lunedì 21 settembre 2015

La lezione di greco



Elezioni Grecia: Unità Popolare, poco più di 150.000 voti, 2,86%.
di Pierluigi Fagan
La minoranza di sinistra anti-euro di Syriza esce decisamente sconfitta e con lei, tutti i non greci che, dalle loro poltrone, avevano partecipato al Processo del lunedì del commento facile. Non fa piacere per due ragioni.
Chi scrive non è certo in favore dell'euro, non vagheggia altre europe e preferirebbe ci si concentrasse su altre rotte. Ma non fa piacere maggiormente per un'altra ragione. La ragione è che molte persone con le quali si potrebbero pur condividere spezzoni di ragionamento, si sono rivelate prive di qualsiasi rispetto per i dati del mondo reale.
Un fiume di volontà di potenza impotente ha animato discussioni sul filo dell'insulto, sarcasmo, disprezzo, un crollo della ragione dialettica. Tutto questo si è prodotto dalla bolla idealistica in cui molte menti vivono, meno del 3% della popolazione greca si è riconosciuta nell'interpretazione estrema del referendum, meno della metà dei nazisti di Alba Dorata. E' stata tale la voglia di vedere nel reale quello che si aveva nell'ideale da negarne l'esistenza.
Questo accecamento della ragione è ciò che impedisce qualsivoglia cambiamento sostanziale. Non c'è eros, non c'è reale desiderio di conquista, di realizzare le idee, di trasformarle in cose. C'è solo la ragione impotente, il vorremmo ma non possiamo, l'ipertrofia delle idee e se i fatti non corrispondono, tanto peggio per i fatti. Questo è un problema in primis per le idee stesse. In politica, idee senza realizzabilità, senza piani e strategie, senza progressione temporale, senza il desiderio della scalata del consenso, sono idee fasulle, ancorché fossero sani i principi.
 
La lezione dell'ora di greco ci dice: se vuoi andare sulla Luna, comincia a studiare la gravità.

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