sabato 22 giugno 2013

Dal "curriculum vitae" al "tengo famiglia": la parabola del M5S

grillo bluff democrazia web

Meritocrazia M5S?
Assunzioni, un bluff al 99%

 

di Claudio Fusani, L'Unità

La prima domanda: «Com'è andata poi la selezione di collaboratori e assistenti parlamentari?». Risposta di uno dei responsabili comunicazione Cinque stelle: «Ah, benissimo, un trionfo, 23 mila curricula, 23 mila persone che ci hanno inviato il loro profilo professionale interessate a collaborare con noi». Fantastico. Di più, strepitoso. La seconda domanda: «Quanti di questi sono stati assunti a contratto dai gruppi di Camera e Senato del Movimento?». Risposta a mezza bocca: “Boh, tre, quattro persone, non di più. Sai, i curricula erano troppo generici». Ora, quattro selezionati – ma se anche fossero dieci – su 23 mila richieste e una disponibilità di circa 400 posti sembrano veramente troppo pocohi. Troppo al di sotto i pur ammirabili, pregevoli propositi di «massima trasparenza e partecipazione dal basso».

 Il risultato dell'ammiccante grido di battaglia di Roby Lombardi «cerchiamo persone che vogliano aiutarci a far uscire dal buio questo paese», è che in Parlamento, come assistenti parlamentari, sono stati piazzati gli amici degli amici. Nell'ordine: nei due gruppi di Camera e Senato, dove il Movimento ha spazio per 40-50 assunti a Montecitorio e 20-30 a palazzo Madama hanno trovato lavoro, in ruoli di vertice, una dozzina di persone del giro Casaleggio; una dozzina di ripescati dalle liste dei disoccupati delle vecchie legislature (altrimenti scatta una penalità di 70 mila euro) ; degli altri non è dato conoscere il profilo ma non sono stati selezionati via web. Per quello che riguarda il piccolo esercito degli assistenti dei 159 (erano 163 all’inizio) parlamentari, si sa invece che i 318 posti (ognuno ha diritto a due collaboratori) sono stati occupati da amici e conoscenti pescati nei rispettivi collegi.

È utile ripercorrere dall’inizio le tappe della magnifica illusione. E cocente delusione. All’inizio di marzo, prima Grillo poi l’allora capogruppo Roberta Lombardi annuncia via web: «Cerchiamo persone che vogliano aiutarci a far uscire dal buio questo paese da affiancare ai gruppi parlamentari di Camera e Senato». Seguono profilo e requisiti: «Pulite, trasparenti e oneste, competenti e volenterose». Dunque niente inciuci nè raccomandazioni ma rigorosa selezione tra «i migliori curricula che riceveremo perchè vogliamo svolgere un lavoro eccellente». Il merito prima di tutto, preferenza per laureati in materia giuridiche-economiche. Evviva.

 Della meravigliosa e progressiva iniziativa non si sa più nulla. Fino al 2 giugno scorso. Quando un altro post annuncia, dal sito del Movimento, che «sono 23.000 le e-mail di cittadini disponibili a collaborare alle attività parlamentari del Movimento. A breve pubblicheremo i nominativi degli assunti e relativi curricula». Il post continua mettendo già le mani avanti: «Questa fase di start-up ha rallentato la selezione delle figure richieste. L’esame di tutti i cv sta terminando in questi giorni ma, nel frattempo abbiamo selezionato - considerata l'emergenza - personale che avesse già esperienza all'interno della Camera e del Senato».
In mezzo a queste due date, però, il web grillino si è molto occupato della faccenda. A metà maggio, ad esempio, compare un post dove si spiega che «per ciò che concerne i collaboratori parlamentari, essendo il primo requisito del lavoro l'assoluta fiducia e stima personale del deputato di cui sono diretti dipendenti, ciascun parlamentare ha selezionato individualmente la persona che lo assistesse». Quei posti lì, quindi, i più numerosi (318), non sono più disponibili.

Collaboratori del gruppo parlamentare al Senato raccontano qualche dettaglio in più. Ad esempio che «i primi giorni si erano presentati fratelli, sorelle, moglie, mariti, fidanzati per i posti di assistente dei parlamentari. Dopo una settimana però Crimi dovette dare la notizia che non potevano essere contrattualizzati parenti fino al terzo grado». A quel punto allora, i parlamentari hanno soddisfatto certe promesse fatte in campagna elettorale: «Se mi aiuti poi ti trovo lavoro». Il risultato oggi è che l’assistente è quasi sempre persona del territorio e del collegio.

Utile, anche, spiegare qualcosa relativamente ai soldi. I Cinque stelle al Senato ricevono, in quanto gruppo, circa 3 milioni di euro (59 mila euro a senatore e 300 mila di fisso) all’anno. Poichè è tutto in proporzione, alla Camera il finanziamento al gruppo (105 deputati) è assai più alto. A questi soldi, vanno aggiunti i circa 4000 euro che ogni parlamentare riceve ogni mese per il collaboratore/portaborse. Domanda: a chi vanno i circa nove milioni del gruppo Cinque stelle? Al netto degli stipendi del personale del gruppo (massimo 80 persone), il resto, a occhio e croce, è per Grillo e Casaleggio.

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