Una richiesta che contiene in sé, al di là dell’immediatezza
della fase, tre grandi questioni che è necessario sottolineare con forza anche
per fare in modo che nessuno le dimentichi:
1) Il
ruolo del sindacato, che non può restare trincerato all’interno di accordi
sulla rappresentanza coercitivi rispetto alle realtà davvero presenti sui
luoghi di lavoro e che deve recuperare immediatamente una valenza sociale e
politica adeguaLta alla gravità dello stato di cose in atto proprio in
relazione a quella “dimensione di classe” cui si è appena fatto cenno;
2) Il
tema generale della presenza della sinistra nel nostro paese. Senza alcuna
nostalgia del passato è evidente come la funzione di una sinistra autonoma,
alternativa, capace di esprimere forza d’opposizione nell’immediato e a livello
sistemico risulti determinante per lo sviluppo delle lotte del movimento
operaio. Questa soggettività al momento non esiste e non è possibile pensare
che possa essere confusa con chi, tutto sommato, si colloca all’interno del
quadro di governo con una funzione di sostanziale subalternità. La costruzione
di questa capacità di autonomia, di alternativa, di opposizione della sinistra
politica appare, in Italia, la questione più urgente e insieme più complessa
che dobbiamo affrontare e che la stessa piazza della FIOM ci ha chiamato ad
affrontare con determinazione;
3) Sarà
soltanto attraverso la determinazione di questo ruolo di classe del sindacato e
della presenza di un’adeguata soggettività della sinistra d’alternativa che si
potrà anche recuperare l’unità tra il mondo del lavoro e altri soggetti estesi
nell’insieme dell’arco sociale: in particolare con i giovani disoccupati e gli
studenti allo scopo di formare un blocco sociale capace di produrre un ampio
fronte di lotta, non vincolato nelle sue espressioni a un pericoloso e mediocre
populismo, ma capace di tornare a far valere le grandi ragioni di una
trasformazione radicale della società passando attraverso una forte domanda di
diritti individuali e collettivi, di
recupero di democrazia fuori e dentro i luoghi di lavoro, di difesa e rilancio
della Costituzione Repubblicana, di un’idea d’Europa “altra” rispetto a quella
costruita dai padroni e dalle banche verso la quale va esercita – assieme –
estraneità e opposizione.
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