La Legge Elettorale approvata ieri sera dal Consiglio regionale
conferma le più fosche previsioni delle settimane precedenti: il Partito
Democratico, con il sostegno dei socialisti e di tre consiglieri del
centrodestra, ha ottenuto dall’aula un dispositivo volto a facilitare
l’attribuzione della maggioranza assoluta del futuro Consiglio alla
lista che conseguirà il maggior risultato tra quelle sostenitrici del
candidato presidente vincente.
Siamo di fronte ad una legge elettorale
peggiore di quella in discussione a livello nazionale, benché i
protagonisti siano sostanzialmente gli stessi, renziani e berlusconiani.
Prova ne è l’approvazione dell’emendamento che dispone l’attribuzione
automatica al candidato presidente “miglior perdente” di un seggio tra
gli otto previsti per le minoranze; una sorta di premio di consolazione,
con il quale il Partito Democratico ha costruito l’accordo con una
parte dei consiglieri di centrodestra e che sancisce la presenza di un
un autentico “patto del nazareno in salsa umbra”, che va ben oltre la
legge elettorale.
Alla faccia della “specificità umbra”, un partito
costruisce regole che gli consentono potenzialmente di ottenere la
maggioranza assoluta del Consiglio Regionale, istituendo a tal scopo una
corsia preferenziale per il più fido alleato e la più consociativa
delle opposizioni, facendosi beffa dell’unico e vero principio
costituzionale da dover rispettare che non è la “governabilità”, bensì
la rappresentanza. A parte che bisognerà fare i conti con l’elettorato,
si corre il rischio anche in Umbria che questa legge favorisca un
pesante astensionismo mettendo ancora più in discussione il regionalismo
così come lo abbiamo conosciuto. Ribadiamo per questo il giudizio di
incompatibilità di tale sistema elettorale con i principi
costituzionali, visto che rischia di stravolgere del tutto la volontà
elettorale rispetto alle candidature al Consiglio regionale, un sistema
che fa carta straccia della stessa sentenza della Corte Costituzionale
che ha fatto decadere il famigerato porcellum, come denunciato in aula
dal nostro gruppo consiliare. Se ci fossero ricorsi contro la legge
elettorale appena approvata e se venissero accolti, decretandone
bocciatura, ci troveremmo di fronte alla delegittimazione dell’intero
consiglio regionale che verrà eletto a maggio, con un danno senza
precedenti per l’autorevolezza stessa delle istituzioni democratiche.
La liquidazione sostanziale del centrosinistra umbro si è pertanto tradotta in norma di legge. È indispensabile adesso rafforzare il confronto tra le forze politiche e sociali che intendono contrastare la svolta autoritaria impressa a tutti i livelli di governo del territorio dal Partito Democratico, costruendo una proposta per il governo della regione che si ponga in alternativa all’impianto neoliberista e neocentralista alla base della devastante crisi economica e sociale e contribuendo a riaprire, in Umbria come nel resto del Paese, nuovi spazi di democrazia, di libertà e di emancipazione.
La liquidazione sostanziale del centrosinistra umbro si è pertanto tradotta in norma di legge. È indispensabile adesso rafforzare il confronto tra le forze politiche e sociali che intendono contrastare la svolta autoritaria impressa a tutti i livelli di governo del territorio dal Partito Democratico, costruendo una proposta per il governo della regione che si ponga in alternativa all’impianto neoliberista e neocentralista alla base della devastante crisi economica e sociale e contribuendo a riaprire, in Umbria come nel resto del Paese, nuovi spazi di democrazia, di libertà e di emancipazione.
Enrico Flamini
Segretario Regionale Prc Umbria
Segretario Regionale Prc Umbria
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