domenica 13 dicembre 2015

Non solo il padre di Elena Boschi di Lucia Del Grosso


boschi



Siccome esistono precedenti di personaggi politici “dimissionati” sarebbe il caso di adottare sempre lo stesso metro.
E il metro è Josefa Idem che è stata buttata fuori dal governo per un’inezia relativa al pagamento dell’ICI. Ovviamente la stampa che ne reclamò le dimissioni rimuove la sua vicenda perché accostare l’esempio della Idem all’affare Boschi rischia di essere molto imbarazzante.
Il ministro Boschi è in conflitto di interesse perché il governo ha salvato la banca in cui cui suo padre ricopriva la carica di vicepresidente? Penso di no: credo che il governo avrebbe varato il decreto anche se non fosse stata coinvolta la Banca Etruria.
Ma sarebbe stata inserita ugualmente la norma che limita fortemente la possibilità di azionisti e obbligazionisti di avviare un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori delle banche in dissesto? Quella per cui prima di procedere occorre l’autorizzazione della Banca d’Italia? Chi ce lo assicura? Renzi che pronuncia la formula “Possa cadere il soffitto della Leopolda se ho pensato al padre della Boschi”?
Questa è la questione che pone Saviano e che non è per niente pretestuosa, come riconosce anche Bersani che ha dichiarato che il ragionamento generale di Saviano è giusto e condivisibile, salvo poi aggiungere che le conclusioni, ossia la richiesta di dimissioni, sono esagerate. Ma qui siamo nel campo delle aporie della sinistra PD, che denuncia, ma poi non è conseguente e pretenderebbe analoga irresolutezza da parte di Saviano.
E più si approfondisce la vicenda più affiorano aspetti inquietanti, come emerge dalla testimonianza dell’ex impiegato della Banca Etruria che ha rifilato l’investimento sòla al povero Luigino di Civitavecchia morto suicida: il direttore aveva indetto una gara di eccellenza nella fregatura, con pesanti richiami agli impiegati di banca con meno pelo sullo stomaco e più remore ad imbrogliare i clienti. Se l’ex bancario non è un mitomane e quindi le sue affermazioni venissero confermate, è ipotizzabile che i vertici della banca, tra cui il padre della Boschi, non sapessero niente di questo campionato del raggiro dei clienti? E se affiorassero altri particolari più raccapriccianti? E’ ragionevole il sospetto che quel codicillo sia stato inserito per attenuare gli effetti di un’indagine devastante?
Ma La Boschi non è la Idem, non è tipo da passi indietro, essere inseguita dal sospetto non la preoccupa. Non mi risulta che abbia rivolto una sola parola alla famiglia della vittima di questo imbroglio, al contrario si è scusata con il padre, al centro di clamori mediatici a causa del suo ruolo di ministro. Direi che un rappresentante delle governo dovrebbe rivolgere le sue preoccupazioni ad una cerchia un po’ più ampia della sua famiglia, specialmente se fuori del clan c’è un suicida. Ma questo purtroppo è il senso delle istituzioni della nostra classe dirigente.
 E sa anche che Renzi dovrà difenderla fino a quando non sarà un problema insormontabile per il governo e per lui stesso per due motivi: 1) la Boschi è l’eroina delle riforme costituzionali, il perno su cui ruota l’immaginario di questo governo del fare, la faccia che mostrerà nella campagna referendaria, volete che faccia crollare questo castello narrativo che si regge per metà sul mito della tenace Maria Elena? 2) suo padre è rappresentante di uno di quei mondi che sostengono Renzi, la direzione delle banche dai grandi emolumenti e dalle piccole responsabilità. Che devono rimanere piccole. Per questo la Boschi siede al governo, per difendere questi interessi.
Perciò non si comprendono le remore della sinistra PD a porre la questione della Boschi come se si trattasse di un volgare attacco personale: dietro il codicillo c’è suo padre, ma c’è anche un sistema di potere che agisce irresponsabilmente scaricando i costi della propria inefficienza sui cittadini e va combattuto perché causa ingenti danni sociali ed esistenziali.
 E non è una battaglia che va combattuta? Ecchissenefrega se la Boschi frigna che si vuole colpire lei tramite il suo papà.

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