lunedì 6 maggio 2013

La città dei Grillini di Renzo Massarelli, Umbrialeft.it


PERUGIA - Il progetto è ancora un po' vago e ci sarà da aspettare per vederlo apparire, manco a dirlo, sulla rete. Comunque, anche i grillini hanno tirato fuori dal cassetto la loro città del futuro da far crescere sulle mura stanche di quella del passato. Una specie di Metropolis, come nel film di Fritz Lang, del 1927, dove tutto è nuovo e tutto terribilmente vecchio perché senz'anima e senza senso. C'è sempre qualcuno in questa città che si chiama Perugia che arriva con le sue carte in tasca per risolvere con quattro tocchi d'artista la crisi del suo centro storico. La lista è ormai molto lunga e non finirà di certo con lo stemma del movimento a cinque stelle. Però questa volta la sorpresa è particolarmente dolorosa. I grillini non sono quattro gatti sprovveduti, ma un movimento politico che corre per vincere le prossime elezioni comunali. Loro ci sperano, com'è giusto, e si danno da fare non meno degli altri partiti. Quindi girano molto per i quartieri, organizzano assemblee, si misurano persino con l'impervia tecnica del porta a porta. Non esiste, insomma, solo internet. Prese a sé, cioè una alla volta, le loro idee su molti aspetti della vita di una comunità complessa come quella perugina, possono sembrare utili e persino innovative. Solo che è la loro idea di città che sembra confusa e ancora, anche se c'è tempo per definirla meglio, si capisce, decisamente astratta.
Dalle cronache di una loro assemblea nel centro storico emerge la proposta di trasformare le cinque porte della città, gli antichi rioni, in una specie di distretti specializzati, qui la movida, dall'altra parte la residenza, da un'altra ancora chissà che cosa, come se con una città così pesante e strutturata da una storia lunga sette secoli si possa giocare, in un confuso marketing urbano, come in quella di Pinocchio o di Disney, in California.
Poi c'è la storia della mobilità alternativa che a Perugia, pur con tutti i problemi che ci possono essere, non è nata ieri. Beh, qui i grillini superano la loro stessa fantasia perché ci propongono gallerie e tapis roulant nelle viscere del colle perugino che non è, per dire, come quello di Orvieto dove nel tufo ci si può permettere di scavare come si vuole. Ci sarebbe da costruire, insomma, una specie di città sotterranea dove riemergere qua e là a riveder le stelle dopo aver parcheggiato in qualche garage interrato. Con un progetto così si può solo scherzare, ovvio, ma questo è. Sulla revisione delle zone a traffico limitato il movimento di Grillo ha le idee ancor più chiare. Riaprire al traffico privato e lasciar perdere la Ztl, magari dopo un referendum. Pensavamo che i Cinque stelle fossero un movimento ecologista, attento all'ambiente. Chissà, forse ci hanno ripensato. Qualcuno dovrebbe spiegare ai candidati assessori di questa nuova formazione politica che il traffico limitato nel centro storico è già stato quasi del tutto abolito e il problema non figura più nell'agenda di questa città. Insomma, non interessa più nessuno, se non altro per stanchezza, dopo venti anni di discussioni e polemiche che non hanno prodotto niente di nuovo. Figuriamoci pensare a un referendum.
Mettere insieme quattro proposte pescate qua e là non è fare un progetto per la città ma, semmai, più confusione. Forse ha ragione Grillo che ai suoi non permette di andare nemmeno in televisione. Rischiano di fare solo danni. Certo, non ci sono soltanto loro. A Terni, per dire, due assessori Pd hanno proposto anch'essi di riaprire al traffico il centro della città che, come tutti sanno, è tutta in pianura e possiede più parcheggi, sia liberi che a pagamento, di Perugia e Foligno messi assieme. A Terni, tra l'altro, c'è un qualche problema di inquinamento e l'esigenza maggiore non è certo quella di incrementare il traffico privato. Forse la giunta comunale dovrebbe occuparsene affrontando questo come uno dei nodi prioritari della città. Ora, il Pd non è un movimento nuovo e improvvisato come quello di Grillo. A Terni la sinistra ha accompagnato la storia della città dal dopoguerra esercitando una influenza enorme. Beh, che due assessori stiano lì a governare con queste idee in testa dovrebbe far riflettere il sindaco che li ha nominati. Ma il sindaco tace, com'è nel suo carattere. Più importante occuparsi dell'immagine un po' consumata di Monsignor Vincenzo Paglia, attivissimo ex vescovo della città. Il rischio, alla fine, è che tra la confusione dei grillini e quella della sinistra i cittadini non sappiano più dove sbattere la testa.

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