Noi
non siamo l'Unione dove i comunisti facevano casino, noi siamo un'altra
cosa, state tranquilli venite pure ad investire in ITalia, l'art.18 è
oramai un capitolo chiuso. Questo è il riassunto dell'intervista di Pier
Luigi Bersani, rilasciata al Wall Street Journal per rassicurare i
mercati e la comunità internazionale dopo le dimissioni di Mario Monti.
Bersani dice quello che i mercati volevano sentire parlando dove conta
per davvero. Del resto per far accreditare il suo possibile futuro
governo i segnali da lanciare devono esssere chiari. "Concordo che in
passato i governi di centrosinistra hanno offerto un'immagine di
divisioni, come nell'ultimo governo Prodi - dice nell'intervista Bersani
- ma all'epoca c'erano 12 partiti diversi, e non c'era ancora il Pd.
Oggi le cose sono diverse. Il nostro partito è la maggiore forza
politica italiana e ha la sua identità". Bersani conferma
nell'intervista che pensa a una larga alleanza con le forze moderate di
Casini e Montezemolo, definite come realtà "centriste, europeiste" e
ribadisce che malgrado le pressioni del partito di Nichi Vendola" la
discussione sull'articolo 18 è un capitolo chiuso". Agitare per i
mercati lo scalpo dell'art.18 è un segnale chiaro, vuol dire che in
Italia non ci saranno tensioni sociali e che il processo di
ristrutturazione capitalista iniziato con il Governo Monti non sarà
messo in discussione. Questa intervista, rilasciata a pochi mesi dal
voto chiarisce definitivamente il profilo del PD e ribadisce ancora una
volta che il patto Pd SEL PSi è un patto chiuso a sinistra ed aperto ai
liberisti a partire dai contenuti programmatici. Il profumo di sinistra
di Bersani è sparito nel giro di pochi giorni, Vendola e Diliberto ora
fanno davvero tristezza.
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