Hanno già messo a punto i
quesiti. Prossimo appuntamento domani in Cassazione per depositare tutta
la documentazione. E discutere la strategia per il redde rationem. Da
una parte le Regioni e dall’altra il governo, sordo alle richieste di
trovare un accordo per dire “no” alle trivellazioni in mare previste dal
decreto “Sblocca Italia”. Otto i consigli regionali favorevoli ad un
referendum abrogativo: a Puglia, Sardegna, Molise, Basilicata e Marche
si sono aggiunte anche Abruzzo, Calabria e Veneto. A parte quest’ultimo,
guidato da Luca Zaia, le altre 7 giunte vedono a capo esponenti di quel
Partito democratico (Pd) di cui è segretario lo stesso Renzi
Referendum "No trivellazioni", Flamini: «La maggioranza regionale si conferma un proconsolato renziano»
Mentre nella mattinata del prossimo 30 settembre dieci Regioni
depositeranno in Cassazione la richiesta di referendum sulle
trivellazioni impugnando su questo tema lo “sblocca Italia”, il Pd umbro
ha deciso che la strategia energetica del nostro paese non riguarda gli
umbri. E lo ha fatto facendo scadere i
termini grazie ad un balletto stucchevole di rimandi tra Consiglio
Regionale e commissione competente. Per la verità il
segretario-capogruppo Leonelli è stato chiaro: la materia non interessa
direttamente l’Umbria e si tratterebbe di una presa di posizione contro
un provvedimento governativo. Cioè Leonelli non solo ci ricorda che
l'Umbria non ha il mare, ma chiarisce una volta per tutte che il governo
regionale è nei fatti un proconsolato renziano. Peggio. La situazione
conferma che l'Umbria è governata da un monocolore Pd disinteressato a
difendere l'autonomia regionale e che gli attuali alleati sostengono una
maggioranza senza che ce ne sia bisogno e senza contare nulla al di là
di dichiarazioni di buona volontà e di circostanza. Noi pensiamo invece
che le scelte energetiche nazionali riguardano eccome gli umbri perché
le trivellazioni sotto i mari italiani e lungo l'appennino non solo sono
del tutto inutili, ma metteranno in forte crisi la pesca e il turismo.
All'Umbria e all'Italia serve invece una politica che punti alle fonti
rinnovabili e all'efficienza energetica. Detto questo, visto che il Pd
umbro ha deciso di non disturbare il manovratore, c'è da scommettere che
anche su sanità, trasporti e stato sociale finirà molto male. Per
questo ci rivolgiamo a tutte le forze politiche e sociali della sinistra
umbra per prendere un’iniziativa unitaria contro questo governo
regionale completamente subalterno al Pd e a Renzi
Enrico Flami
Segretario Regionale Prc Umbria
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