martedì 29 settembre 2015

Ma l'Umbria....no !


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 Hanno già messo a punto i quesiti. Prossimo appuntamento domani in Cassazione per depositare tutta la documentazione. E discutere la strategia per il redde rationem. Da una parte le Regioni e dall’altra il governo, sordo alle richieste di trovare un accordo per dire “no” alle trivellazioni in mare previste dal decreto “Sblocca Italia”. Otto i consigli regionali favorevoli ad un referendum abrogativo: a Puglia, Sardegna, Molise, Basilicata e Marche si sono aggiunte anche Abruzzo, Calabria e Veneto. A parte quest’ultimo, guidato da Luca Zaia, le altre 7 giunte vedono a capo esponenti di quel Partito democratico (Pd) di cui è segretario lo stesso Renzi 

 
 
Referendum "No trivellazioni", Flamini: «La maggioranza regionale si conferma un proconsolato renziano»
 
Mentre nella mattinata del prossimo 30 settembre dieci Regioni depositeranno in Cassazione la richiesta di referendum sulle trivellazioni impugnando su questo tema lo “sblocca Italia”, il Pd umbro ha deciso che la strategia energetica del nostro paese non riguarda gli umbri. E lo ha fatto facendo scadere i termini grazie ad un balletto stucchevole di rimandi tra Consiglio Regionale e commissione competente. Per la verità il segretario-capogruppo Leonelli è stato chiaro: la materia non interessa direttamente l’Umbria e si tratterebbe di una presa di posizione contro un provvedimento governativo. Cioè Leonelli non solo ci ricorda che l'Umbria non ha il mare, ma chiarisce una volta per tutte che il governo regionale è nei fatti un proconsolato renziano. Peggio. La situazione conferma che l'Umbria è governata da un monocolore Pd disinteressato a difendere l'autonomia regionale e che gli attuali alleati sostengono una maggioranza senza che ce ne sia bisogno e senza contare nulla al di là di dichiarazioni di buona volontà e di circostanza. Noi pensiamo invece che le scelte energetiche nazionali riguardano eccome gli umbri perché le trivellazioni sotto i mari italiani e lungo l'appennino non solo sono del tutto inutili, ma metteranno in forte crisi la pesca e il turismo. All'Umbria e all'Italia serve invece una politica che punti alle fonti rinnovabili e all'efficienza energetica. Detto questo, visto che il Pd umbro ha deciso di non disturbare il manovratore, c'è da scommettere che anche su sanità, trasporti e stato sociale finirà molto male. Per questo ci rivolgiamo a tutte le forze politiche e sociali della sinistra umbra per prendere un’iniziativa unitaria contro questo governo regionale completamente subalterno al Pd e a Renzi

Enrico Flami
Segretario Regionale Prc Umbria

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