“Un’operazione economicamente avventata che rischia di costare cara soprattutto agli umbri”. Sta tutta in queste poche parole la posizione di Cna Fita Umbria sull’ipotesi di trasformazione in autostrada della E45.
“È innegabile che questa strada debba essere ammodernata,
e anche in fretta – dichiara Enrico Ceccarelli, presidente regionale
dell’unione delle imprese di trasporto della Cna -. Si tratta di
un’opera progettata negli anni ‘60 e tarata sui volumi di traffico
dell’epoca, che non regge più il sistema logistico attuale. La bassa
velocità commerciale e lo stato di pessima manutenzione della E45
comportano un onere aggiuntivo per il sistema dei trasporti locale che
mette in grande difficoltà le imprese umbre. Ma il progetto di finanza
approvato dal CIPE nelle scorse settimane rischia di aggravare la
situazione, sia per il comparto dei trasporti che per l’intera comunità
regionale”.
Il nuovo Piano regionale dei trasporti 2014-2024 ha
evidenziato infatti che l’80% dell’utenza della E45 è di natura
regionale. “È pertanto evidente – prosegue Fabiano Coletti, responsabile
Cna Fita Umbria - che qualsiasi piano di pedaggiamento, nonostante le
promesse dei politici di agevolare i residenti, graverebbe in gran parte
sulle tasche degli umbri. E non parliamo di spiccioli. Nel business
plan del progetto è previsto un costo per i trasportatori pari a 30
centesimi al chilometro: nella pratica questi pochi centesimi si
tradurrebbero in una tariffa di 15 euro per andare da Perugia a Città di
Castello, o di 23 euro per spostarsi da Perugia a Terni, vale a dire
una tra le tariffe più alte dell’intero sistema autostradale nazionale!
Un costo assolutamente insostenibile per le imprese, di sicuro non
compensato dalla maggiore velocità commerciale della nuova autostrada.
Senza contare i disagi dovuti al riversarsi del traffico locale sulla
viabilità secondaria, assolutamente inadeguata a sostenerne il peso”.
“D’altronde – incalza Ceccarelli – esempi a cui guardare non mancano. Basti
pensare alla nuova autostrada pedemontana lombarda (Bre.Be.Mi), che
proprio per l’alto costo del pedaggio è utilizzata da neanche la metà
del traffico previsto, con risvolti finanziari pesanti anche per il
gestore, che infatti ha già ottenuto un congruo allungamento della
concessione statale per cercare di rientrare dei costi
dell’investimento. Quindi occhio a quello che si decide, perché si
rischia di saltare dalla padella alla brace. Cna Fita Umbria, una delle
più grandi associazioni del trasporto della regione, con oltre 400
imprese iscritte nel settore merci e persone, esprime un no fermo a
questa ipotesi. Spingiamo piuttosto e finalmente per un’operazione di
manutenzione straordinaria, ormai non più rimandabile”.
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