giovedì 27 giugno 2013

Rete per il disarmo sugli F35: il Parlamento cancelli il programma

di Globalist.it -
Dopo aver sensibilizzato l’opinione pubblica a riguardo del caccia F35, già a partire dal 2009 quando nessuno trattava questo tema, e aver raccolto il supporto di oltre 80.000 firme di cittadini, 650 associazioni, il sostegno di oltre 60 Enti Locali (tra Regioni, Province e Comuni) la campagna “Taglia le ali alle armi” (promossa da Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavola della Pace) continua la propria azione affinché venga decisa la cancellazione della partecipazione italiana al programma.
“Oggi il Parlamento – si legge in una nota – ha deciso l’ennesimo rinvio: la mozione della maggioranza di Governo, votata da 381 Deputati impegna il Governo a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito. È un primo passo, ma non è sufficiente”.
“Il Parlamento avrebbe potuto fare oggi la cosa giusta: decidere la cancellazione del programma, oppure una sospensione immediata e definita nel tempo. E avrebbe potuto decidere oggi l’istituzione di una Commissione di indagine. In questo modo avrebbe tenuto conto delle richieste avanzate da quattro anni dalla campagna Taglia le ali alle armi e dalle migliaia di cittadine e cittadini che in questi anni hanno sostenuto le sue iniziative chiedendo che le scarse risorse a disposizione venissero impiegate per finanziare la creazione di posti di lavoro, scuole, asili e servizi sociali. Non è stato così”, continuano i promotori della campagna contro gli F35.
E si legge ancora: “Senza l’elemento temporale della sospensione e senza prevedere di fornire al Parlamento i dati veri sul programma F-35 (non solo la voce della Difesa come avvenuto in passato) non si va incontro ai cittadini che in queste ore gridano su tutti i social network la loro contrarietà a questo progetto. Un dispositivo come quello approvato – senza ulteriori dettagli su tempi e procedure – lascia spazio ad una pausa “estiva” con il rischio di arrivare all’autunno e riprendere a firmare contratti d’acquisto per l’F35″.
“Lo diciamo fin dal 2009 – concludono – l’acquisto dei bombardieri F35 non deve essere visto come una mera contrapposizione tra pacifisti e militari, ma è una questione politica che riguarda tutti i cittadini e il futuro del Paese. Ciò sia per l’impatto finanziario del programma che per la sua valenza strategica e di prospettiva: che tipo di sicurezza vogliamo per le famiglie italiane? Quella garantita da welfare, sanità, politiche del lavoro o quella di armamenti inutili e costosi?”.

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