domenica 11 gennaio 2015

QUEL PATTO CHE TUTTO INQUINA di Alberto Asor Rosa

Sono stato col­pito, — per una volta molto posi­ti­va­mente, — dalle rea­zioni della grande stampa d’informazione e di una parte di quella tele­vi­siva (quella libera, natu­ral­mente) di fronte al caso della norma che depe­na­lizza sotto una certa soglia le frodi fiscali, — pas­sata ormai uni­ver­sal­mente alla sto­ria come il comma del 3%, che, una volta appro­vato, avrebbe resti­tuito a Sil­vio Ber­lu­sconi il pieno eser­ci­zio dei suoi diritti poli­tici e civili (val­gano, per tutti gli altri, arti­coli esem­plari come quelli di Anto­nio Polito sul Cor­riere della sera del 6 gen­naio e di Clau­dio Tito su la Repub­blica del 7). Con­ti­nua invece a sor­pren­dermi, — anzi, a que­sto punto, dopo tali prese di posi­zioni libere e severe, mi sor­prende ancora di più, — che, una volta indi­vi­duata la natura cla­mo­rosa (e, dicia­molo pure, ver­go­gnosa) dell’errore (errore?), non si risalga ancora alla fonte dell’errore. Tale fonte ha un nome pre­ciso, e non è molto dif­fi­cile sco­varla e descri­verla: si chiama il Patto del Nazareno.
Non è solo sugli aspetti etico-politici di tale scelta che vor­rei richia­mare l’attenzione: se Sil­vio Ber­lu­sconi, dopo con­danne ed espul­sioni esem­plari dal Par­la­mento, è stato recu­pe­rato ad un pres­so­ché pieno agire poli­tico, e alla sua dimen­sione di Capo influente e dia­lo­gante (non a caso, gli incon­tri si sono svolti nella sede nazio­nale del Pd, da cui quel nome pieno di fascino, come dire, ecu­me­nico), lo si deve non alla misura age­vo­lante del 3%, ma, appunto, al Patto del Naza­reno (causa per­sino, a voler essere più rea­li­sti del re, di una mor­ti­fi­ca­zione ecces­siva per gli alleati di Governo, il Ncd, che almeno se n’erano andati dal Padre Padrone, sbat­tendo la porta).
E non è nean­che per­ché, a voler essere più pre­cisi di quanto le stesse prese di posi­zioni cri­ti­che, ben posi­tive e ben arri­vate, di que­sti giorni non dimo­strino, cosa ci sia dav­vero nel Patto del Naza­reno nes­suno di noi lo sa (potreb­bero esserci dieci, venti 3%, ed è ipo­tiz­za­bile che da un certo momento in poi nean­che tali e anche più robu­ste pro­te­ste riu­sci­reb­bero più a sbar­rare la strada al nostro, per tutti i versi ano­malo, Pre­si­dente del Consiglio).
Ma per­ché il Patto del Naza­reno ha scon­volto e inqui­nato, e sem­pre più inqui­nerà, tutte le moda­lità (“moda­lità”, dico, per­sino indi­pen­den­te­mente dai con­te­nuti con­creti delle sin­gole pro­po­ste e delle sin­gole leggi) della vita poli­tica e civile ita­liana: strap­pando bru­tal­mente al Par­la­mento le sue pre­ro­ga­tive; umi­liando, e alla fine per­sino distrug­gendo, l’unica forza poli­tica, il Pd, che fino alle ultime ele­zioni sem­brava (sia pure mini­ma­mente) in grado, con il con­senso degli ita­liani, di tirare il paese fuori da que­sta melma; pre­fi­gu­rando (v. la pros­sima legge elet­to­rale, l’Italicum) un cam­mino sem­pre più auto­ri­ta­rio e sem­pre più sbi­lan­ciato a destra della nostra vita nazio­nale; vani­fi­cando pub­bli­ca­mente, dopo gli utili sforzi dell’Autorità giu­di­zia­ria e del Par­la­mento, la bar­riera, che dovrebbe essere inva­li­ca­bile, fra vita pub­blica e corruzione.
Ora, è chie­dere troppo che, dopo essersi pro­nun­ciati quanto mai oppor­tu­na­mente sul famoso 3% ci si pro­nunci sul Patto del Naza­reno? Un’occasione più grande per farlo, più grande di qual­siasi altra, ci sta venendo incon­tro a passi da gigante: l’elezione del Pre­si­dente della Repub­blica. La domanda è: si può accet­tare che il nuovo pre­si­dente della Repub­blica nasca dall’accordo con­sen­suale del (cosid­detto) centro-sinistra con… con… (molti appel­la­tivi ven­gono in mente, ma tanto nomini nul­lum par elo­gium) con Sil­vio Ber­lu­sconi? Non è pro­blema di nomi (di cui si fa un dispen­dio senza limiti, forse per nascon­dere, per nascon­dersi, il vero noc­ciolo del pro­blema). Infatti: chiun­que salisse al Qui­ri­nale sulla base di tale accordo ne usci­rebbe irri­me­dia­bil­mente infan­gato per tutto il corso del suo man­dato: sarebbe sem­pre, e in tutte le con­di­zioni, sot­to­po­sto al ricatto del 3%, o a uno dei molti altri pos­si­bili ricatti del 3%, che alli­gnano nel brodo di col­tura del Patto del Naza­reno. Non sarebbe dun­que il caso di spo­stare l’attenzione su que­sta tema­tica, che, diver­sa­mente dall’altra non è epi­so­dica ma decisiva?
Sono stato col­pito, — per una volta molto posi­ti­va­mente, — dalle rea­zioni della grande stampa d’informazione e di una parte di quella tele­vi­siva (quella libera, natu­ral­mente) di fronte al caso della norma che depe­na­lizza sotto una certa soglia le frodi fiscali, — pas­sata ormai uni­ver­sal­mente alla sto­ria come il comma del 3%, che, una volta appro­vato, avrebbe resti­tuito a Sil­vio Ber­lu­sconi il pieno eser­ci­zio dei suoi diritti poli­tici e civili (val­gano, per tutti gli altri, arti­coli esem­plari come quelli di Anto­nio Polito sul Cor­riere della sera del 6 gen­naio e di Clau­dio Tito su la Repub­blica del 7). Con­ti­nua invece a sor­pren­dermi, — anzi, a que­sto punto, dopo tali prese di posi­zioni libere e severe, mi sor­prende ancora di più, — che, una volta indi­vi­duata la natura cla­mo­rosa (e, dicia­molo pure, ver­go­gnosa) dell’errore (errore?), non si risalga ancora alla fonte dell’errore. Tale fonte ha un nome pre­ciso, e non è molto dif­fi­cile sco­varla e descri­verla: si chiama il Patto del Nazareno.
Non è solo sugli aspetti etico-politici di tale scelta che vor­rei richia­mare l’attenzione: se Sil­vio Ber­lu­sconi, dopo con­danne ed espul­sioni esem­plari dal Par­la­mento, è stato recu­pe­rato ad un pres­so­ché pieno agire poli­tico, e alla sua dimen­sione di Capo influente e dia­lo­gante (non a caso, gli incon­tri si sono svolti nella sede nazio­nale del Pd, da cui quel nome pieno di fascino, come dire, ecu­me­nico), lo si deve non alla misura age­vo­lante del 3%, ma, appunto, al Patto del Naza­reno (causa per­sino, a voler essere più rea­li­sti del re, di una mor­ti­fi­ca­zione ecces­siva per gli alleati di Governo, il Ncd, che almeno se n’erano andati dal Padre Padrone, sbat­tendo la porta).
E non è nean­che per­ché, a voler essere più pre­cisi di quanto le stesse prese di posi­zioni cri­ti­che, ben posi­tive e ben arri­vate, di que­sti giorni non dimo­strino, cosa ci sia dav­vero nel Patto del Naza­reno nes­suno di noi lo sa (potreb­bero esserci dieci, venti 3%, ed è ipo­tiz­za­bile che da un certo momento in poi nean­che tali e anche più robu­ste pro­te­ste riu­sci­reb­bero più a sbar­rare la strada al nostro, per tutti i versi ano­malo, Pre­si­dente del Consiglio).
Ma per­ché il Patto del Naza­reno ha scon­volto e inqui­nato, e sem­pre più inqui­nerà, tutte le moda­lità (“moda­lità”, dico, per­sino indi­pen­den­te­mente dai con­te­nuti con­creti delle sin­gole pro­po­ste e delle sin­gole leggi) della vita poli­tica e civile ita­liana: strap­pando bru­tal­mente al Par­la­mento le sue pre­ro­ga­tive; umi­liando, e alla fine per­sino distrug­gendo, l’unica forza poli­tica, il Pd, che fino alle ultime ele­zioni sem­brava (sia pure mini­ma­mente) in grado, con il con­senso degli ita­liani, di tirare il paese fuori da que­sta melma; pre­fi­gu­rando (v. la pros­sima legge elet­to­rale, l’Italicum) un cam­mino sem­pre più auto­ri­ta­rio e sem­pre più sbi­lan­ciato a destra della nostra vita nazio­nale; vani­fi­cando pub­bli­ca­mente, dopo gli utili sforzi dell’Autorità giu­di­zia­ria e del Par­la­mento, la bar­riera, che dovrebbe essere inva­li­ca­bile, fra vita pub­blica e corruzione.
Ora, è chie­dere troppo che, dopo essersi pro­nun­ciati quanto mai oppor­tu­na­mente sul famoso 3% ci si pro­nunci sul Patto del Naza­reno? Un’occasione più grande per farlo, più grande di qual­siasi altra, ci sta venendo incon­tro a passi da gigante: l’elezione del Pre­si­dente della Repub­blica. La domanda è: si può accet­tare che il nuovo pre­si­dente della Repub­blica nasca dall’accordo con­sen­suale del (cosid­detto) centro-sinistra con… con… (molti appel­la­tivi ven­gono in mente, ma tanto nomini nul­lum par elo­gium) con Sil­vio Ber­lu­sconi? Non è pro­blema di nomi (di cui si fa un dispen­dio senza limiti, forse per nascon­dere, per nascon­dersi, il vero noc­ciolo del pro­blema). Infatti: chiun­que salisse al Qui­ri­nale sulla base di tale accordo ne usci­rebbe irri­me­dia­bil­mente infan­gato per tutto il corso del suo man­dato: sarebbe sem­pre, e in tutte le con­di­zioni, sot­to­po­sto al ricatto del 3%, o a uno dei molti altri pos­si­bili ricatti del 3%, che alli­gnano nel brodo di col­tura del Patto del Naza­reno. Non sarebbe dun­que il caso di spo­stare l’attenzione su que­sta tema­tica, che, diver­sa­mente dall’altra non è epi­so­dica ma decisiva?
- See more at: http://fondazionepintor.net/politica/asosrosa/patto/#sthash.NU7MSP8G.dpuf

Nessun commento: