giovedì 14 maggio 2015

Del Debbio, dimettiti di Alessandro Gilioli

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Italia invasa, nessuno vuole fermare gli sbarchi.
Emergenza Rom, vivono al campo ma sono milionari.
Ecco le rapine più violente degli ultimi mesi.
Grand Hotel Immigrati.
Nessuna sicurezza in città.
Emergenza Rom, ecco uno scippo in diretta.
Immigrazione senza controllo, salute a rischio?
Aggredito in casa, ha sparato.
Gli immigrati sbarcano e la Liguria dice no.
La storia di Gianmichele aggredito da una banda dell'est.

Sono alcuni dei titoli dei servizi di "Quinta colonna", la trasmissione di Paolo Del Debbio su Rete4. L'ultima puntata era sui rifugiati di Ponte Mammolo, con il conduttore che scuoteva la testa dicendo «Ma come si fa, siamo in Italia, siamo in Italia!». Poco dopo si facevano parlare "cittadini" che urlavano contro i "migranti illegali" nel loro quartiere. «Ha ragione da vendere», chiosava Del Debbio da studio. Più avanti, in trasmissione, si ipotizzava che i profughi circolassero per la capitale portando tubercolosi e scabbia.
Del Debbio non è un mezzobusto qualsiasi. È stato tra i fondatori di Forza Italia, accanto a Dell'Utri. È sempre stato vicinissimo al grande capo: nel '94-95 Carlo Freccero lo aveva soprannominato «il filosofo portatile di Berlusconi». Poi il Cavaliere ha ritenuto che gli fosse più utile in tivù che in Parlamento. Secondo i rumors di Mediaset, è oggi tra i consiglieri più fidati della figlia Marina.
Una volta sono stato suo ospite, raccontai l'esperienza qui, poi ovviamente non mi hanno più chiamato e non è che non ci dorma la notte.
Adesso il medesimo Del Debbio ha licenziato in tronco il suo inviato di punta Fulvio Benelli per un'intervista farlocca che la redazione aveva titolato. «Sono Rom, truffo la gente e la faccio franca». Non era Rom, non truffava la gente e non la faceva franca: era semplicemente stato pagato 300 euro per dire quelle cose in tivù.
Non si sa, al momento, se i 300 euro fossero di proprietà del Benelli o glieli avesse dati la segreteria di redazione. Sarebbe interessante saperlo, ma la direzione di Quinta colonna non ce lo dice. Si limita a un comunicato in cui sostiene che «la nostra credibilità nell’approfondire fatti e notizie è nota al pubblico e per fortuna esistono gli anticorpi per individuare ed espellere chi, a questa credibilità, attenta in qualsiasi modo».
Anche se Benelli avesse fatto tutto da solo, tuttavia, non è difficile intuire perché lo abbia fatto: cioè per assecondare l'allarmismo e il terrorismo securitario con cui il suo programma inquina la coscienza comune e nutre il suo share, al limite dell'istigazione all'odio razziale.
Se quel servizio farlocco è andato in onda - e nessuno ne ha verificato l'autenticità - è perché quelle falsità terroristiche sono il pane avvelenato che Del Debbio ammannisce ogni giorno. Siamo ben oltre omesso controllo, cosa di cui Del Debbio sarebbe comunque colpevole.
Del Debbio, se la trasmissione che fai ha spacciato balle a pagamento, il principale responsabile sei tu. Dimettiti. 

Solidarietà a Fulvio Benelli, licenziato come capro espiatorio da una tv che si nutre di falsi scoop come i suoi

Il rancore sociale alimentato dai teleschermi per trarne audience e vantaggi elettorali, ormai è dilagante. Ogni giorno su quasi tutte le reti ci sono trasmissioni confezionate su misura per alimentare i pregiudizi e la guerra fra poveri. Naturalmente bersagli privilegiati sono i rom, detestati e facili da coinvolgere nella telerissa, con o senza la presenza di un Salvini seduto in poltrona.
Ieri Mediaset ha licenziato il giornalista Fulvio Benelli di “Quinta Colonna”, la trasmissione-prototipo di questo modello televisivo, studiata nel minimo dettaglio dal raffinato intellettuale finto tonto Paolo Del Debbio. Sento parlare di Del Debbio, fra l’altro, anche come possibile candidato del centrodestra a Milano, con buone chances di successo. Ora si è liberato con una firmetta (tanto sono tutti rapporti di lavoro precari) dell’inviato nei campi rom Fulvio Benelli, scoperto da Striscia la Notizia in una grossolana manipolazione. Basta sganciare qualche soldo a certi disgraziati, per fargli dire quel che si vuole. Era già accaduto a Mattino Cinque. La stessa Striscia la Notizia ha mandato via due suoi inviati che, a quanto pare, certe storie le architettavano salvo poi spacciarle per vere.
Tutto ciò è sintomo di una degenerazione della tv-verità in atto da tempo, ma anche di un vero e proprio progetto di belligeranza strumentale contro categorie sociali e etnie usate come caprio espiatorio. Non è la prima volta che succede, nella massima spudoratezza. Poichè sono gli autori e i conduttori e i direttori di rete a spingere in questa squallida direzione gli inviati (precari) come Fulvio Benelli, a lui, licenziato ieri da Quinta Colonna, voglio esprimere solidarietà: avrà provato di persona cosa significa essere usati come capro espiatorio.
P.S. Chiarisco il mio pensiero: chi oggi licenzia #FulvioBenelli ne conosceva benissimo e incoraggiava il metodo di lavoro nella pseudo-tv-verità

 

 

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