Il Pd e il governo Renzi sono passati dalle parole ai fatti: con
l’applicazione del Patto sulla salute siglato con le regioni verranno
tagliati altri due miliardi di euro alla sanità pubblica che si vanno a
sommare ai trenta sottratti negli ultimi cinque anni. Il governo punta
dunque a smantellare definitivamente il servizio pubblico per favorire
nuove privatizzazioni, il tutto motivato con la lotta agli sprechi.
Oltre ad un generale problema rispetto all’appropriatezza delle
prescrizioni di test diagnostici, il ministro Lorenzin ha portato a
208 le voci presenti nell’elenco degli esami clinici che il Sistema
sanitario nazionale coprirà solo a certe condizioni. Basti pensare
ad esempio che la possibilità di ripetere l’esame del colesterolo
e dei trigliceridi ci sarà una volta ogni cinque anni, a meno di
particolari necessità curative. Bene, c’è da scommettere che tutte
le controversie verranno scaricate sulle Regioni, andando a complicare
una già compromessa situazione che vede i territori operare in modo
disomogeneo. Alla faccia del sistema sanitario nazionale. Per l’Umbria
si tratta di un ulteriore disastro, visto il forte depotenziamento dei
livelli di assistenza causato proprio da incontrastati tagli alla spesa
pubblica e dall’assenza di ogni programmazione regionale nella
ripartizione delle risorse e nell’organizzazione dei servizi. Già oggi
tante cittadine e tanti cittadini hanno problemi ad accedere alle cure,
le liste d’attesa favoriscono il privato, sempre più complicate sono le
condizioni di lavoro degli operatori. Per questo sosteniamo le
mobilitazioni a difesa della sanità pubblica e ci rivolgiamo a tutte le
forze politiche e sociali della sinistra per prendere un’iniziativa
unitaria anche nella nostra regione.
Enrico Flamini, Segretario Regionale Prc Umbria
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