giovedì 20 giugno 2013

Il sistema Grillo e l'ombra del Grande Fratello di Luigi Pandolfi, huffingtonpost.it

Ma che cos'è il Movimento 5 stelle? Dopo lo spettacolo che i suoi gruppi parlamentari hanno dato in questi giorni, questa domanda è meno retorica e banale di quanto si possa pensare. Per una parte consistente del paese il partito di Grillo doveva costituire il grimaldello per scardinare un sistema politico percepito come corrotto ed inutile, tutto ripiegato sulla sua antipatica autoreferenzialità, e la levatrice di una nuova stagione politico-istituzionale. L'hanno pensata in molti questa cosa, quasi dieci milioni di italiani.
A distanza di quattro mesi dal voto di febbraio, nondimeno, con che cosa ci ritroviamo? Con Berlusconi al governo insieme al Partito democratico, e con il Movimento 5 Stelle che fa i processi pubblici ai suoi parlamentari. Il paese sprofonda di ora in ora in una crisi economica e sociale inarrestabile, devastante, con un governo che finora ha brillato soltanto per la sua inettitudine, e il partito della palingenesi,del cambiamento epocale, anziché fare opposizione, stare in mezzo al disagio, animare il dibattito sulle vere questioni del momento, a cominciare dall'insostenibilità dell'attuale costruzione europea, organizzare la mobilitazione dei cittadini nelle piazze per chiedere interventi urgenti per l'occupazione, cosa fa? Fa la caccia alle streghe, mette alla gogna i militanti che osano criticare il capo, indice consultazioni in rete per l'espulsione di questo o quel parlamentare.
Qualcuno, all'interno del movimento stesso, ha parlato in questi giorni di clima da "psicopolizia", con chiara allusione al 1984 di George Orwell, per definire ciò che sta accadendo tra i membri dei gruppi parlamentari di Camera e Senato. Invero di richiami alla narrazione orwelliana per leggere alcuni tratti caratteristici della formazione di Grillo ce ne sono tanti in giro, perfino nella rappresentazione che il comico ha dato in alcuni casi di se stesso.
Un po' di tempo addietro, navigando tra le pagine del suo blog, mi sono imbattuto in una cosa che mi ha fatto molto riflettere. Ho trovato un suo vecchio post nel quale egli stesso parafrasava Orwell per denunciare l'uso distorto, fuorviante, che si farebbe attualmente di alcuni termini nel linguaggio della politica e dei media. In sostanza si cimentava in un ardito parallelismo tra il linguaggio odierno della politica e la "neolingua" di cui lo scrittore inglese parlava nel suo 1984, quella dove "le parole indicano l'opposto del loro significato originale".
Curiosamente, però, nell'immagine di corredo al testo, tratta dal fumetto 1984 The comics di F. Guimont, il volto ritratto non era quello originale con i tratti somatici mescolati di Hitler e di Stalin, né di alcun personaggio attuale della politica o dei media, ma proprio il suo! Si, lui, Beppe Grillo, nei panni del Grande Fratello, con la famigerata scritta sotto: "Big Brother is watching you" (Il Grande Fratello ti sta guardando!).
Mi sono chiesto: errore marchiano o lapsus freudiano? Poi ho pensato all'ossessione per lo streaming e non ho potuto fare a meno di pensare al televisore ricevente di cui parlava Orwell. Ancora lui, un'ombra che incombe.
E che dire della concezione che Grillo ha della democrazia? L'ha messa nero su bianco: "Le masse informate non hanno più né il bisogno né la volontà di delegare ad alcuno il loro destino. I Referendum via rete, senza quorum e propositivi diventeranno la normalità. In un tempo abbastanza breve - un decennio o due - nulla sarà come prima. Scompariranno i media tradizionali, svaniranno gran parte delle strutture gerarchiche che regolano i vari aspetti della società e dell'economia. Tra queste, anche i partiti, che saranno sostituiti dai movimenti."
Alla democrazia rappresentativa si dovrebbe sostituire insomma una sorta di "plebiscitarismo digitale", nel quale il cittadino, al di fuori di ogni socialità, anche di tipo politico, sarebbe periodicamente chiamato a fare un click su un si o su un no, per avallare o bocciare scelte fatte dall'alto ovvero per esprimere posizioni che, nella maggior parte dei casi, nessuno raccoglierebbe.
Si ha l'impressione che l'alternativa proposta da Grillo sia quella in cui masse di individui atomizzati, soli davanti agli schermi dei loro personal computer, vengano ad essere integrati passivamente ed anonimamente nella vita pubblica di un paese.
E qui sta la componente "avveniristica" del fenomeno, legata all'innovazione del web, che si combina con forme molto più tradizionali di affermazione della leadership e di rapporto con le masse. Si pensi alle piazze di Grillo, che hanno tutto il sapore delle adunate. Non tanto quelle del Ventennio, troppo "regolari". Piuttosto quelle dannunziane, più vivaci, più libere, scapestrate. Il grande tribuno, il Vate, il "Me ne frego"( nella versione grillina il "Vaffanculo").
In questo il Movimento 5 Stelle non ha inventato nulla. Compreso l'esonero del leader dal rendere conto delle cose che dice, di quello che fa. Il Vate non è sindacabile, non è criticabile. E qui arriviamo alla domanda iniziale. Che cos'è il Movimento 5 Stelle? Dare una risposta secca, univoca, a questa domanda non è possibile. Così come è difficile decifrarne la reale missione, entreremmo in un ambito che definirei senza problemi "esoterico".
Sulla base degli elementi che abbiamo a disposizione, compresi quelli relativi alle purghe di questi giorni, possiamo tranquillamente affermare che si tratta del più "nuovo" dei partiti, che ha però resuscitato pratiche e rituali tra i più esecrabili della politica novecentesca. E che nel gorgo di queste pratiche finiscono per annegare anche le intuizioni e le idee più positive che in questi anni l'hanno visto protagonista.
Stile tribunizio, intolleranza al dissenso, processi pubblici ai propri membri, purghe e denigrazione dell'avversario, irriducibilità al confronto ed alle regole della democrazia rappresentativa. Tutto ciò costituisce l'humus su cui costruire la democrazia del futuro? Piuttosto si tratterebbe di un salto nel passato. E nemmeno in quello migliore, che pure c'è stato ed andrebbe valorizzato.
Mentre chiudo questa nota apprendo che la rete ha emesso il suo verdetto nei confronti della senatrice Gambaro: espulsa. Qualcuno aveva avuto dubbi?

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