Sono forse i giorni decisivi per la nascita di una lista alternativa al centrosinistra. Il ritorno di Berlusconi, però, frena i soggetti in campo. Ogni cosa può accadere
Potrebbe
essere definita la settimana “arancione” quella iniziata lunedì 10
dicembre. Segnata profondamente dall’ennesimo “ritorno del Caimano”, nei
prossimi giorni si terranno alcuni appuntamenti che contribuiranno a
definire la mappatura politica alle prossime elezioni. Il più importante
è la convention di Luigi De Magistris, che si terrà il 12 dicembre a
Roma; poi le assemblee provinciali di “Cambiare si può” previste nel
fine settimana e l’assemblea nazionale dell’Italia dei Valori che si
terrà il 15 dicembre. Saranno questi appuntamenti che stabiliranno se ci
sarà o meno una lista alternativa al Pd alle prossime elezioni, che
tipo di lista sarà, con quali soggetti, programmi e obiettivi.
La novità della svolta berlusconiana,
però, non potrà non tenere banco. A parte il fatto che il ritorno del
Cavaliere rigetta il quadro politico all’indietro di diversi anni, la
“svolta”, ampiamente attendibile, sia chiaro, si porta dietro la mossa,
ben più rilevante, che si appresta a compiere Mario Monti. E questo
scombina non poco i piani di Pierluigi Bersani, vincente alle primarie
del centrosinistra e che pensava di correre in un contesto privo di
reali contendenti. Il segretario del Pd, invece, si trova di fronte “due
destre” di tipo diverse una delle quali, Monti, è sua alleata
nell’attuale governo e che rappresenta un mondo con il quale il premier
“in pectore” non vuole confliggere. Si guardi all’intervista al Wall Street Journal in cui ha rassicurato la comunità finanziaria internazionale.
Monti e Berlusconi, però, rappresentano
anche una possibile sfida nella sfida che mette un po’ ai margini colui
che, con le primarie, sembrava l’unico protagonista della prossima
stagione politica ed è soprattutto per questo che Pierluigi Bersani ha
chiesto a Mario Monti di non intestarsi nessuna lista promettendogli il
Quirinale.
Difficile dire se la mossa riuscirà:
l’attuale presidente del Consiglio si è rivelato persona cinica e
scaltra ed è probabile che, pur non impegnandosi direttamente, cercherà
di benedire quella lista a cui si stanno impegnando i vari Montezemolo,
Casini e diversi transfughi del Pdl a cominciare dalla corrente
ciellina.
La novità, però, potrebbe rendere molto più arduo costituire una lista di “sinistra” alternativa vista la presa, sempre forte, dell’antiberlusconismo classico. Gli echi si sono fatti già sentire e i vecchi richiami sono stati già attivati. Berlusconi non ha nessuna chance di vincere ma il solo fatto di vederlo in circolazione, impegnato in una nuova campagna elettorale, renderà difficile, per molti, l’impegno in una operazione che potrebbe far perdere voti a sinistra al Pd e ai suoi alleati.
La novità, però, potrebbe rendere molto più arduo costituire una lista di “sinistra” alternativa vista la presa, sempre forte, dell’antiberlusconismo classico. Gli echi si sono fatti già sentire e i vecchi richiami sono stati già attivati. Berlusconi non ha nessuna chance di vincere ma il solo fatto di vederlo in circolazione, impegnato in una nuova campagna elettorale, renderà difficile, per molti, l’impegno in una operazione che potrebbe far perdere voti a sinistra al Pd e ai suoi alleati.
Per questo i riflettori vanno puntati
soprattutto sulla convention che Luigi De Magistris terrà il 12 dicembre
al teatro Eliseo di Roma dove lancerà il “Movimento arancione” e dove
dovrà chiarire se si tratterà di una costola del centrosinistra o se
invece punterà a collocarsi al di fuori delle alleanze. Strettamente
connesso a quel che farà il primo cittadino napoletano è poi
l’iniziativa di Antonio Di Pietro, in caduta libera nei sondaggi ma
certamente indisponibile a lasciare libero il campo. Di Pietro terrà
l’assemblea generale dell’Italia dei Valori il 15 dicembre presso il
Marriott Park Hotel di Roma per dimostrare che l’Idv “c’è ed esiste
ancora ed è fortemente determinata a rilanciare la propria azione
politica”. La tentazione di una ricucitura con il Pd è fortissima ma non
è detto che siano realizzabili i canali di comunicazione. Anche in
questo caso, la tentazione di una lista alternativa, con il proposito di
divenire indispensabili dopo le elezioni per formare un nuovo governo,
sarà forte. Ma anche questa eventualità, con la presenza di Berlusconi
ed esposti all’accusa di poter fare il gioco del “caimano”, è rischiosa.
Contemporaneamente a questi appuntamenti
si terrà la due giorni di “Cambiare si può”, il 14 e 15 dicembre, come
deciso all’assemblea del 1 dicembre cui hanno preso parte lo stesso De
Magistris e anche il magistrato Antonio Ingroia. Si discuterà a livello
provinciale della possibilità di “una proposta elettorale autonoma e
nuova, anche nel metodo, capace di parlare a un’ampia parte del Paese”.
Nelle conclusioni di quell’assemblea, Marco Revelli è stato molto
prudente nel lanciare l’ipotesi di una lista alternativa e diversi
interventi hanno sottolineato la pericolosità di lanciarsi in
un’avvenutura elettorale senza aver solidificato finora nulla. Anche
perché, è chiaro a molti che la partita si giocherà soprattutto tra i
soggetti indicati sopra e la lista di Beppe Grillo, l’unico vero
catalizzatore del voto di protesta (che con le sue “parlamentarie” ha,
però, offerto una concezione della partecipazione diretta piuttosto
misera e manipolata).
Non c’è dubbio che l’assenza di una
lista alternativa alle prossime elezioni, con un programma se non
anticapitalista almeno antiliberista e in grado di fare il controcanto
alla vulgata liberista del rigore e dell’austerità, rappresenterebbe una
grave mancanza. In ogni caso, sarebbe l’esatta fotografia della
situazione attuale in cui le forze di sinistra rasentano il minimo
storico, poco in grado di riattivarsi e di parlare un linguaggio
attraente e in sintonia con i grumi di rabbia sociale che si colgono
dappertutto. Per fare questo servirebbe una buona dose di coraggio,
abbandonare involucri desueti e lanciarsi con più determinazione verso
le novità della fase. Nessuna delle forze in campo sembra volersi
cimentare in questa impresa – in cui l’innovazione andrebbe coniugata
alla radicalità – e questo, forse, è il limite sostanziale.
In ogni caso, le carte stanno per essere distribuite e ognuno dei soggetti in campo farà il suo gioco.
In ogni caso, le carte stanno per essere distribuite e ognuno dei soggetti in campo farà il suo gioco.
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