di Paolo Ciofi
I
geni, si sa, hanno idee geniali. E il prof. Alesina, docente
all’Università di Harvard, teorico dell’«austerità espansiva», autore
insieme al genio numero uno prof. Giavazzi del trattato fondamentale Il
liberismo è di sinistra, indicato dall’Economist come possibile
percettore del premio Nobel per l’economia, inevitabilmente lo dimostra.
Geniale è infatti la sua proposta per evitare i deprecabili eventi che
hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori. «Chiunque apra un
conto in banca - ha scritto nel fondo del Corriere della sera il 7
gennaio - dovrebbe disporre di una ‘patente finanziaria’. Dovrebbe cioè
superare un esame tipo quello di teoria che si sostiene nel caso della
patente auto. Un esame con una cinquantina di domande alle quali
rispondere con esattezza». Cosi i risparmiatori, oltre a mettere i soldi
a disposizione dei banchieri, dovrebbero fare anche il lavoro dei
bancari. Una vera epifania, un’idea talmente geniale che sembra
suggerita da Checco Zalone: manca solo l’assicurazione obbligatoria per
aprire il conto. Ma non basta, perché il gioco di borsa dovrebbe far
parte secondo Alesina anche dell’istruzione delle «generazioni future»,
soprattutto nei licei, «che ambiscono a rappresentare il meglio
dell’istruzione». In attesa che tale obiettivo della
nuova cultura sia raggiunto e che la Repubblica democratica, fondata sul
lavoro, sia finalmente trasformata in un’oligarchia fondata sulla
dittatura della finanza, suggeriamo all’esimio professore pronosticato
per il Nobel di far studiare ai suoi allievi, e di studiare egli stesso,
la vicenda del suo collega Robert Merton. Il quale il Nobel lo ha
ricevuto davvero per aver elaborato una formula matematica in grado di
azzerare il rischio degli investimenti. Ma, dopo un anno, ha visto
fallire LCTM, il suo fondo di copertura. Forse anche un genio come il
prof. Alesina capirebbe perché nella nostra Costituzione sta (ancora)
scritto così: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte
le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito».
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