più Grillo è prontissimo a rovistare nell’immondezzaio neofascista, e io credo anzi che non debba affatto forzare la sua indole per farlo.
Certamente le ultime sparate di Grillo gli hanno alienato la
disponibilità e l’interesse di non pochi simpatizzanti non militanti in
possesso di una cultura democratica più solida, dunque non avvezzi a
perdonare un così plateale ammiccamento all’ultradestra e, a monte, non
legati in modo indissolubile alla promessa di palingenesi, perché di
Grillo avevano recepito semmai alcuni argomenti, non l’intero impianto.
Ma questa perdita è il frutto di una scelta e di un calcolo preciso che
la sostiene, e la premessa di un più visibile spostamento e destra
dell’intero asse ideologico del movimento, in cui io vedo il suo destino
e l’approdo, nonché la sua vera cifra ideologica. Una parte non
trascurabile del bacino elettorale di Grillo è a destra e nell’estrema
destra. A tal punto che due settimane dopo l’apertura di Grillo a Casa
Pound, l’ineffabile Silvio Berlusconi, che con Grillo è chiaramente in
competizione per uno stesso segmento elettorale, per replicare alla
performance del suo competitor ha pensato bene di superarsi,
producendosi nientemeno che in una esplicita riabilitazione dell’operato
di Mussolini nel Giorno della Memoria, con annesso successivo
sonnellino durante la commemorazione della Shoah. Con quali conseguenze
per la sempre vacillante credibilità internazionale dell’Italia, lo
sappiamo.
Di questa identità ideologica del M5S, molti aderenti al movimento sembrano davvero continuare ad essere inconsapevoli, nonostante l’apertura a Casa Pound, perché questa identità è occultata dalla promessa di una palingenesi radicale e dalla falsa dottrina della fine delle distinzioni ideologiche. Come si è detto, questo non è un fatto nuovo, è già accaduto in passato. E sebbene ignoriamo il corso della storia, proprio come in passato temo che il momento della consapevolezza, e insieme ad essa della scelte e della responsabilità che sempre esse comportano, non possa essere differito a tempo indeterminato.
Di questa identità ideologica del M5S, molti aderenti al movimento sembrano davvero continuare ad essere inconsapevoli, nonostante l’apertura a Casa Pound, perché questa identità è occultata dalla promessa di una palingenesi radicale e dalla falsa dottrina della fine delle distinzioni ideologiche. Come si è detto, questo non è un fatto nuovo, è già accaduto in passato. E sebbene ignoriamo il corso della storia, proprio come in passato temo che il momento della consapevolezza, e insieme ad essa della scelte e della responsabilità che sempre esse comportano, non possa essere differito a tempo indeterminato.
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