mercoledì 2 aprile 2014

sinistraumbra intervista Federico Santi, candidato sindaco de “L’Altra Marsciano”

Federico Santi, 40 anni, ingegnere e marscianese doc, è il candidato della coalizione “L’Altra Marsciano” per le elezioni del Comune di Marsciano. Lo abbiamo intervistato.


 
Allora Federico, le elezioni si avvicinano. Come nasce la tua candidatura?
La mia candidatura nasce da un percorso partecipato spontaneo di 3 assemblee in cui si è parlato prevalentemente di programma. Queste assemblee sono state la naturale conclusione di un percorso politico che in questi 5 anni è stato promosso dal Circolo di Rifondazione ‘Roberta Bolli’ di Marsciano, come forza organizzata, e da un ampio settore sociale di sinistra senza riferimenti politici: Feste, iniziative politiche, raccolta firme, eventi culturali e impegno sociale. Purtroppo una parte della coalizione che ha appoggiato Sabatin Ranieri 5 anni fa ha preferito rinunciare al percorso partecipato, imponendo di fatto il candidato, e di darsi un tono interamente e puramente civico escludendo qualsiasi orientamento politico; questa dimensione della (non) politica non ci interessa.
Pensi che anche dopo le elezioni l’unità della sinistra e dei movimenti andrà avanti?
Penso che la novità di questa operazione sia l’individuazione di un metodo assembleare che non esclude le forze organizzate ma che risulta, evidentemente, inclusivo per chi sia insofferente rispetto a quel tipo di strutture. La percezione dei partecipanti, sostenuta da una prassi adeguata, è che non ci sia nulla di predeterminato visto che a volte compagni iscritti allo spesso partito hanno espresso opinioni differenti mentre le soggettività non organizzate non si sono coalizzate necessariamente contro il partito. In sostanza abbiamo trovato un luogo e un metodo che ci permette di rimetterci con fiducia alle decisioni comuni. Questa impressione è suffragata dal fatto che presenteremo due liste alle prossime elezioni: una con ben impressi i simboli del lavoro e l’altra più votata alla difesa ambientale e alle pratiche orizzontali.
Questi sono elementi che ci fanno sperare che l’esperienza non si interromperà dopo le elezioni.
Quale Marsciano hai in mente?
Quella che è scaturita da questa esperienza è molto chiara: nessuna promessa roboante o la classica lista di critiche non costruttive ma molte idee concrete per sviluppare un’idea di avanzamento del tessuto industriale, artigianale e commerciale in chiave sostenibile associate a proposte per la tenuta dei settori sociali emarginati da questa crisi. La difesa dell’ambiente è il volano dell’unico sviluppo possibile dei nostri territori: energie rinnovabili non speculative, proposta di Legge rifiuti 0 con polo comunale del riuso, distribuzione delle terre demaniali ai giovani disoccupati e cassintegrati, piano degli investimenti votato alla manutenzione del territorio a alla riqualificazione energetica degli edifici, difesa del ruolo pubblico dell’educazione e dei servizi nella consapevolezza che sono necessarie una riconosciuta  competenza e la massima efficienza della macchina comunale. Contemporaneamente dobbiamo fare in modo che anche le tariffe comunali siano modulate con esenzioni e premialità nei riguardi di chi, incolpevole, si trovi in situazione di forte disagio economico. Siamo assolutamente convinti che una squadra disponibile e prontaall’ascolto, al passo coi tempi e del tutto priva di legami sottobanco con le rendite di posizione territoriali possa riuscire in questo compito.
Come fare per favorire una nuova partecipazione dei cittadini alla politica?
Le fasi partecipative sono armi a doppio taglio: chi partecipa ed esprime il suo punto di vista accetta di poter perdere il voto ma non tollera, a ragione, che le decisioni concordate non siano rispettate nella forma e nella sostanza.
Penso che l’unica risposta possibile siano una massima chiarezza e una specchiata coerenza oltre che, chiaramente, la sensazione di una concretezza che porti al miglioramento delle condizioni materiali e immateriali della persone.

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