venerdì 21 giugno 2013

Prc Umbria: Bruciare rifiuti nei cementifici non è la soluzione. Rifiuti Zero


"Desta profonda preoccupazione - si legge in un comunicato stampa del Prc umbro a firma del Segretario Regionale, Della Vecchia e del Presidente del Gruppo Prc in Consiglio Regionale, Stufara -  il sostegno dato da più parti all'ipotesi di produrre CSS dai rifiuti urbani della regione, al fine di incenerirli in una serie di impianti, come i cementifici e le centrali termoelettriche, presenti nel territorio regionale; con una simile scelta si porrebbe di fatto la parola fine alla crescita della raccolta differenziata e allo sviluppo delle migliori tecnologie disponibili per la massimizzazione del riciclaggio delle materie prime seconde potenzialmente derivabili dai rifiuti, impegni questi sanciti al momento dell'approvazione del DAP 2013. Non vi possono essere vie di mezzo fra la scelta, fatta meno di 3 mesi fa dalla Regione Umbria, di promuovere il raggiungimento dell'obiettivo Rifiuti Zero, e la creazione di filiere industriali dell'incenerimento, con un proliferare di sorgenti puntuali di emissioni inquinanti di cui i cittadini ed i rispettivi territori pagheranno il caro prezzo."
"Gli argomenti addotti per sostenere la soluzione del CSS, ovvero la diminuzione del ricorso alle discariche e l'aumento del livello di monitoraggio dei cementifici - continuano i due esponenti del Prc umbro - sono privi di fondamento. Primo, perché la riduzione dei rifiuti conferiti in discarica può essere conseguita con altre metodologie – la riduzione dei rifiuti alla fonte, la crescita della raccolta differenziata e, appunto, la costruzione di impianti per il riciclo ed il riuso delle materie prime seconde, sul modello di Vedelago; 
Secondo, perché il maggiore controllo delle emissioni dei cementifici – dove si dovrebbe desumere siano presenti, in barba ad ogni principio di cautela, sostanze non parametrate - può essere fatto sin d'ora, rivedendo le autorizzazioni in essere. Il vero argomento, inconfutabile, è che la produzione del CSS e la sua commercializzazione garantirebbero profitti a tutti i soggetti che si offriranno per bruciarlo; profitti pagati ovviamente dalla popolazione, ormai stanca della deregolamentazione strisciante operata in questi anni, di cui è un valido esempio, per rimanere alla nostra Umbria, la 'corsa alle biomasse'."
"Il Partito della Rifondazione Comunista - conclude il comunicato stampa del Prc umbro - si è impegnato affinché si aprisse in tempi brevi, in Consiglio regionale, la discussione sul nuovo ciclo di programmazione in materia di rifiuti; non sarebbe accettabile che a questo importante appuntamento la Regione arrivasse con le posizioni di Confindustria, principale sponsor del CSS, contro cui abbiamo oggi protestato pubblicamente aderendo al presidio presso la sua sede di Perugia. È necessario pertanto che nel territorio cresca la mobilitazione per impedire il concretizzarsi di questa proposta, contro la quale dobbiamo tutti impegnarci in un'azione di deterrenza, basata sulla concretezza delle alternative possibili per garantire la tutela dell'ambiente e della salute e per generare progresso ed occupazione."

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