Siamo
arrivati agli ultimi giorni di campagna elettorale, quelli
decisivi. Non solo perché una buona fetta dell’elettorato sceglierà
in questi giorni cosa votare, ma perché Renzi e Grillo stanno
puntando tutte le loro carte sulla costruzione di un bipolarismo
mediatico, per scatenare la campagna sul voto utile e catalizzare
consensi. Questo avviene in un contesto in cui larga parte del
popolo italiano vive una solitudine sofferente che non riesce
a costituirsi in soggettività, in movimento collettivo. La
politica viene così ridisegnata dagli uomini della provvidenza che
promettono i miracoli. In una perfetta divisione di ruoli, l’intero
spazio mediatico è occupato dall’uomo della provvidenza che punta
sulla speranza e da quello che punta sulla rabbia. La forza del
populismo di governo e di opposizione sta proprio qui, nel mettere
a valore la passivizzazione di massa, proponendo una delega
“all’uomo giusto”, in grado di risolvere tutti i problemi, contro
i capri espiatori individuati di volta in volta. Non è un caso che
Renzi — in nome del risparmio e della lotta alla casta — stia
manomettendo la Costituzione e riducendo drasticamente la
rappresentatività democratica delle istituzioni. Non è un caso
che Renzi attacchi la Cgil e il sindacato in quanto tale: in un
processo che punta a ridurre alla condizione di sudditi lavoratori
e cittadini, ogni forma di organizzazione sindacale e di
autonoma rappresentanza dei lavoratori deve essere spazzata via.
Per questo la proposta di un’altra
Europa con Tsipras non è solo una diversa proposta politica ma una
proposta alternativa a Renzi come a Grillo anche nella concezione
della politica e della democrazia. Non chiediamo una delega all’uomo
forte ma proponiamo un percorso in cui la costruzione di una
rappresentanza politica della sinistra si intrecci con la
costruzione di una soggettività politica di massa. Questo
è l’unico antidoto contro le politiche neoliberiste e il
parallelo processo di passivizzazione autoritaria che riduce
i cittadini a sudditi. Per questo dovremo utilizzare questi
ultimi giorni, a partire dal prestigio e dal consenso che abbiamo
sin qui accumulato, per rovesciare l’ordine del discorso pubblico su
due punti fondamentali. In primo luogo l’Europa così com’è è un
disastro ma l’alternativa non è l’uscita dall’Europa magari condita
dalla difesa della razza. Il problema non è ’euro si o euro no’ ma la
sconfitta delle politiche neoliberiste e l’austerità.
In secondo luogo, per sconfiggere le
politiche di austerità non bastano gli insulti, battere più o meno
forte i pugni sul tavolo o chiudersi in casa propria. Serve la forza
della mobilitazione popolare, una grande forza che si ponga al
livello a cui si sono organizzati banchieri e padroni. Per questo la
lista un’altra Europa con Tsipras — a differenza del M5S — non
è presente solo in Italia: Tsipras è il candidato presidente di
tutte le forze della sinistra europea e questa coalizione
internazionale è indispensabile per costruire un movimento
politico di massa europeo e sconfiggere le politiche di
austerità. La stessa sovranità nazionale degli stati deve essere
utilizzata in questa direzione e per questo proponiamo che gli
stati disobbediscano ai trattati e alle direttive europee che
hanno effetti negativi sui popoli: Renzi, invece di fare teatro,
ritiri la firma dal fiscal compact e dichiari l’indisponibilità dell’Italia ad applicare quel trattato.
Propongo inoltre che si dica
chiaramente che il voto alla lista Tsipras vale doppio: non solo per
rovesciare le politiche neoliberiste ma per costruire la
sinistra in Italia. Rifondazione Comunista propone che
dall’esperienza elettorale parta un processo costituente della
sinistra, che sarà tanto più agevole quanto maggiore sarà il
successo della lista. Lavorare per fare Syriza anche in Italia
è l’impegno che ci assumiamo ora e che confidiamo possa essere
condiviso da tutti e tutte coloro che si sono impegnati per il
successo della lista e da molti altri. Uscire dalla seconda repubblica
senza cadere nel populismo significa lavorare per costruire la
sinistra europea anche in Italia, significa costruire — nel
contesto decisivo delle relazioni europee — una sinistra
antiliberista che si ponga l’obiettivo di assumere relazioni
e dimensione di massa. Un processo che parta dall’alto e dal basso, un
processo partecipato, plurale e democratico che si dia il tempo
necessario per dotarsi di una propria soggettività. Perché non
possiamo continuare ad inseguire le scadenze elettorali mentre
i rapporti sociali e l’immaginario collettivo vengono
quotidianamente plasmati dai nostri nemici.
PAOLO FERRERO
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista
da il manifesto
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