di Fabio Amato
Alexis Tsipras prende parola nell’auditorium dell’internazionale sindacale di Brussels verso le 12, dopo che i primi oratori hanno già evidenziato il nesso fra quella che viene chiamata crisi del debito, e che in realtà è la crisi del modello economico neoliberista applicato da decenni , che con le politiche di austerità ha accentuato il suo carattere antisociale.
Economisti, attivisti contro il debito, sindacalisti e reti sociali sono convenuti nella capitale belga per prendere parte alla conferenza su debito e austerità organizzata dal Partito della Sinistra Europea. Anche esponenti della sinistra islandese e latino americana. Il titolo è insieme, per mettere fine ai problemi del debito e dell’austerità. Fra gli altri, ci sono Pierre Laurent del PCF Front de gauche, presidente della Sinistra Europea, Gabi Zimmer, della linke tedesca e Presidente del GUE, Alberto Garzon, giovane e brillante economista e deputato di Izquierda unida in Spagna.
Tsipras inizia il suo intervento dal suo paese, la Grecia, che si riapre ai mercati finanziari dopo le “cure” che hanno prodotto un massacro sociale senza precedenti, con un debito che è salito dal 124% al 174%, una disoccupazione al 30%, il PIL in crollo da anni. Un’apertura che secondo Tsipras dimostra chiaramente come il debito sia stato usato come pretesto per una brutale ridefinizione dei diritto sociali e del lavoro,e che le misure del memorandum avevano questo scopo e non salvare la Grecia. Come può una Grecia in queste condizioni essere più credibile di prima dell’austerità?
Tsipras esorta la Sinistra Europea, il partito che lo ha candidato a presidente della commissione Ue a far avanzare la proposta di una convenzione europea sul debito, come l’unica proposta credibile e fattibile per risolvere il problema, come accadde nel ’53 a Londra per la Germania Ovest. Una proposta per tutta l’Europa, per uscire dalla spirale debito austerità recessione che fa pagare ai popoli il prezzo di una crisi che è nata dalla speculazione finanziaria e dalle banche, le uniche che hanno beneficiato degli “aiuti”.
Nel suo intervento Tsipras riprende i punti del suo programma, insiste sulla necessità storica di voltare pagina per l’Europa e mettere fine all’austerità e al modello neoliberista che l’ha ispirata e preceduta, pena devastanti conseguenze per la coesione sociale, per la democrazia stessa, sempre più limitata e violata dalla Troika, definita illegittima, e per il futuro dell’Europa. Cita i dati della disoccupazione, del suo paese e dell’UE: 27 milioni di persone nell’Unione Europea.
Le prossime elezioni europee sono cruciali per il futuro dell’Europa, esorta ancora Tsipras. O si sceglie la continuità con i conservatori e i liberisti, o si fa un passo in avanti, nella direzione della solidarietà e della giustizia sociale, con la Sinistra Europea. O ci arrendiamo all’ordine neo-liberista – che vuol farci credere che la crisi si possa risolvere con le stesse ricette che l’hanno causata – o scegliamo l’alternativa, quella rappresentata dalla Sinistra Europea.
In conferenza stampa, risponde alle domande dei giornalisti che gli chiedono, fra l’altro, dell’Italia ed esprime tutta la sua soddisfazione e le congratulazioni ai compagni italiani per lo straordinario risultato delle firme raccolte, dicendosi fiducioso che l’altra Europa sarà la sorpresa delle elezioni. A chi gli chiede poi se avesse visto il confronto fra Junkere Schultz di ieri sulle reti francesi, risponde con una battuta. “Non ho avuto tempo, dice, ma se avessi potuto avrei visto Barcellona Atletico Madrid, quella almeno era una competizione vera”. Il sostegno all’agenda di Tsipras e della sinistra europea è crescente. Lo testimonia la qualità e quantità degli interventi nella giornata. Una giornata densa di contenuti, di speranze, di idee. Quelle buone per cambiare quest’Europa.
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