Da ieri circola sui social un appello
“anonimo” – oggi è sul Manifesto – di esponenti di Sel, Sinistra
Italiana e aree limitrofe per la “sinistra di tutte e tutti”. E’ partito
dal giro di Act ma in pochi minuti è stato “casualmente”, con fulmineo
“copia e incolla”, fatto proprio da Nicola Fratoianni, Betta Piccolotti,
Simone Oggionni, Marco Furfaro, Massimiliano Smeriglio, Luca Casarini,
Beatrice Giavazzi, Andrea Ranieri, Stefano Fassina, e tanti altri noti e
meno noti assessori, parlamentari, segretari regionali, provinciali
nonché qualche associazione ben nota per la vicinanza a Sel. Il
sedicente “gruppo di persone” è piuttosto noto, che il testo come
scritto nella presentazione sia “proprietà di nessuno” alquanto dubbio.
Infatti con un’intervista sempre sul Manifesto Claudio Riccio di Act ce
lo spiega e Fassina sulla stessa pagina conferma che si tratta di un
testo concordato con Sinistra Italiana. Forse questi “soliti ignoti”
sono i “ragazzi”, alcuni a ben vedere piuttosto attempati, a cui in una
recente intervista al Manifesto Sergio Cofferati intendeva passare la
mano. Chiunque abbia fatto nella vita un po’ di movimento conosce bene
queste trovate e non si sorprende.
Di sicuro l’ispirazione dell’appello non
è unitaria. Infatti ribadisce l’impostazione con cui si è condotto
improvvisamente alla rottura il “tavolo” che, dopo la sottoscrizione del
documento NOI CI SIAMO, LANCIAMO LA SFIDA, avrebbe dovuto promuovere
l’assemblea nazionale a gennaio.
L’iniziativa maldestra dà l’idea che,
dopo aver cercato di mettere il proprio marchio sui processi unitari
dall’alto della rappresentanza parlamentare e della visibilità mediatica
con la kermesse al Quirino di Sinistra Italiana, ora si voglia mimare
un processo costituente dal basso.
Noi ci siamo relazionati sempre con
pazienza unitaria perché ormai non val neanche la pena di far polemiche
nei confronti delle tempeste che si scatenano nel bicchiere sempre più
vuoto della sinistra italiana, coscienti come siamo da lungo tempo che
se non si dismettono nefasti vizi non si va da nessuna parte. Non basta
un hashtag per mascherare una modalità molto vecchia di concepire la
manovra politica.
Siamo ovviamente contenti che quella che
è stata da anni la nostra proposta – il principio “una testa/un voto” –
per un unità non verticistica della sinistra antiliberista e
alternativa al PD sia la parola d’ordine e il cuore dell’appello.
Ne siamo talmente convinti che lo
proponemmo il giorno dopo il risultato positivo dell’Altra Europa con
Tsipras ma allora – e per lungo tempo – faceva venire l’orticaria in chi
doveva gestire nelle regioni e in tanti comuni accordi col PD renziano e
non voleva avere tra i piedi una partecipazione dal basso che avrebbe
condotto inevitabilmente alla rottura col centrosinistro. Il nostro
invito a costruire al più presto una “Syriza italiana” veniva giudicato
prematuro e tale da creare divisioni nonostante l’Altra Europa avesse
raccolto 40.000 adesioni in pochissimi giorni, centinaia di migliaia di
firme per la presentazione delle liste e oltre il 4% dei voti. E’ forte
la sensazione che fosse indispensabile far perdere passione e interesse
per quel luogo unitario per poter lanciare con velleità egemoniche il
proprio restyling, il nuovo format per le politiche.
Non ce la prendiamo quindi, ma avremmo
preferito la convocazione di un’assemblea che fosse davvero di tutte e
tutti, o almeno che coinvolgesse tutte le soggettività che avevano
sottoscritto il documento NOI CI SIAMO che – ricordiamocelo sempre –
comunque non esauriscono tutti i mondi della sinistra, delle lotte, dei
movimenti, del conflitto sociale, del pensiero critico presenti nel
nostro paese.
Proprio perché nell’unità ci crediamo
abbiamo promosso in queste settimane la consultazione delle nostre
iscritte e dei nostri iscritti che ha visto migliaia di iscritti di
Rifondazione Comunista discutere e votare sul proseguimento del processo
come delineato in quel documento che avevamo condiviso con Sel, Altra
Europa, Possibile, Act, Futuro a sinistra e interlocutori come
Cofferati.
Ci sono tante iniziative in corso e
danno l’idea del fermento che c’è a sinistra anche se sentiamo l’urgenza
che tutte queste energie si dirigano verso obiettivi e luoghi
unificanti. C’è stata proprio nei giorni scorsi un’importante assemblea
della Rete antiliberista e anticapitalista, ci sarà a gennaio
un’assemblea promossa da Primalepersone. In precedenza Possibile ha
tenuto la sua (ci scusiamo con tutti quelli che abbiamo dimenticato).
Non è compito nostro impedire a Fratoianni di lanciare quella Sel 2.0
prefigurata l’anno scorso durante Human Factor o qualcosa del genere. Ci
mancherebbe! Non si tratta però della “sinistra di tutte e di tutti” e
non risolve il problema di costruire un’alternativa credibile al PD e
alle politiche neoliberiste, una “casa comune” che anzi si allontana se
qualcuno pensa di poter sussumere tutto lasciando fuori quasi tutti.
Noi ci siamo. E continuiamo a pensare
che un processo unitario autentico sia fondamentale e che in tal senso
l’Altra Europa rappresenti ancora l’esperienza più avanzata costruita in
questi anni. Continueremo a insistere con determinazione.
P.S.: avevo appena finito di scrivere
questa noticina che mi sono imbattuto nella rivendicazione di un
“ragazzo” che ben conosciamo, Simone Oggionni, che conferma tutto quello che ho scritto.
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