martedì 29 ottobre 2013

Fulminati sulla via della Leopolda, Sergio Cararo, Contropiano.org


Fulminati sulla via della Leopolda
Che il dispensatore di “praline di ovvietà” – come lo definisce efficaciemente Crozza – possa incantare il popolo del Pd fa strano ma non sorprende, ma che la retorica di Matteo Renzi faccia breccia nell’immaginario e nella “narrazione” dei vendoliani è la conferma di come la grammatica delle parole possa affermarsi a tutto danno della sostanza e dei contenuti.
L'energia della Leopolda mi ricorda il social Forum che si fece anni fa proprio nello stesso luogo. Un'energia che vuole interrompere il flusso di quanti vogliono mantenere lo status quo", ha affermato il capogruppo di Sel alla camera, Gennaro Migliore. "Per me l'obiettivo è combattere la destra. Se dentro al Pd c'è chi vuole interrompere le larghe intese ben venga. Renzi, dicendolo, si assume una responsabilità importante". "Quello che serve è segnare chi sta pagando questa crisi e chi va difeso”.
Ma alla fulminazione del capogruppo di Sel per Renzi, si è aggiunta subito anche quella del leader Vendola. “Apprezzo molto il vocabolario del cambiamento, lo sforzo di uscire fuori dal pantano e trovare parole adeguate e nuove che restituiscano alla politica - ha concluso Vendola - la capacità di ricongiungersi alla vita e di evocare la speranza". “Tuttavia - ha aggiunto Vendola - voglio dire a Renzi direttamente una cosa: non dimenticare mai che ci sono delle cose antiche, che vanno nominate con parole antiche: povertà, marginalità sociale, disoccupazione di massa, e vanno affrontate con spirito e cultura radicale perché le mille forme di impoverimento della società italiana ed europea rappresentano veramente un terreno minato su cui rischia di saltare per aria un assetto di convivenza e democrazia.” “Sul tema delle “larghe intese - continua Vendola - la considerazione che vorrei rivolgere a Matteo Renzi è che mai più a larghe intese’ non dovrebbe avere come orizzonte temporale un indefinito domani ma dovrebbe cominciare subito”.
A leggere le valutazioni di Migliore e Vendola sembrerebbe che non abbiano ascoltato la sostanza delle cose e dei progetti di Renzi ma che si siano inebriati dell’atmosfera (Migliore) e delle parole (Vendola). 
Renzi ha detto chiaramente una cosa che separa come una spada i progressisti e i reazionari, i democratici e i templari della governance: no al proporzionale. Basterebbe questo per individuare nella filosofia dell’ovvietà distribuita a piene mani un abisso di separazione e contrasto politico. I sostenitori del maggioritario – come Renzi e Veltroni – sono responsabili della demolizione della struttura democratica del paese e funzionali alle riforme controcostituzionali che si vanno delineando con evidenza. Questo spiega – come prevedibile – come la manifestazione della Via Maestra del 12 ottobre abbia già fatto scomparire ogni sua traccia (gonzo chi ci è cascato e chi ci è andato).
Cassare l’ ingombrantissimo dettaglio sul sistema proporzionale diventa una scelta di complicità con il peggior orizzonte possibile. In questo strano paese può accadere che l’affabulazione e un abile uso delle parole accontentino i cuori semplici del popolo della sinistra. Ma sono i fatti a dirimere quello che va bene e quello che va male. E i fatti ci dicono che Renzi, per molti aspetti, può rivelarsi più pericoloso di Berlusconi.

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