Ma che cos'è il Movimento 5 stelle? Dopo lo spettacolo che i suoi
gruppi parlamentari hanno dato in questi giorni, questa domanda è meno
retorica e banale di quanto si possa pensare. Per una parte consistente
del paese il partito di Grillo doveva costituire il grimaldello per
scardinare un sistema politico percepito come corrotto ed inutile, tutto
ripiegato sulla sua antipatica autoreferenzialità, e la levatrice di
una nuova stagione politico-istituzionale. L'hanno pensata in molti
questa cosa, quasi dieci milioni di italiani.
A distanza di quattro mesi dal voto di febbraio, nondimeno, con che
cosa ci ritroviamo? Con Berlusconi al governo insieme al Partito
democratico, e con il Movimento 5 Stelle che fa i processi pubblici ai
suoi parlamentari. Il paese sprofonda di ora in ora in una crisi
economica e sociale inarrestabile, devastante, con un governo che finora
ha brillato soltanto per la sua inettitudine, e il partito della
palingenesi,del cambiamento epocale, anziché fare opposizione, stare in
mezzo al disagio, animare il dibattito sulle vere questioni del momento,
a cominciare dall'insostenibilità dell'attuale costruzione europea,
organizzare la mobilitazione dei cittadini nelle piazze per chiedere
interventi urgenti per l'occupazione, cosa fa? Fa la caccia alle
streghe, mette alla gogna i militanti che osano criticare il capo,
indice consultazioni in rete per l'espulsione di questo o quel
parlamentare.
Qualcuno, all'interno del movimento stesso, ha parlato in questi
giorni di clima da "psicopolizia", con chiara allusione al 1984 di
George Orwell, per definire ciò che sta accadendo tra i membri dei
gruppi parlamentari di Camera e Senato. Invero di richiami alla
narrazione orwelliana per leggere alcuni tratti caratteristici della
formazione di Grillo ce ne sono tanti in giro, perfino nella
rappresentazione che il comico ha dato in alcuni casi di se stesso.
Un po' di tempo addietro, navigando tra le pagine del suo blog, mi
sono imbattuto in una cosa che mi ha fatto molto riflettere. Ho trovato
un suo vecchio post nel quale egli stesso parafrasava Orwell per
denunciare l'uso distorto, fuorviante, che si farebbe attualmente di
alcuni termini nel linguaggio della politica e dei media. In sostanza si
cimentava in un ardito parallelismo tra il linguaggio odierno della
politica e la "neolingua" di cui lo scrittore inglese parlava nel suo
1984, quella dove "le parole indicano l'opposto del loro significato
originale".
Curiosamente, però, nell'immagine di corredo al testo, tratta dal fumetto 1984 The comics
di F. Guimont, il volto ritratto non era quello originale con i tratti
somatici mescolati di Hitler e di Stalin, né di alcun personaggio
attuale della politica o dei media, ma proprio il suo! Si, lui, Beppe
Grillo, nei panni del Grande Fratello, con la famigerata scritta sotto:
"Big Brother is watching you" (Il Grande Fratello ti sta guardando!).
Mi sono chiesto: errore marchiano o lapsus freudiano? Poi ho pensato
all'ossessione per lo streaming e non ho potuto fare a meno di pensare
al televisore ricevente di cui parlava Orwell. Ancora lui, un'ombra che
incombe.
E che dire della concezione che Grillo ha della democrazia? L'ha
messa nero su bianco: "Le masse informate non hanno più né il bisogno né
la volontà di delegare ad alcuno il loro destino. I Referendum via
rete, senza quorum e propositivi diventeranno la normalità. In un tempo
abbastanza breve - un decennio o due - nulla sarà come prima.
Scompariranno i media tradizionali, svaniranno gran parte delle
strutture gerarchiche che regolano i vari aspetti della società e
dell'economia. Tra queste, anche i partiti, che saranno sostituiti dai
movimenti."
Alla democrazia rappresentativa si dovrebbe sostituire insomma una
sorta di "plebiscitarismo digitale", nel quale il cittadino, al di fuori
di ogni socialità, anche di tipo politico, sarebbe periodicamente
chiamato a fare un click su un si o su un no, per avallare o bocciare
scelte fatte dall'alto ovvero per esprimere posizioni che, nella maggior
parte dei casi, nessuno raccoglierebbe.
Si ha l'impressione che l'alternativa proposta da Grillo sia quella
in cui masse di individui atomizzati, soli davanti agli schermi dei loro
personal computer, vengano ad essere integrati passivamente ed
anonimamente nella vita pubblica di un paese.
E qui sta la componente "avveniristica" del fenomeno, legata
all'innovazione del web, che si combina con forme molto più tradizionali
di affermazione della leadership e di rapporto con le masse. Si pensi
alle piazze di Grillo, che hanno tutto il sapore delle adunate. Non
tanto quelle del Ventennio, troppo "regolari". Piuttosto quelle
dannunziane, più vivaci, più libere, scapestrate. Il grande tribuno, il
Vate, il "Me ne frego"( nella versione grillina il "Vaffanculo").
In questo il Movimento 5 Stelle non ha inventato nulla. Compreso
l'esonero del leader dal rendere conto delle cose che dice, di quello
che fa. Il Vate non è sindacabile, non è criticabile. E qui arriviamo
alla domanda iniziale. Che cos'è il Movimento 5 Stelle? Dare una
risposta secca, univoca, a questa domanda non è possibile. Così come è
difficile decifrarne la reale missione, entreremmo in un ambito che
definirei senza problemi "esoterico".
Sulla base degli elementi che abbiamo a disposizione, compresi quelli
relativi alle purghe di questi giorni, possiamo tranquillamente
affermare che si tratta del più "nuovo" dei partiti, che ha però
resuscitato pratiche e rituali tra i più esecrabili della politica
novecentesca. E che nel gorgo di queste pratiche finiscono per annegare
anche le intuizioni e le idee più positive che in questi anni l'hanno
visto protagonista.
Stile tribunizio, intolleranza al dissenso, processi pubblici ai
propri membri, purghe e denigrazione dell'avversario, irriducibilità al
confronto ed alle regole della democrazia rappresentativa. Tutto ciò
costituisce l'humus su cui costruire la democrazia del futuro? Piuttosto
si tratterebbe di un salto nel passato. E nemmeno in quello migliore,
che pure c'è stato ed andrebbe valorizzato.
Mentre chiudo questa nota apprendo che la rete ha emesso il suo
verdetto nei confronti della senatrice Gambaro: espulsa. Qualcuno aveva
avuto dubbi?
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