mercoledì 25 giugno 2014

"Gufi a Roma" nel semestre italiano, per cominciare il volo contro l'austerità e il fiscal compact



Il "media system" l'ha già definita la “manifestazione dei gufi”. E del resto l’idea di contrapporsi alle battute del premier Renzi con una contro-narrazione diretta non è poi così peregrina.
Ma a Roma, sabato prossimo, ci saranno persone in carne ed ossa, lavoratori, studenti e pensionati, che non hanno nessuna voglia di seguire la follia dell’austerità renz-merkeliana.

Impianto programmatico e adesioni da varie direzioni
In piazza ci saranno quelli per il “controsemestre popolare e di lotta”. La manifestazione nazionale del 28 giugno a Roma contro i "Trattati e i diktat dell'Unione Europea, per il lavoro, il reddito, il welfare e contro la guerra alle porte dell'Europa", apre quindi i sei mesi di mobilitazioni che segneranno la presidenza italiana dell’Unione europea. Un impianto quindi fortemente programmatico che già dalle prime battute ha raccolto un ampio arco di forze. Tra gli altri, tra soggetti sociali e politici, Usb, Il Sindacato è un’altra cosa/Cgil, Ross@, Forum dei Movimenti per l'Acqua pubblica, Nicoletta Dosio ed altri militanti movimento No Tav, Alba (nazionale e nodo di Roma), Movimento Immigrati e Rifugiati, Rete No War, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, Rete dei Comunisti, Sinistra Anticapitalista, Carc, Piattaforma Comunista, Comunisti Adesso, collettivo Palestina Rossa.

La presentazione oggi a Roma davanti agli uffici Ue
Oggi, proprio di fronte agli uffici dell’Unione europea in via IV novembre a Roma si è tenuta una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
“Vogliamo che in Italia cresca un movimento convergente con quelli di tutti i paesi europei, per costruire un’alternativa politica, sociale ed economica ai Trattati dell'Unione Europea”, si legge nella nota stampa, mentre “per il potere sarà l'occasione per rilanciare le controriforme liberiste e autoritarie presentandole con lo slogan ‘lo vuole l'Europa’”.
Perché l’Italia? Perché “il nostro è il solo paese, assieme alla Germania, dove le forze di governo che hanno approvato e gestiscono il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio hanno avuto successo. Questo non solo per la passività e la paura che la crisi ha diffuso, ma anche perché sinora il confronto e lo scontro politico nel nostro paese hanno ignorato la questione Europa, salvo eccezioni positive che però sinora non hanno cambiato la tendenza di fondo. I rischi ritorno del nazionalismo, della xenofobia sono un altro frutto amaro delle misure di austerità”.

"Invertire la tendenza delle lotte"
Anche le lotte, a differenza degli altri paesi colpiti dalle politiche economiche della Troika, “fin qui sono rimaste sul terreno dello scontro immediato e hanno lasciato sullo sfondo la contestazione dei ferrei vincoli che l'austerità europea ha posto alla democrazia e ai diritti sociali e del lavoro”.
“È ora di superare questa arretratezza italiana, è ora di mettere in campo anche da noi la contestazione nei confronti dell’Unione Europea fondata sui trattati neoliberisti, da Maastricht al Fiscal Compact, e sulle le politiche di austerità, per rompere il dominio sulle nostre vite da parte delle sue istituzioni formali e informali, a cominciare dalla BCE e dalla Troika”.
Il programma di lotta
Per “i gufi” è necessario che “crolli tutta l'impalcatura di trattati e vincoli che vengono usati dai governi per sostenere queste politiche di distruzione sociale”. E quindi il primo punto della piattaforma è la denuncia unilaterale del Fiscal compact e del MES con tutti i regolamenti ad essi collegati, “che hanno accentrato il potere decisionale delle politiche pubbliche nelle mani di una oligarchia che risponde solo ai mercati”. Inoltre, via il pareggio di bilancio iscritto con i voti del PD e del PdL in Costituzione, e la rottura di tutti i vincoli e le compatibilità che nel nome del rigore ci hanno portato a questo disastro sociale. In attesa della conquista di questi obiettivi il “programma immediato” prevede la cancellazione della legge Fornero sulle pensioni e tutte le leggi sulla precarietà, il blocco dei licenziamenti nel privato come nel pubblico, e lo stop alle delocalizzazioni e alle esternalizzazioni, e un reddito a tutti i disoccupati.
Sotto tiro anche “le leggi elettorali truffa e nei luoghi di lavoro con accordi come quello firmato da CGIL CISL UIL e Confindustria il 10 gennaio, che viola la Costituzione affermando che solo chi firma gli accordi ha diritto alla rappresentanza”.

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