L’atteggiamento della Regione Umbria rispetto alle terre di Caicocci
di Umbertide, occupate da cittadini volenterosi esemplari, non può
suscitare se non sconcerto e biasimo: la stessa Regione che per anni e
anni ha lasciato quel bene nel degrado e nell’incuria, a fronte di
decine di disoccupati che avrebbero potuto trovarvi, in presenza di
un’opportuna valorizzazione, lavoro e pane per le loro famiglie, oggi
suona la fanfara dell’ipocrisia e della tracotanza pretendendo di
“riprendersi“ quel podere con l’edificio ad esso afferente ! Dove era la
Regione quando lì tutto cadeva a pezzi? Dove era la Regione quando i
rovi nascevano in mezzo alla terra?
Che si vada contro chi quel bene lo sta recuperando e valorizzando e
non contro chi ne aveva fatto l’emblema della fatiscenza, svalutando,
oltretutto, un elemento del patrimonio dell’Ente Regione, la dice lunga
sui tempi che viviamo : tempi in cui tutto è rovesciato, a partire dai
principi di giustizia e verità . Esprimo la mia totale solidarietà agli
“occupanti“ di Caicocci (ma meglio sarebbe parlare di cittadini che
stanno salvando Caicocci da fine certa, rendendolo una voce attiva del
patrimonio regionale!) e il più profondo biasimo per una Regione miope e
sorda davanti a rivendicazioni che, un tempo, i Partiti di sinistra
stampavano a lettere cubitali sulle loro bandiere ( basti pensare agli
scioperi alla rovescia contro agrari e proprietari assenteisti, in base
alla parola d’ordine “ la terra a chi la lavora “!).
Colgo l’occasione anche per augurarmi che le proposte di legge
sull’agricoltura sociale e la valorizzazione sociale delle terre
pubbliche diventino effettive ed effettivamente applicate e che anche i
Comuni e il Demanio la smettano di dare potere a burocrati ottusi e
distanti anni luce dalla realtà, che viaggiano col codice alla mano e
intanto impediscono a chi ha voglia di praticare agricoltura di qualità
di poterlo fare, o affittando terre a prezzi proibitivi o frapponendo
ostacoli burocratici a non finire dopo essersene fregati per decenni
dello Stato di abbandono di beni appartenenti alla collettività.
IL CAPOGRUPPO DEL PRC IN PROVINCIA
LUCA BALDELLI
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