Il
Manifesto di stamattina riporta, virgolettata, una dichiarazione di
Vendola che a mio parere chiarisce bene uno degli ostacoli al processo
unitario a sinistra: "Il centrosinistra è morto. Lo ha ucciso Renzi. Per
ricostruirlo bisogna battere il renzismo". La citazione contiene tre
proposizioni. 1) "Il centrosinistra è morto". Su questo penso che siamo
quasi tutti d'accordo. la differenza di analisi sta nel decidere quando
sia avvenuta la sua morte. Per alcuni, e io sono tra quelli, era morto
con la crisi e la caduta dell'ultimo governo Prodi. Ma questa è una
differenza che riguarda il passato. 2) "Lo ha ucciso Renzi". Su questa
affermazione c'è già un punto importante di dissenso. A mio parere il
centrosinistra è morto per ragioni "strutturali". L'ipotesi di praticare
un liberismo temperato sostenuto da un blocco sociale interclassista
portava inevitabilmente in un vicolo cieco. Renzi, quindi, non ha
"ucciso" il centro sinistra ma ha preso atto della sua sconfitta,
uscendone a destra. Ha scelto di puntare su un altro blocco sociale
decisamente classista, apertamente dalla parte del capitale contro il
lavoro (Confindustria, Marchionne, ecc.) in grado di perseguire con
decisione una presunta "modernizzazione" liberista dell'Italia. 3) La
sconfitta del renzismo è necessaria per "ricostruire il centrosinistra".
Qui la differenza di analisi o di valutazione del passato si trasforma
in differenza strategica sul futuro. Una parte della sinistra, e io
condivido questa seconda opzione, non pensa affatto che si possa e che
si debba "ricostruire il centrosinistra". Lasciamo da parte la
contraddizione logica, che è anche politica, di voler ricostruire
qualcosa che è "morto". Rifiutare questa opzione Vuol dire lavorare alla
costruzione di un soggetto politico che si basi su una diversa
strategia con un diverso blocco sociale da quello del fu centrosinistra,
con altri contenuti programmatici, con altre forme di organizzazione e
con una diversa idea dei rapporti di forza politici all'interno di
questo blocco. Chiarito questo punto di differenza strategica
(ricostruzione del centrosinistra o uscita a sinistra dalla morte del
centrosinistra, che non implica affatto una deriva settaria) si può
porre il terreno dell'unità in un altro modo, più limitato e più
realistico, ciascuno nella propria autonomia: come convergenza tattica
sul terreno della lotta al renzismo.
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