lunedì 28 novembre 2011

Grilli, il possibile viceministro che sogna il doppio stipendio

Il direttore del Tesoro passerebbe da 500 mila euro a "soli" 150 mila. La soluzione che si prospetta è disarmante: concedergli il doppio incarico. 
 
vittorio grilli
Mentre si discute di sacrifici pesanti per tutti i cittadini in vista della prossima manovra, nel dibattito politico spunta un «nodo» piuttosto aggrovigliato: lo stipendio di Vittorio Grilli.

Il direttore generale del Tesoro potrebbe diventare viceministro, ma - sostengono alcuni - passerebbe da 500mila a «soli» 150mila euro annui. Questo è l’ostacolo che si ritrova sul cammino il governo Monti, nel mezzo della bufera finanziaria planetaria.

La soluzione che si prospetta è altrettanto disarmante: concedergli il doppio incarico. La Repubblica non può fare a meno di lui, e lui non può fare a meno dei 350mila euro annui di differenza. Ma le tesi non convince affatto. Innanzitutto perché dubitiamo che sia davvero possibile fare bene il viceministro e il direttore generale. L’amministrazione deve pure avere un presidio di autonomia funzionale.

Ma ancora più discutibile è che la questione stia diventando dirimente, mentre le famiglie italiane fanno i conti con l’inflazione, il prezzo della benzina e l’età pensionabile.
 

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