giovedì 12 giugno 2014

La svolta conservatrice di Grillo: niente Verdi nel referendum sul blog

Sul blog di Grillo è stato appena pubblicato il testo del referendum sulla collocazione in quale gruppo parlamentare dei deputati europei del M5S.
E' un referendum in cui è indicata l'opzione a EFD che fa riferimento a Nigel Farage , al gruppo ECR che fa riferimento a David Cameron o il gruppo dei non iscritti. Non sono indicate tra le possibilità di chi dovrà votare quella dei Verdi.
In questo modo Grillo orienta attraverso quesiti precostituiti, stile porcellum, il voto sul referendum. Perchè allora non ha indicato tutti i gruppi parlamentari ?Qual'è la differenza tra i conservatori di Cameron e il PPE della Merkel o il PSE di Shultz ? Per me nessuna..
Ma veniamo a Nigel Farage e l'adesione al EFD. Alcuni giorni fa è stato nominato capogruppo dell'UKIP al parlamento europeo Roger Elmer in sostituzione di Nigel Farage. Chi è Roger Elmer ? Un sostenitore del fracking , nega i cambiamenti climatici e dice che le politiche ecologiste uccidono l'economia:
http://www.theguardian.com/environment/2013/sep/20/ukip-shale-gas
Grillo ha impresso una svolta conservatrice e non ecologista con la decisione di andare con Cameron o con Farage (a meno che cosa improbabile non decidano di non iscriversi a nessun gruppo)
Sui Verdi europei facciamo chiarezza. Jose Bovè, candidato alla presidenza della commissione europea insieme a a Ska Keller, Rebecca Harms copresidente del gruppo parlamentare Verde non hanno parlato a titolo personale. Hanno dato ampia disponibilità a trovare un'intesa. Non è vero come qualcuno del M5S sostiene che abbiamo rifiutato incontri, abbiamo solo detto che Farage per noi è un avversario politico e che quindi chiedevamo chiarezza su questo punto.
Ma Grillo ha deciso che è meglio Farage o Cameron. Auguri...!
Una domanda ma non era più trasparente e anche democratico dire prima delle elezioni a quale gruppo si sarebbe aderito? Gli elettori non avevano il diritto di sapere prima che si aveva una preferenza per il filonuclearista, pro centrali a carbone, pro privatizzazioni e negazionista sui cambiamenti climatici Nigel Farage??

 
 
M5s, consultazioni online per alleanze in Europarlamento: Verdi esclusi
 
“Di quale gruppo politico europeo dovrà far parte il M5S? Sono aperte le votazioni”. Beppe Grillo annuncia così su Facebook la consultazione online – in corso dalle 10.45 fino alle 19 di oggi - per decidere le alleanze dei 5 Stelle all’Europarlamento. Tre le possibilità, rappresentate dai “gruppi politici europei che hanno ufficialmente manifestato interesse per la delegazione italiana del M5S”, ci sono l’Efd di Farage, i conservatori dell’Ecr e il gruppo dei non iscritti. E’ possibile esprimere una sola preferenza. Esclusi dalla consultazione i Verdi, nonostante l’apertura degli ambientalisti e quanto espresso da parte del Movimento, che vedeva in loro l’alleato più affine in Europa. “Per completezza – si legge nel post – si segnala che anche ‘Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa (Alde)’, il gruppo più europeista e federalista esistente al PE, ha espresso una posizione unitaria, la quale tuttavia ha considerato i sette punti per l’Europa del M5S come ‘completamente incompatibili con la loro agenda pro-Europa’ definendo il M5S “profondamente anti europeo” e il suo programma ‘irrealistico e populista’”. Quindi il vincitore sarà il gruppo di appartenenza dei 5 Stelle? Non è detto. Un post scriptum, infatti, precisa che “nel caso la soluzione più votata non sia praticabile, sarà perseguita la successiva più votata”.
L’ironia del deputato M5s: “Verdi assenti? Sarà un errore” – Non tutti i parlamentari del M5S, però, digeriscono l’assenza dell’opzione “Verdi”. Il deputato Cristian Iannuzzi, su facebook, usa l’ironia: “Bene. Oggi consultazioni sul portale M5S per decidere il gruppo politico europeo al quale aderire. Credo voterò adesione al gruppo dei Verdi”, scrive quando è già noto che non è possibile votare per loro. Qualcuno glielo fa notare ma lui stesso replica: “Ci sarà sicuramente un errore. La scelta libera e democratica è principio basilare del MoVimento 5 Stelle. La sovranità del popolo della rete, senza filtri di organi direttivi, come invece succede nei partiti tradizionali”, si legge. Anche sul profilo di Beppe Grillo sono centinaia i commenti di chi critica apertamente l’assenza dei Verdi e di chi spiega, al contrario, di avere votato o di preferire Farage.
L’ex comico pubblica un post che riporta le dichiarazioni rilasciate dal leader del’Ukip a La Gabbia su La7. “L’alleanza con il M5S si basa sulla voglia di democrazia diretta. Penso che Grillo sia molto preparato sulla democrazia diretta e abbia capito bene in cosa consista il progetto europeo. La nostra alleanza fa paura, le persone che ci temono sanno che saremmo la vera voce dell’opposizione”, ha detto ai microfoni della trasmissione parlando della possibile alleanza. “La prima cosa da fare – ha spiegato – è individuare 5 punti che ci uniscano, ma saremo liberi di votare come vogliamo. Il fiscal compact è il mezzo con il quale le istituzioni europee hanno il controllo totale del Paesi. Votare contro il fiscal compact è importante. Noi non siamo nell’euro e siamo contrari al fiscal compact”. “Definirci un partito xenofobo è ridicolo, noi amiamo l’Europa”, ha concluso. Ma la decisione di Grillo di riportare queste sue parole sul suo profilo a votazione in corso, viene criticata nei commenti. “Mi sembra che si stia indirizzando l’opinione degli iscritti/votanti verso il voto a Farage”, “propaganda di voto a voto in corso”, “non influenzate i voti introducendo questi articoli”, scrivono online. Intanto, gli iscritti continuano a votare.
Le opzioni del referendum – Il primo gruppo presentato è l’Efd di Nigel Farage, del quale si mettono in evidenza molti punti positivi, tra cui quello della disponibilità a cambiare il nome del gruppo in caso di ingresso del M5S. “Il Gruppo – si legge – ha rappresentato nella scorsa legislatura l’opposizione più strenua al federalismo basato sull’austerity e alla concentrazione del potere nelle mani dei burocrati non eletti a Bruxelles. L’Efd è contro l’euro che ha generato povertà e disoccupazione. L’Ukip, il maggiore partito del Gruppo Efd, crede nella democrazia diretta ed è un partito contrario a ogni forma di discriminazione, accogliendo al suo interno membri di diverse etnie e genere che si sono uniti nella difesa della libertà e della democrazia. Il partito si oppone al potere delle grandi banche, delle multinazionali e all’eccessiva burocrazia, dedica solo il 15% del suo budget al mantenimento della sua struttura amministrativa, liberando così molte risorse per le attività politiche sul territorio e per la comunicazione, è disposto a cambiare nome scegliendone uno nuovo insieme al M5S, garantisce peso sufficiente per affrontare le battaglie condotte su temi comuni, ma al contempo assicura libertà totale di voto l’agenda politica che differisca da quella del M5S”.
Una presentazione abbastanza positiva viene fatta anche dell’Ecr, gruppo che ”nasce come espressione dei Conservatori inglesi (Tories). Vuole riformare l’Unione Europea opponendosi al federalismo sulla base di un euro-realismo che rispetti la sovranità degli Stati Membri, crede nella libera impresa, nel commercio. Nella sua visione, l’Unione Europea dovrebbe porre fine agli sprechi e all’eccessiva burocrazia. L’Ecr ha una struttura amministrativa consolidata, che si traduce in un supporto esteso alle attività politiche. Come l’Efd, inoltre, offre al M5S la massima libertà di voto sui temi in cui non ci sia una linea comune”. Il post premette che il “M5S ha condotto negoziati con i gruppi politici al Parlamento europeo”, attraverso contatti “con i segretari generali o con i Presidenti”. Alla fine, i gruppi interessati al M5S, continua, sono stati “Europa per la Libertà e la Democrazia (EFD)” e “Conservatori e Riformisti Europei (ECR)”.
Quanto al raggruppamento dei non iscritti, scrive ancora Grillo, “i deputati eletti del M5s possono decidere di non aderire a nessun gruppo politico. In questo caso andranno automaticamente a sedere tra i banchi del raggruppamento dei ‘non iscritti’. Essere tra i non iscritti comporta un’influenza limitata se non nulla sull’attività legislativa del Parlamento europeo“.

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