Per coloro che vorrebbero buttare via il bambino con l'acqua sporca: cambiare si può, rivoluzione civile, partiti e società
pubblicata da Donatella Mungo il giorno Lunedì 31 dicembre 2012 alle ore 16.14 ·
Leggo articoli, post, commenti che si incentrano su distinguo, perplessità, dubbi: sull'operazione Ingroia, sul nome nel simbolo, sulla presenza organizzata dei soggetti che dovrebbero confluire nella lista unica, sulla percentuale di alternatività della lista, ecc...
Tutto comprensibile, in alcuni casi le argomentazioni sono addirittura condivisibili. Ci sono difficoltà di percorso che sarebbe stupido e puerile nascondere, come d'altra parte trovo però che sia dannoso enfatizzare.
Io credo però che non possa essere la presenza nelle liste di 4 persone, segretari di partito, ad inficiare un percorso che è solo avviato e che non ha materialmente il tempo, prima delle elezioni, di assumere la forma definitiva che a tutti noi piacerebbe assumesse. Perché c'è bisogno del contributo di tutte/i, senza veti incrociati ma con proposte, senza assumere ogni elemento come discriminante ma focalizzandosi sugli elementi veramente importanti. E perché non ha senso continuare la (supposta) contrapposizione fra partiti e società, fra militanza politica e militanza sociale, fra "intellettuali" e "burocrati", fra le forze organizzate e i movimenti: perché al 90% questa contrapposizione a sinistra non deve esserci. Siamo tutte persone che si spendono per il cambiamento sociale e per ideali comuni, ciascuno nei modi, nelle forme, nei tempi e con gli strumenti che meglio lo rappresentano.
Faccio perciò qualche riflessione, da militante del PRC, ma anche più genericamente da persona di sinistra che pensa che si debba proseguire e portare a compimento questa esperienza, motivo per cui ho votato convintamente SI alla consultazione telematica di Cambiare Si Può sulla prosecuzione del percorso.
1) Ingroia ha accettato per il programma comune tutti i punti votati dall'assemblea di cambiare si può di sabato 1° dicembre, nonché quelli aggiuntivi decisi all'assemblea del 22 dicembre e sottoposti a validazione telematica dagli aderenti; del resto, è stata proprio il gruppo fondatore di Cambiare si può ad invitare Ingroia ad entrambe le assemblee e a dargli la parola
2) I segretari dei partiti non sono gerontocrazia, non necessariamente quantomeno... e vorrei farvi riflettere sul fatto che sono il portato, più o meno rappresentativo e più o meno esteso, di altrettante comunità di donne e uomini che sono appunto le/gli iscritte/i e militanti dei partiti
3) i segretari poi non sono tutti uguali: Di Pietro (IdV) ha 16 anni di parlamento e qualche annetto da Ministro; Diliberto (PdCI) 14 anni di Parlamento e due/tre anni da ministro; Bonelli (Verdi) ha due anni di parlamento: Ferrero (PRC) 30 giorni di Parlamento e due anni da ministro (si è dimesso da parlamentare, anche se non era obbligato a farlo, quando è stato nominato); peraltro, Ferrero è stato l'unico dei segretari che aveva considerato la sua candidatura non obbligatoria se ostativa del percorso, cosa che peraltro mi trovava solo parzialmente d'accordo (e più di così cosa doveva fare o dire?)
4) per il Porcellum è obbligatorio depositare un programma e il nome del candidato premier e per farlo manca una manciata di giorni
5) per superare il 4% occorre prendere circa un milione e mezzo di voti e si vota fra meno di due mesi
6) il tempo stringe, le risorse scarseggiano, i pezzi da comporre molti (unire è più complicato che dividere), l'obiettivo è eleggere una pattuglia di parlamentari di sinistra e alternativi (per condurre quelle battaglie che sennò non combatte nessuno, sperando di veicolarle all'attenzione dell'opinione pubblica): come si vede, abbiamo già sufficienti difficoltà oggettive senza introdurne di soggettive (ho letto commenti come; a me non convinto, non mi ha emozionato, non parlava a me: ma vogliamo per una volta provare a ragionare non come atomi sociali, ma come collettivo, usando un noi che magari è acerbo ma senza il quale non siamo niente?)
7) non dico che tutto vada bene, che tutto sia filato liscio, che non sarebbe stato preferibile lavorare un anno a questo progetto invece che poche settimane, con le feste di natale in mezzo, che non sarebbe stato più attraente e costruttivo se tutta la sinistra fosse alternativa e se tutti i pezzi di oggi avessero lavorato al progetto del quarto polo fin dalla prima ora, ecc.... ma la realtà esiste e non la si può ignorare: non è andata così e le responsabilità, per quanto non siano uguali per tutte/i, vanno ora condivise e superate.
8) sempre meglio parlare di mafia, anzi di antimafia, di connivenze fra mafia e stato, di corruzione finalizzata al disfacimento della giustizia anche sociale, che sempre e solo di casta, di mal di pancia, di vaffanculo, di dita che indicano la luna e di sterili conflitti fra vecchi e giovani (nel quale una come me, che ha 46 anni, non sa più dove collocarsi)... dopodiché è chiaro che non basta e infatti Ingroia in quel senso si mette a disposizione di una programma che è ben più ampio, davvero alternativo e che si qualifica sui nodi importanti: il no al fiscal compcact, al pareggio di bilancio e al consegunte massacro sociale; sì all'intervento publbico in economia, alla salvaguardia dell'occupazione e dei salari, dei diritti e delle conquiste nel campo del lacoro; no allo smantellamento della sanità pubblica, della scuola pubblica, del welfare, della cultura; sì al recupero delle spese militari e di quelle per le grandi opere, dannose e inutili (No Tav, Ponte sullo stretto, ecc...), per finanziare e potenziare lo stato sociale; sì al coniugare i diritti sociali con quelli individuali; no ai fascismi e razzismi vecchi e nuovi; e potrei continuare.
9) ci è data questa occasione, la dobbiamo cogliere al volo e non sprecarla: avremo tempo, dopo il 25 febbraio, di costruire cose più solide, più soddisfacenti e più utili; vedremo però chi sarà disposto, anche il giorno dopo, a rimboccarsi le maniche per farlo... perché di questo si tratta: di tanta fatica, di tanto lavoro quotidiano e e di lunga lena, di presenza in mezzo alla gente, di partecipazione attiva.
Le elezioni sono solo un passaggio certo importante, uno strumento necessario per arrivare alle orecchie, al cuore, alla testa di quella gente con la quale abbiamo perso i contatti o non li abbiamo mai avuti.
Non minimizziamone la portata, ma non carichiamole di un significato da "fine del mondo". Il mondo continua, le lotte anche,
Io sono più a sinistra di io
di Dimitrij Palagi
A marzo del 2011 Ginsborg e altri lanciavano la “Cooperativa politica”, progetto che guardava a Vendola.
Il PdCI ha rivendicato una non ben chiara “mossa Kansas City”,
citando con dubbio gusto uno dei peggiori film con Bruce Willis, dopo
aver dato indicazioni di voto alle primarie e aver sottoscritto quindi
la carta di intenti.
Delle Fabbriche di Nichi non si sente più parlare, così come Tilt! non appare particolarmente valorizzata dalle scelte del gruppo dirigente di SEL, ad oggi accodato al leader di Italia Bene Comune, Bersani, pronto a dichiarare che non ha nessuna intenzione di “rinegoziare il fiscal compact né nessuno degli accordi raggiunti nell’ultimo anno”.
Il sogno di Fassina è spostare Monti e i moderati sulle posizioni della
Camusso, che in Cgil si ritrova in equilibrio tra anime diverse e
completamente isolate rispetto alla politica parlamentare.
Sinistra Critica non si presenterà alle elezioni e valuterà se sostenere la lista di Ingroia.
Il Partito dei Comunisti Lavoratori porta avanti la sua via al socialismo, incurante delle critiche che muove il Partito di Alternativa Comunista.
Nel frattempo la società civile rivendica il suo primato sulla politica. Lo fa con Monti e a sinistra del PD ma è innegabile come l’antipartitismo segni trasversalmente molte proposte elettorali, trasversalmente collocate (dal ricambio leghista al colpo di reni di CasaPound).
Cosa sia poi questa società civile è
ancora da capire. L’alternativa alla società della barbarie, quindi
un’élite di nobili cittadini? L’alternativa ai partiti, quindi nel suo
insieme la comunità di cittadini non iscritti ai partiti, comunque
elettoralmente collocati?
Rifondazione ha mille limiti, però non
sembrano esistere geniali progetti alternativi. I balocchi della
sinistra si stanno consumando e spazio ne resta poco. Umiltà e senso di appartenenza a un progetto che provi a tutelare gli interessi dei lavoratori potrebbero far miracoli.
La lista Ingroia ha ugualmente mille
limiti, tutti giustamente fatti notare da chi non condivide la scelta di
questo tentativo. Però a sinistra se si inizia a problematizzare non si
salva molto.
Giovani che entrano in politica a
migliaia non li ha nessuno, né le forme classiche dei partiti né i
numerosi tentativi di forme diverse. I protagonisti restano quasi sempre gli stessi.
Insistentemente e ossessivamente torno a
scrivere che sarebbe molto meglio ragionare di obbiettivi concreti e
immediati su cui costruire unità, accettando l’idea che non esistono
strade già percorse o intraprese che portano al “successo”. Le offese e la propaganda tra anime della sinistra aiutano tutti, meno che noi.
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