A mensa. «Che poi non è vero
che tutte le aziende sono in crisi. Prendi YouPorn: nell’ultimo mese è
cresciuto del 40%».
«È che Berlusconi ha un sacco di tempo libero».
«E se vai a
Via Condotti, dove ci sono i negozi di lusso, ti accorgi che c’è la fila».
«Ho
visto, arriva fino a Palazzo Chigi».
«Ma no, quella è la fila che parte da
Palazzo Chigi. Sono i sottosegretari tecnici proposti dai partiti». «Ah».
«Comunque, qui il problema è lo Spread».
«Infatti...».
«Oggi come sta?».
«È
sceso, mi pare».
«Ah. Pensavo salito».
«Giusto, è salito».
«Di quanto?».
«Boh,
però è quasi al limite».
«Ah. Quant’è il limite?».
«Non lo so».
«Però ci
credi?».
«Allo Spred? Sì, certo, che domande. Perché, tu no?». «Pure io, sì. Ma
tu non hai mai dei dubbi? Cioè... tu lo hai mai visto?».
«Mica si manifesta
così».
«Però i poveracci come noi dovrebbero vederlo, no?». «Non è mica la
Madonna. È la Madonna che si mostra solo ai poveri».
«Lo Spred no?».
«No, lo
spread solo ai ricchi».
«Ah, ecco perché. Ma esattamente...»
«È il
differenziale tra il rendimento dei titoli di stato italiani, i Bot e quelli
tedeschi, i Bund».
«Tu hai molti Bot?».
«Nessuno».
«Nemmeno io».
«Però siamo
nelle mani dello Spread».
«Quindi se scende...».
«Se scende va bene».
«Tipo che
ci aumentano lo stipendio?».
«No, dicevo in generale».
«Ho letto che nel ’66
l’Ad della Fiat guadagnava 60 volte lo stipendio di un suo operaio. Marchionne
guadagna 400 volte lo stipendio di un suo operaio». «Orca!».
«E nell’83 mio
padre ha comprato casa per 70 milioni. Settantacinque stipendi di un impiegato
di classe media. Oggi quella casa vale 450mila euro. Per comprarla servono 346
stipendi di un impiegato di classe media. Mi sembra che il differenziale che ci
sta fregando a noialtri sia questo qui».
«Ma no, ti pare. Tutti dicono lo
Spread. Io ci credo. Non sono praticante, ma ci credo».
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