lunedì 2 febbraio 2015

Noi antirenzisti di Mauro Zani


Victor_Adam_-_Battle_of_Castiglione_-_1836Non è il momento di analisi sofisticate. Che peraltro non sono alla mia portata. Anzi ho sempre temuto le analisi. A partire da quelle del sangue . Soprattutto il mio.
Mi piace scrivere a caldo, come avrete compreso da tempo.
L’elezione di Mattarella era del tutto scontata.
Solo taluni “analisti” di mestiere avevano disegnato retroscena alternativi, fantasiosi, assolutamente improbabili, tanto per giustificare il loro salario.
A loro dico che solo un cretino integrale poteva pensare che Renzi avesse vocazioni suicide. Poiché tale sarebbe stato il risultato di un fallimento su un nome come quello di Mattarella. Bastava questa semplice, banalissima considerazione politica per capire e dire apertamente che il Presidente lo avevamo già, fin dalla prima chiama. E per la verità anche da prima. Almeno da quando il fiorentino ha annunciato il voto del PD alla quarta votazione.
Adesso si apre un’altra fase nel PD e nel governo. E s’impone una riflessione rigorosa anche tra noi: antirenzisti ad oltranza.

Il PD.
Fermiamo finalmente un punto.
L’opposizione interna non ha mai pensato neanche alla lontana alla scissione. Era solo un grazioso vezzo del grazioso Civati. E un modesto bluff mostrato a tratti nel volto scuro di Fassina.
Adesso, immagino, tutti insieme proveranno ad ottenere qualche sconto sulla svolta post democratica incarnata dal combinato disposto della riforma elettorale e costituzionale. E forse (anche se ci credo poco) un qualche aggiustamento di facciata in tema di mercato del lavoro. In attesa di scomparire nel nulla di qui alle prossime elezioni. Deciderà Renzi quando farle. Al momento non ha deciso.
Anche se, Mattarella qualche problema potrà darglielo.
Nel frattempo si esauriranno lentamente d’inedia tutti gli ex ds post-comunisti. Giustamente. Dato che hanno volenterosamente insaponato la corda che doveva sospenderli per il collo con la nascita del PD.
Del resto pensavano seriamente che l’epoca della sinistra era finita e l’unica possibilità restava un’affannosa e disordinata corsa verso il centro, sub specie centrosinistra.
Un centro sociale anzitutto. Esattamente quello che non esiste più da tempo. Fatto fuori dalla destra neoliberista.
Le classi medie come le abbiamo conosciute sono ormai di fatto residuali in molti paesi dell’occidente sviluppato.
Non a caso Renzi, che lo ha capito, procede sempre sui binari di una politica demo populista. Ottanta euro verso il basso e quel tre per cento verso l’alto a premiare la grande criminalità fiscale dei grandi imprenditori. In mezzo c’è ormai poca roba sociale e dunque poca materia elettorale.
Il Centrosinistra ha avuto un senso per un breve periodo storico a noi vicino. Oggi non lo ha più.
Serve solo, in Italia, a coprire un disegno politico e un embrionale progetto sociale di tipo ( ben che vada) liberaldemocratico con venature populistiche, guidato dagli eredi in linea più o meno diretta della vecchia DC.
Dunque per venire a noi antirenzisti , è inutile contare su di una qualche rottura nel PD.
E meno che mai dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.
A noi resta, senza farci troppe illusioni di poter fare come in Grecia o in Spagna, da ripensare la Sinistra.
A volte m’è capitato di alludere ad una traversata nel deserto.
Ne sono ancora convinto poiché le condizioni italiane sono del tutto diverse da quelle che hanno consentito la rapida vittoria della sinistra in Grecia. Non sto neppure a spiegare perché. Tuttavia nel deserto ci son anche oasi, dotate di frondosi palmizi, di acqua da bere.
In sostanza (non vorrei metaforizzare alla Bersani) è possibile procedere per tappe successive. A patto che ci si liberi di ormai troppo pesanti fardelli. Antiche appartenenze, ataviche inimicizie, settarismi di partiti e gruppi politici di fatto inesistenti.
A patto che qualcuno s’occupi non solo di dibattere ma di agire.
Si può agire, anche in Italia, per andare incontro a domande, sofferenze, bisogni. Per comprendere e cercar d’interpretare la vasta e differenziata realtà da cui può ripartire il conflitto sociale per risalire alla dimensione della politica. Certo non lo si può fare alla rinfusa, volontaristicamente. Non vedo scorciatoie.
E’ utile, per non dire obbligatorio, costruire, insieme, una capillare rete di contatti e rapporti vecchi e nuovi.
Una trama organizzativa sulla quale poter contare per accogliere tutti quanti tra coloro che fino ad ora non hanno alternativa alcuna ai social network o allo sporadico voto o non voto di protesta fine a sé stesso.
Poi , i più giovani tra noi potranno forse dar vita alla Sinistra. Al partito della Sinistra.
Tra queste tappe nessuna deve esser mancata. In vario modo una sinistra deve sempre essere presente in ogni elezione. Una sinistra all’inizio civica per esempio. Ma chiaramente connotata, anche ideologicamente e frontalmente contro l’ideologia di cui è intriso il progetto renzista. Tutti i temi li conoscete.
Non c’è bisogno di continuare a fare la lista programmatica.
Ciascuno agisca nel suo particolare contesto locale. Tutti sotto la stessa bandiera. Rossa.

La sinistra del XXI secolo.
Larga, democratica sul serio, coerentemente radicale. Non la può delineare nessuno a tavolino. Men che meno la posso fare io.
Importante è cominciare.
Potremmo partire da Bologna preparandoci fin d’ora a mettere in campo un alternativa civica di sinistra al governicchio del PD. “Per Bologna”, intanto. Altri potranno e dovranno farlo altrove. Possibilmente per ogni dove.
Quanto al governo di Renzi.
Io non vedo particolari ripercussioni negative su Renzi dalla scelta unilaterale sulla presidenza della Repubblica.
Angelino è un cane morto. Ma lo era anche prima. Berlusconi potrà dibattersi sulla seconde letture di leggi elettorali e costituzionali. Ma non può fare più di tanto.
L’ho detto tanto tempo addietro, Berlusconi è (politicamente parlando) un morto che cammina. Camminerà ancora un pochino.
Non so se Renzi gli concederà quel tre per cento, Mattarella permettendo. Comunque qualcosa d’altro si troverà.
Ma anche se non si troverà (come forse direbbe Viperetta/Crozza) non fa eccessivo problema.
Il patto scellerato del Nazareno ha già dato i suoi risultati incardinati in Parlamento.
Tornare indietro mi par difficile. Salvo referendum. Si vedrà a suo tempo.

Morale della favola.
E’ ora di smettere di giocare di rimessa limitandosi alla sacrosanta denuncia dei fatti e misfatti del perfido Renzi.
Certo, a maggior ragione, dopo il buon colpo portato a segno con l’elezione del Presidente, la strada è del tutto in salita.
Persino la vittoria di Tsipras mette un pochino di vento nelle vele del vascello renziano.
Calma però.
Si capirà molto presto la radicale differenza – mi rivolgo a chi, incredibilmente è già deluso della vittoria della sinistra greca- tra un liberista e un uomo della nuova sinistra europea.
Non resta che mettersi in cammino.
Chi ha più energie e sangue fresco , davanti a tutti a segnare la strada.
I più anziani dietro a costituire l’intendenza.

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