C’è gente che doveva andare in Africa
a portare aiuto e poi ha preferito aspettare l’Africa da noi,
alimentata o arrivata via mare, e che nel 2007 rivendicava: io so
decidere, altrimenti non avrei chiuso 25 campi rom spostando 15 mila
persone.
C’è gente che lavorando all’estero per la
Rai o per Istituti di cultura o in rappresentanza di aziende di stato
ci ha fatto vergognare con ruberie, intrallazzi per non farci
rimpiangere i fasti dei gangster italiani di Cosa Nostra.
C’è gente che ha via via perso voti e
consenso, ma cui si dà diritto di parlare a nome di un’Italia proba,
laboriosa e onesta, minacciata da orde di barbari sanguinari, fanatici,
sporchi e cattivi.
C’è gente che ha fatto parte di
coalizioni che hanno promosso leggi razziali, che condannano persone
alla invisibilità e alla non – esistenza salvo quando trasgrediscono,
perché solo allora ci si accorge di loro, hanno un nome, una foto e
impronte digitali, ma nessun diritto.
C’è gente che si sente pia e
compassionevole per aver chiesto venga riconosciuta la cittadinanza ai
bambini morti, mentre preferisce sia negata ai neonati e vivi.
C’è gente che avvia poderose operazioni
di cementificazione speculativa nelle città per aggiungere alloggi ad
alloggi vuoti, mai finiti, già in rovina, lasciando lievitare
bidonville, quartieri di baracche, campi come lager dove invita
generosamente profughi e rifugiati in attesa di riconoscimento e anche
dopo.
C’è gente compassionevole che fa molto
volontariato ma non regolarizza dipendenti, operai e badanti.
C’è gente
in testa alle classifiche del turismo sessuale, che non vuole moschee
nel suo lindo quartiere perché i musulmani maltrattano donne e bambini.
C’è gente che evade le tasse, corrompe,
si fa comprare e omette e si sottrae a controlli, fa doppi e tripli
lavoretti motivati dalla necessità, gonfia le note spese, professa
l’assenteismo come una furba virtù, ma non vuole gli stranieri perché
c’è una gerarchia dell’onestà, che legittima reati e crimini
occidentali.
C’è gente per bene che invece preferisce
gli stranieri, così li paga meno, li fa dormire i sette in una stanza,
non dà loro l’attrezzatura obbligatoria a garantire protezione e
sicurezza, li fa mangiare in cucina, e che si arrangino tanto cucinano
quei cibi che puzzano e non sai mai cosa c’è dentro. E danno loro del
tu, e non ricordano mai il cognome e non sanno se hanno figli a casa,
vecchi malati, perché quello che importa è che si prendano cura dei loro
figli e dei loro vecchi malati.
C’è gente che non ama i forestieri, gli
altri, i neri, i gialli, a meno che non comprino armi, vendano petrolio o
gas, permettendo una pingue cresta, a meno che non siano alleati in
querre contro altri neri, gialli, a meno che non vengano qui ma a
comprare coste e castelli, a meno che non aprano le loro grotte di Alì
Babà a satrapi nostrani altrettanto crudeli.
C’è gente che considera innocuo e folkloristico l’attivismo xenofobo della Lega
e li assolve: mica odiano i neri o i musulmani perché sono neri o
musulmani, macché, è perché sono irregolari, rubacchiano, spacciano,
puzzano, molestano le nostre donne, sono fuori dalla legge, che si sa
agli integerrimi militanti e dirigenti del movimento stanno molto a
cuore, quanto i soldi pubblici e la trasparenza delle procedure.
C’è gente che ha a cuore modernizzare la
Costituzione, svecchiarla, adattarla al dinamismo e alla mobile
duttilità della nostra contemporaneità, a discapito della sovranità
nazionale in vista di potentati regionali e globali: è gente disinvolta,
le piace coniugare il superamento di confini e frontiere per il libero
commercio soprattutto dei corpi, con la tutela di culture probabilmente
“superiori”, quanto i loro interessi. E per questo hanno scelto la
strada di tagliare, di togliere, soprattutto i diritti, compreso quello
d’asilo che la Carta richiama con forza ben due volte forse perché è
stata scritta da chi lo dovette chiedere per sfuggire a un regime
immondo, assassino, amante della guerra, immorale, ladro, corrotto,
razzista e xenofobo, e che ci richiama alla mente regimi più moderni, ma
non meno sgangherati, non meno tragici e non meno ridicoli, non meno
truffaldini e non meno ignoranti, non meno rapaci e non meno ostili al
popolo e ai suoi bisogni.
C’è gente che per storia, tradizione,
culto della memoria di quei padri dovrebbe essere sempre schierata dalla
parte degli sfruttati, degli offesi, dei sommersi e invece sceglie i
delicati equilibri del compromesso e dell’assoggettamento a padroni,
magari criminali o fuori dalle leggi come spesso succede a potenti sia
pure in doppiopetto di Caraceni.
Non c’è un dualismo rigido che
contrappone da una parte un ceto politico avido, dissoluto, depravato a
un popolo virtuoso, integro, reale. Onestà, generosità, solidarietà
possono essere trasversali. Buoni sentimenti, illuminata ragione possono
percorrere le nostre geografie. Si è soliti dire che un paese non
dovrebbe aver paura di eroi, martiri e nemmeno premi Nobel a remunerare comportamenti che dovrebbero essere semplicemente spontanei, naturali, connaturati nella condizione umana.
Ma ormai servono sempre più eroi
quotidiani. E anche gente che arrivi a ricordarci la nostra fortuna non
meritata, perché ci insegnino a difendere quello che abbiamo, campi
lasciati a marcire sotto strati di veleni, bellezze in rovina perché
possano essere cedute togliendole a noi, un mare dove una volta si
esercitava il doux commerce e che ha dato vita alla democrazia e che ora
sono territori di scorrerie e di morte, quella democrazia che non
amiamo abbastanza e non tuteliamo, perché ce l’hanno regalata quelli che
sono morti, quei profughi che sono tornati a scrivere una carta di
diritti e doveri, perché abbiamo scordato che dobbiamo lasciarla in
eredità a quelli che verranno, i nostri figli, i bambini che nascono qui
e che devono essere alla pari, cittadini.
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