martedì 16 febbraio 2016

Flamini/Prc: «La sanità umbra non è del PD»

Nomine Sanità – Fumata bianca per i direttori, fumata nera per la Giunta

Barberini si dimette e non va in Consiglio, verso una Giunta di minoranza?
Di Ciuenlai – Lo scenario peggiore ha preso corpo. La Governatrice Catiuscia Marini, spinta dai suoi, ha deciso di tirare dritta sulle nomine della sanità, costringendo, di fatto, l'Assessore alla Sanità a mantenere quanto detto e a prepararsi alle dimissioni.
La lettera, se la Marini non cambiera idea, è pronta per essere depositata sul tavolo della Presidente.”Non accetto di essere commissariato” sarebbe stato il commento a caldo di Barberini. Ma non basta l'Assessore avrebbe fatto anche sapere, che non sarà presente alla discussione sui criteri delle nomine in Consiglio Regionale. A questo punto conoscere i nomi dei direttori è ininfluente. Si parla di un mix di conferme e di promozioni con l'annunciata staffetta Duca – Orlandi.
Il problema, se non ci saranno sorprese dell'ultimora, diventa il Governo Regionale. Con il passaggio dell'area bocciana all'appoggio esterno, La Giunta Marini può contare su 8 voti sicuri. Una Giunta praticamente di minoranza, soggetta alle imboscate prima, dopo e durante i pasti. Ma si va avanti con un unico motto nella bocca dei duellanti “vediamo dove arrivano”. Intanto c'è già chi pensa al rimpasto e vede Carla Casciari ai servizi sociali e la sanità in mano alla Marini. Come ai vecchi tempi!
Aggiornamento - Per gli  ambienti dell'Assessorato alla Sanità l'opposizione alle decisioni della Presidente derivano da una valutazione di "indubbio indebolimento del ruolo della struttura, che dovrebbe essere il centro dell'eleborazione delle stretegie" . Quel tipo di nomine, a loro giudizio,  sposterebbero in altri uffici, il fulcro decisionale del settore.   Se dunque le nomine resteranno quelle annunciate in Giunta "l'Assessore ne trarrà le conseguenze".  Insomma o la Marini ci ripensa o sarà rottura completa e le dimissioni diventeranno inevitabili.

Le recenti e gravi dichiarazioni del consigliere regionale del Pd Solinas e l’annuncio delle dimissioni dell’assessore regionale Barberini confermano quanto diciamo da tempo: sulle nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere si sta consumando una sorta di resa di conti interna al PD umbro. Come se il sistema sanitario regionale fosse ad uso e consumo di un partito. L’elemento più grave della vicenda è però che, attraverso questo tipo di polemiche, si tenta di nascondere l’immobilismo della Presidente e del PD umbro nei confronti dei tagli alla sanità targati Renzi, fatto sul quale evidentemente sono tutti d’accordo. I cittadini umbri, infatti, stanno già toccando con mano le ricadute concrete dell’entrata in vigore del decreto Lorenzin con le oltre 200 voci presenti nell’elenco degli esami clinici che il Sistema sanitario nazionale ha iniziato a coprire solo a certe condizioni. E’ iniziato il percorso per la definitiva privatizzazione della sanità. Per l’Umbria, al di là di trionfalismi dell’ultima ora sulle risorse assegnate, si tratta di un ulteriore disastro, visto il forte depotenziamento dei livelli di assistenza causato dai tagli e dall’assenza di ogni programmazione regionale nella ripartizione delle risorse e nell’organizzazione dei servizi. Nessun ragionamento sugli stipendi dei direttori, nessuna proposta concreta per potenziare la medicina di territorio e la prevenzione. A pagare per questa situazione saranno i cittadini e le fasce più deboli della società.
 
Enrico Flamini, Segretario Regionale di Rifondazione comunista dell’Umbria

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