Se non proprio un tsumani che gli si ritorce contro, di sicuro i
risultati usciti dalle urne rappresentano una brusca frenata per Beppe
Grillo. A dispetto di tutte le aspettative, infatti, il Movimento 5
stelle non solo non sfonda in nessuna delle città in cui si è votato, né
riesce a conquistare un ballotaggio che è uno dimostrando di non
raccogliere più, anche in presenza di un forte astensionismo, il voto di
protesta. Ma arretra pesantemente rispetto alle politiche e alle
regionali di soli tre mesi fa. Roma compresa anche se, va detto, il
12,7% conquistato da Marcello De Vito rappresenta il miglior risultato
ottenuto dal M5s. Ma è l’esito complessivo che per Grillo è come una
doccia fredda i cui effetti, prima ancora che nel suo movimento, agitano
la rete che si riempie delle proteste della base. «caro Beppe, adesso
il vaffa te lo devi prendere tu», scrive Fabio Z., mentre Agostino I. si
sfoga «Bla, bla, bla, e poi quando potevate governare e cambiare il
paese non lo avete fatto: per che cosa pensate che la gente vi abbia
votato?».
Roma a parte, i numeri danno la dimensione della battuta d’arresto subita dal movimento. A Siena, dove grillo aveva puntato tutto soffiando sullo scandalo MPS, l’M5s raccoglie appena il 7,5%, a Brescia il 6%, a Viterbo il 5,73% (solo tre mesi fa, a maggio, alle politiche aveva ottenuto il 30%). In Valle d’Aosta i voti raccolti, il 6,6%, sono addirittura tre volte di meno di quelli ottenuti tre mesi fa. E la stessa cosa succede a Vicenza, Imperia, Treviso, Brescia, tutte piazze dove i candidati 5 stelle non riescono a raccogliere i risultati sperati. La situazione è talmente imbarazzante che Vito Crimi, capogruppo del M5s al senato, non certo uno qualunque, a sera fa finta di niente: «I dati di Roma e delle amministrative? Non li ho seguiti. Non faccio commenti perché farei commenti a dati che non conosco e non ho seguito». Più tardi ai senatori arriva l’indicazione di evitare di rilasciare dichiarazioni.
All’hotel Gianicolo di Roma, dove si trova il comitato elettorale di Marcello De Vito, ben presto l’imbarazzo per i dati delle proiezioni si fa sentire. Stefano Zaghis, uno dei portavoce del movimento, prova a spiegare: «Non bisogna mischiare le mele con le pere. I dati di oggi non vanno confrontati con le politiche (quando l’M5s ha preso il 27,27%, ndr) ma con il 16,6% ottenuto alla regionali o con il 2,66 ottenuto dalla lista degli Amici di Beppe grillo nel 2008». E’ la linea scelta dal movimento, anche se per sentirla da De Vito bisognerà aspettare ancora. Annunciata inizialmente per le 18, la conferenza stampa viene sposta di un’ora, mentre il candidato sindaco resta chiuso in una sala dell’albergo insieme al suo staff. Quando esce nelle sue parole non c’è un filo di autocritica, ma se la prende con i giornali. «Si parla delle nostre diarie, ma non si dice nulla, o se ne parla poco della rivoluzione che il movimento 5 stelle sta tentando di attuare in politica», spiega. Inutile provare a chiedere se proprio le liti e le polemiche che hanno caratterizzato questi primi tre mesi in parlamento del movimento possono aver stancato gli elettori. Oppure del fatto che ha condotto la campagna elettorale praticamente dal solo, visto che Beppe Grillo si è fatto vedere solo venerdì scorso per il comizio di chiusura. Niente da fare. «Porteremo nel consiglio comunale di Roma un bel numero di consiglieri e faremo un’opposizione seria», ripete De Vito che sul ballottaggio che contrapporrà nella capitale Ignazio Marino a Gianni Alemanno, non dà nessuna indicazione di voto. «Lasciamo liberi gli elettri di votare per chi vogliono», spiega. «Io mi recherò alle urne ma non voterò» E chissà se la scelta di non dare indicazioni voto non verrà visto come un errore dai simpatizzanti del movimento.
Che però nel frattempo sulla rete si fanno sentire eccome. Il blog di Grillo si riempie del malumore dei suoi followers che attaccano la scelta di non partecipare ai talk show: «Dovete andare in tv altrimenti il massacro mediatico continuerà all’infinito», suggerisce Francesco Barresi. Ma i toni sono anche duri. «Inutile girarci intorno, stiamo prendendo una batosta», dice uno dei commenti più condivisi.
Mentre c’è chi invita Grillo ad andare in tv: «Se Beppe non va in tv sarà sempre più dura». Beppe però, almeno fino a ieri sera, non sembrava voler commentare la sua prima sconfitta.
Roma a parte, i numeri danno la dimensione della battuta d’arresto subita dal movimento. A Siena, dove grillo aveva puntato tutto soffiando sullo scandalo MPS, l’M5s raccoglie appena il 7,5%, a Brescia il 6%, a Viterbo il 5,73% (solo tre mesi fa, a maggio, alle politiche aveva ottenuto il 30%). In Valle d’Aosta i voti raccolti, il 6,6%, sono addirittura tre volte di meno di quelli ottenuti tre mesi fa. E la stessa cosa succede a Vicenza, Imperia, Treviso, Brescia, tutte piazze dove i candidati 5 stelle non riescono a raccogliere i risultati sperati. La situazione è talmente imbarazzante che Vito Crimi, capogruppo del M5s al senato, non certo uno qualunque, a sera fa finta di niente: «I dati di Roma e delle amministrative? Non li ho seguiti. Non faccio commenti perché farei commenti a dati che non conosco e non ho seguito». Più tardi ai senatori arriva l’indicazione di evitare di rilasciare dichiarazioni.
All’hotel Gianicolo di Roma, dove si trova il comitato elettorale di Marcello De Vito, ben presto l’imbarazzo per i dati delle proiezioni si fa sentire. Stefano Zaghis, uno dei portavoce del movimento, prova a spiegare: «Non bisogna mischiare le mele con le pere. I dati di oggi non vanno confrontati con le politiche (quando l’M5s ha preso il 27,27%, ndr) ma con il 16,6% ottenuto alla regionali o con il 2,66 ottenuto dalla lista degli Amici di Beppe grillo nel 2008». E’ la linea scelta dal movimento, anche se per sentirla da De Vito bisognerà aspettare ancora. Annunciata inizialmente per le 18, la conferenza stampa viene sposta di un’ora, mentre il candidato sindaco resta chiuso in una sala dell’albergo insieme al suo staff. Quando esce nelle sue parole non c’è un filo di autocritica, ma se la prende con i giornali. «Si parla delle nostre diarie, ma non si dice nulla, o se ne parla poco della rivoluzione che il movimento 5 stelle sta tentando di attuare in politica», spiega. Inutile provare a chiedere se proprio le liti e le polemiche che hanno caratterizzato questi primi tre mesi in parlamento del movimento possono aver stancato gli elettori. Oppure del fatto che ha condotto la campagna elettorale praticamente dal solo, visto che Beppe Grillo si è fatto vedere solo venerdì scorso per il comizio di chiusura. Niente da fare. «Porteremo nel consiglio comunale di Roma un bel numero di consiglieri e faremo un’opposizione seria», ripete De Vito che sul ballottaggio che contrapporrà nella capitale Ignazio Marino a Gianni Alemanno, non dà nessuna indicazione di voto. «Lasciamo liberi gli elettri di votare per chi vogliono», spiega. «Io mi recherò alle urne ma non voterò» E chissà se la scelta di non dare indicazioni voto non verrà visto come un errore dai simpatizzanti del movimento.
Che però nel frattempo sulla rete si fanno sentire eccome. Il blog di Grillo si riempie del malumore dei suoi followers che attaccano la scelta di non partecipare ai talk show: «Dovete andare in tv altrimenti il massacro mediatico continuerà all’infinito», suggerisce Francesco Barresi. Ma i toni sono anche duri. «Inutile girarci intorno, stiamo prendendo una batosta», dice uno dei commenti più condivisi.
Mentre c’è chi invita Grillo ad andare in tv: «Se Beppe non va in tv sarà sempre più dura». Beppe però, almeno fino a ieri sera, non sembrava voler commentare la sua prima sconfitta.
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