di Globalist.it -
Dopo aver sensibilizzato l’opinione pubblica a riguardo del caccia F35, già a partire dal 2009 quando nessuno trattava questo tema, e aver raccolto il supporto di oltre 80.000 firme di cittadini, 650 associazioni, il sostegno di oltre 60 Enti Locali (tra Regioni, Province e Comuni) la campagna “Taglia le ali alle armi” (promossa da Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavola della Pace) continua la propria azione affinché venga decisa la cancellazione della partecipazione italiana al programma.
Dopo aver sensibilizzato l’opinione pubblica a riguardo del caccia F35, già a partire dal 2009 quando nessuno trattava questo tema, e aver raccolto il supporto di oltre 80.000 firme di cittadini, 650 associazioni, il sostegno di oltre 60 Enti Locali (tra Regioni, Province e Comuni) la campagna “Taglia le ali alle armi” (promossa da Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavola della Pace) continua la propria azione affinché venga decisa la cancellazione della partecipazione italiana al programma.
“Oggi il Parlamento – si legge in una nota – ha deciso l’ennesimo
rinvio: la mozione della maggioranza di Governo, votata da 381 Deputati
impegna il Governo a non procedere a nessuna fase di ulteriore
acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito. È un
primo passo, ma non è sufficiente”.
“Il Parlamento avrebbe potuto fare oggi la cosa giusta: decidere la
cancellazione del programma, oppure una sospensione immediata e definita
nel tempo. E avrebbe potuto decidere oggi l’istituzione di una
Commissione di indagine. In questo modo avrebbe tenuto conto delle
richieste avanzate da quattro anni dalla campagna Taglia le ali alle
armi e dalle migliaia di cittadine e cittadini che in questi anni hanno
sostenuto le sue iniziative chiedendo che le scarse risorse a
disposizione venissero impiegate per finanziare la creazione di posti di
lavoro, scuole, asili e servizi sociali. Non è stato così”, continuano i
promotori della campagna contro gli F35.
E si legge ancora: “Senza l’elemento temporale della sospensione e
senza prevedere di fornire al Parlamento i dati veri sul programma F-35
(non solo la voce della Difesa come avvenuto in passato) non si va
incontro ai cittadini che in queste ore gridano su tutti i social
network la loro contrarietà a questo progetto. Un dispositivo come
quello approvato – senza ulteriori dettagli su tempi e procedure –
lascia spazio ad una pausa “estiva” con il rischio di arrivare
all’autunno e riprendere a firmare contratti d’acquisto per l’F35″.
“Lo diciamo fin dal 2009 – concludono – l’acquisto dei bombardieri
F35 non deve essere visto come una mera contrapposizione tra pacifisti e
militari, ma è una questione politica che riguarda tutti i cittadini e
il futuro del Paese. Ciò sia per l’impatto finanziario del programma che
per la sua valenza strategica e di prospettiva: che tipo di sicurezza
vogliamo per le famiglie italiane? Quella garantita da welfare, sanità,
politiche del lavoro o quella di armamenti inutili e costosi?”.
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