Certo che Facebook
è una brutta bestia: anche senza anonimato, fa cadere freni inibitori.
Così attempati seduttori cercano di acchiappare pubblicando foto
chiomate di vent’anni prima, corpulente matrone si definiscono sensuali e
sognatici, inalberando carni un po’ frollate, gattari e canari
sciorinano senza scrupoli infiniti carnet di immaginette dei loro cari, i
più temerari affliggono con le loro poesie o i loro ingenui
componimenti – che si sa che i social network hanno sostituito le
edizioni Rebellato grazie alle quali aspiranti scrittori provavano
l’emozione a pagamento della “pubblicazione”.
Si dimentica che l’ingeneroso e
implacabile Google non perdona, che restano tracce perenni di calvizie,
cellulite, mi piace, invettive, pensierini, improbabili sostegni a
candidati e movimenti, e soprattutto indelebili stupidaggini, fiumi di
cretinate imbarazzanti che incautamente si pensava vivessero lo spazio
di un clic.
Non ne sono immuni nemmeno le new entry
della politica, quelle che a forza di cyber-guru, streaming, natività
informatica dovrebbero essere più smaliziate.
Prove?!
Sei scienziati che stavano facendo studi l'hanno vista, ma il NOOA nega
tutto, gli sequestra il materiale d li caccia via!! Perché? Di
cos'hanno paura? Perché non ammettere un fatto tanto evidente? Perché
dire a scienziati che sono ...Visualizza altro
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Invece ecco che una cittadina deputata del movimento 5stelle fa una rivelazione epocale: le sirene
esistono, c’è una documentazione che lo prova, l’hanno accertato
autorevoli ricercatori. E per non lasciare dubbi condivide il link a
un documentario, commentando: “Prove schiaccianti! Sei scienziati che
stavano facendo studi l’hanno vista”, concludendo così: “Pensiamo di
essere gli unici nell’universo, ma non siamo nemmeno unici sulla terra
forse abbiamo paura di questo?”.
E a chi la esorta a tornare in sé, a
cambiare spacciatore, risponde che bisogna guardarsi dalla scienza
perché ci impedisce di sognare. Accidenti, la scienza impedisce di
sognare, l’esercizio di funzioni istituzionali impedisce di essere
umani, le condanne impediscono di diventare premier, la vita di chi sta
in politica è proprio difficile e risulta incomprensibile che chi ci
entra poi non ne voglia fuggire per ritrovare il gusto della libertà di
proiettarsi visioni, credere ai maghi di Vanna Marchi, aderire a
associazioni di ufologi, avere licenza di dispiegare compassione e
pietas incondizionate, occuparsi a pieno tempo di nipotini e nipotine,
più o meno celebri.
Per carità, la deputata Tatiana Basilio,
nutrita a Andersen, fratelli Grimm, più che Stuart Mill, Weber e
Habermas, attratta da Disneyland più che dalle aule sorde e grigie delle
istituzione, al canto delle sirene e alla baggianate fatate deve essere
abituata se ha creduto alle profezie di Casaleggio e alle stregonerie
di Grillo. E non è certo l’unica in Parlamento a rivelare un indole alla
credulità, una inclinazione alla dabbenaggine più stolta se centinaia
di colleghi hanno creduto che qualcuno potesse credere che Ruby era la
nipote di Mubarak,
se gli stessi hanno creduto che qualcuno abbia creduto che fosse
maggiorenne, se in tanti si sono bevuti che lo sfruttamento della
prostituzione fosse una inedita attività umanitaria, così come in molti
sono persuasi che abbiano la stessa origine e motivazione abusi di
potere, prepotenze inammissibili, esercizi di infame discriminazione,
personalismi efferati.
Ma si vogliamo credere che la riccioluta
parlamentare sia una creatura candida, che la sua sia una romantica
esibizione di ingenuità. A molti forse piacerà tanta fresca autenticità
infantile. Magari agli stessi cui hanno addolcito il cuore le lacrime
della Fornero, il cagnetto di Monti, le carezze a Dudù, le telefonate
della Cancellieri.
Io invece sono bastarda dentro, mi sono
convinta che non esiste strada virtuosa che conduca al potere, che chi
vi accede ben che vada venga contagiato dall’istinto a prenderci per i
fondelli, chi con burbanzosa arroganza, chi esibendo buoni sentimenti,
chi attribuendo a una perversa pedagogia le punizioni morali e
economiche che ci infligge, chi cercando di persuaderci che la
cancellazione di diritti e sovranità sia originata dalla volontà paterna
di levarci pensieri, responsabilità, oneri, che tanto ci pensano loro
al nostro bene.
E per essere più convincenti ogni tanto
ci rivelano risvolti umani della loro raggelante frigidità e del loro
tracotante interesse privato: debolezze domestiche, tenere morbidezze,
vizietti veniali che dovrebbero dimostrare che sono come noi,
vulnerabili dal sentimento, dalla poesia, dalla bellezza, dall’amore,
insomma da quell’insieme di beni che stanno invece impoverendo,
oltraggiando, riducendo in miseria. pensando che diventino perdonabili
per via della loro umana fragilità, infamie, incompetenze, abusi, furti,
carognate.
Altro che canti e note incantatrici, qui ben altre sirene ci vorrebbero, quelle del cellulare per metterli al meritato gabbio.
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