Mi è molto difficile capire il generale
congratularsi per la sconfitta di Berlusconi. Se non ci fermiamo alle apparenze
e ragioniamo in termini strategici, direi che Berlusconi è il vero vincitore
della fase attuale.
- Senza avere perduto la maggioranza in Parlamento, il padrone di Mediaset ha passato le consegne a un banchiere della Goldman Sachs di nome Monti.
- Il governo che si è formato a tambur battente si dà come primo obiettivo la realizzazione del programma contenuto nella lettera di intenti che Berlusconi ha presentato alla Banca centrale europea poco prima di abbandonare Palazzo Chigi.
- Il nuovo Presidente del Consiglio, ancor prima di avere ottenuto la fiducia, dichiara le sue intenzioni in un articolo scritto per il Corriere della sera. In questo articolo parla di “due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po' ridotto l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.” Le due azioni socialmente più violente e devastanti dell’era Berlusconi sono così assunte come linea direttrice del nuovo governo. I fari che illuminano la strada del nuovo governo sono dunque i tagli all’educazione e la cancellazione dei diritti di contrattazione, la riduzione dei salari e la totale sottomissione dei lavoratori industriali al padrone globalizzato.
Perché dovrei
dunque pensare che Berlusconi è stato sconfitto?
Il rancore
lungamente frustrato porta talvolta a soffrire di allucinazioni. Pur di
liberarci dalla frustrazione talvolta ci convinciamo che il nostro desiderio si
è realizzato, e qualcuno si taglia i capelli pubblicamente per ringraziare il
signore iddio (impersonato da Napolitano) per averci liberato di Berlusconi.
Molti cittadini
onesti (naturalmente lettori de La Repubblica) si sono sentiti sollevati per il
fatto che lo stile è mutato. Il nuovo governo è composto di persone competenti,
severe nel portamento e vestiti come dio comanda. Mica quella banda di cialtroni
dal turpiloquio facile che insozzavano il decoro e l’onore nazionale.
Un Ministro del
nuovo governo, il cattolico Mario Riccardi, ha sintetizzato il nuovo stile
dicendo che “dopo il Carnevale viene finalmente la Quaresima.” Contento
lui.
Forse non gli è
venuto in mente che in generale gli esseri umani preferiscono il Carnevale alla
Quaresima. Non senza buone ragioni. Perciò è facile prevedere che durante la
prossima Quaresima, fatta di tagli e privatizzazione dei servizi,
disoccupazione impoverimento e assistenza spirituale vaticana, molti
rimpiangeranno il Carnevale.
Tanto più che il
padrone di Mediaset, il suo alleato Bossi e i nazionalisti antieuropei,
liberati temporaneamente dal peso del governo, avranno il tempo, la
tranquillità e i mezzi per far montare un’ondata populista di proporzioni
colossali che preparerà le prossime elezioni se non tracimerà ancor prima della
fine della legislatura.
E’ questa la
sconfitta di Berlusconi?
Nel frattempo si
insedia un governo che promette di andare di corsa. Poniamo che, dalla città di
Bologna, io prenda l’auto per raggiungere degli amici che mi aspettano a Roma.
Mi precipito sull’autostrada del Sole e dopo mezz’ora mi trovo a Modena. Che
devo fare a questo punto? Premere il piede sull’acceleratore per raggiungere al
più presto la mia meta, oppure uscire al primo svincolo e invertire la marcia
dato che sono sulla strada sbagliata?
Se l’obiettivo è
quello di uscire dalla crisi ridurre il debito ed evitare la recessione, è
chiaro che le misure indicate dal governo Monti vanno nella direzione
sbagliata. Vanno nella direzione che la Banca centrale europea ha imposto alla Grecia
nell’aprile del 2010 coi risultati che sappiamo. In un anno e mezzo la Grecia ha registrato un
crollo del 7% del prodotto nazionale, e si ritrova una massa di disoccupati e
di poveri, e un debito inevitabilmente in salita.
D’altra parte
coloro che governano l’economia e adesso si impadroniscono anche delle leve
politiche nazionali sono banchieri e consulenti delle grandi agenzie
finanziarie. Cioè sono quelli che hanno provocato la situazione catastrofica in
cui si trova l’Unione europea. La classe finanziaria europea ha perseguito una
politica monetarista e ha rastrellato risorse sociali per operazioni
speculative che hanno arricchito enormemente l’1% e impoverito la larga
maggioranza della popolazione. Costoro non hanno affatto cambiato metodo di
lavoro, anzi ribadiscono la loro filosofia di tagli, privatizzazioni e
spostamento delle risorse pubbliche verso il sistema bancario.
Einstein disse
una volta che pazzi sono coloro che ripetono sempre la stessa azione, anche di
fronte ad evidenti fallimenti e catastrofi. Nonostante la sua cultura economica
(anzi proprio per quella) Mario Monti è pazzo. Siamo nelle mani di un pazzo
dogmatico incapace di ammettere che la terra gira intorno al sole e non
viceversa, perché sui suoi libri c’era scritto che il nemico principale è
l’inflazione, che la riduzione dei salari aiuta la crescita, e che la crescita
infinita è l’alfa e l’omega.
Ma in realtà
Mario Monti non è affatto pazzo. Serve gli interessi della sua azienda, che è la Goldman Sachs, e
della classe finanziaria europea. Pazzi siamo noi che crediamo che con lui le
cose andranno meglio.
Tanto più che
dietro l’angolo c’è il mammasantissima con il suo esercito di Minzolini e
Scilipoti, pronto a vincere le prossime elezioni come difensore del popolo
tartassato dalla demoplutocrazia tecnocratica.
Buon lavoro.
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