PERUGIA - Fanno finta di niente , ma dopo il terremoto che ha colpito l’on. Piduino Di Gennaro, a Roma in una “retata” di estrema destra sono rimasti impigliati nella rete un sacco di uomini del maggior partito italiano, che, a sentire il premier, sarebbe di sinistra.
Parliamo di pezzi da 90 come il Presidente del Consiglio Comunale di Roma Coratti, l’assessore della Giunta Marino Ozzimo e il Consigliere Regionale Patanè, tutti ex Bersaniani che si stavano progressivamente spostando verso Renzi, seguendo il motto del “faccendiere rosso” Buzzi (anche lui della partita) “Gli affari sono affari” e non hanno colore.
Parliamo di pezzi da 90 come il Presidente del Consiglio Comunale di Roma Coratti, l’assessore della Giunta Marino Ozzimo e il Consigliere Regionale Patanè, tutti ex Bersaniani che si stavano progressivamente spostando verso Renzi, seguendo il motto del “faccendiere rosso” Buzzi (anche lui della partita) “Gli affari sono affari” e non hanno colore.
Ma il più inquietante è un certo Odevaine. Un soggettino che dopo due condanne per “disciplina degli stupefacenti” ed emissione di assegno a vuoto, nel 1989 e nel 1991, viene premiato per l’onorata carriera e nominato vicecapo prima e direttore poi del Sindaco Oulter, in arte Walter Veltroni e nel 2008 direttore della Polizia Provinciale di Zingaretti (quando era Presidente della Provincia). Adesso era da novembre Presidente di una associazione che “promuove i diritti dei migranti”. E, stando ai giudici, anche dei suoi dirigenti, visto che una delle accuse riguarda il “business dell’accoglienza”. Ma Renzi e il Nazareno non hanno tempo per occuparsi di queste cosette. Loro sono impegnati con altri galantuomini (Verdini, Berlusconi e soci) a fare accordi per a sbranare la Costituzione e la democrazia. La questione morale non ha bisogno di essere riformata, va bene così, altrimenti addio accordi. E hanno ragione perché se fossero costretti ad affrontarla, il Pd potrebbe anche non resistere ad un simile colpo.
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