Altra Europa. Dall'affollato
appuntamento al Nuovo cinema Nosadella scattano i due mesi per aderire
sul sito listatsipras.eu al manifesto “Siamo a un bivio”, ma anche alle
sue integrazioni, agli emendamenti, o alla proposta alternativa dei
comitati movimentisti. Esame finale, in vista dell'assemblea costituente
di marzo.
Una casa non si costruisce in un giorno. Se poi vuole essere
quella “della sinistra e dei democratici italiani”, gli ingegneri,
architetti, geometri, muratori, imbianchini, elettricisti,
idraulici e arredatori che ci lavorano hanno molti problemi
supplementari da affrontare e risolvere. Compresa una
compatibilità ambientale della struttura all’altezza delle
ambizioni. Perché l’obiettivo è quello di presentare all’intero
paese, e alla sua sempre più frantumata società, una proposta di
aperta rottura con lo stato delle cose. Di alternativa al liberismo
che negli ultimi 40 anni l’ha progressivamente fatta da padrone in
quasi tutto il pianeta. Con i risultati noti, a partire dall’aumento
esponenziale delle disuguaglianze. Con pochissimi sempre più
ricchi, e la moltitudine ormai sconfinata degli “have nots”.
Così, dopo l’affollata, coinvolgente giornata di domenica,
appaiono quasi fisiologiche le tensioni del lungo sabato notte
dell’assemblea dell’Altra Europa. “E’ stato un grande e faticosissimo
esercizio di democrazia”, riepiloga Massimo Torelli. Al termine
del quale sono scattati i due mesi durante i quali la proposta
(ampiamente) più sottoscritta — il manifesto “Siamo a un bivio” —
ma anche le sue integrazioni, gli emendamenti, e la proposta
alternativa del gruppo di comitati locali più “movimentisti”,
verso i quali va avanti l’offerta di far parte del nuovo “comitato
operativo di transizione”, si offrono al banco di prova finale.
“Tutti siamo stati d’accordo nel proporre l’intera gamma delle
posizioni emerse in questi giorni – spiega Roberta Fantozzi – e le
adesioni che saremo capaci di avere diranno quanto questo progetto
viva nel paese”. Tutto sul sito “listatsipras.eu”. Dove, ai 1.500 che
hanno già fatto conoscere il loro giudizio, l’Altra Europa punta ad
aggiungere nelle prossime settimane almeno uno zero.
La frenetica sera del sabato ha finito per confondere anche il
cronista del manifesto, che ha coinvolto loro malgrado i giovani
di Act in una discussione da loro impostata in modo del tutto diverso.
Con la richiesta, casi mai, di un rinnovamento del modo con cui la
politica odierna opera: “Le dinamiche pattizie, dall’alto,
soffocano – ha osservato al riguardo Claudio Riccio – d’altronde
i movimenti solo dal basso non bastano”. Parole lucide ma comprese
solo a fatica nella discussione notturna, quando l’assemblea ha
lasciato il Nuovo cinema Nosadella e si è trasferita in una sala
vicina. Lasciando il passo, ironia del caso, agli spettatori di
“Exodus”. Del biblico, accidentatissimo viaggio di Mosè e del suo
popolo per tornare nella terra di Abramo.
Sul piano del metodo comunque il sabato notte ha portato
a ritrovare interlocuzione politica fra tutte le componenti
dell’assemblea. Pronte, a quel punto, a prendere parte ad una
interessantissima sessione domenicale. Segnata dalla
concretezza dei temi in discussione, a partire dalla questione del
debito con gli interventi di Felice Roberto Pizzuti, Luigi Pandolfi,
Ugo Boghetta. Poi a una lucida disamina del jobs act fatta da Pier
Giovanni Alleva. E con l’ennesima dimostrazione della popolarità
e necessità del conflitto sociale, a giudicare dagli applausi alle
testimonianze di lotte e vertenze nel paese: dalla Fiom alle
resistenze contro le privatizzazioni, lo Sblocca Italia e le
grandi opere. Oltre che le campagne per il reddito e il lavoro e per
la scuola pubblica in Italia, insieme alle mobilitazioni europee
di Bloccupy contro la Bce fatta dal Tpo, a quella proposta da
Giuseppe Petrella, e le altre campagne contro il “TTIP” e la
“Fortezza Europa”.
“Per me l’unità è la capacità di costruire connessioni – tirava le
somme nel frattempo l’europarlamentare Eleonora Forenza, sempre
presente in ogni momento dell’assemblea – per una sinistra che riesca
ad avere un potere diffuso nella società”. La ratio ultima, a ben
guardare, dal manifesto “Siamo a un bivio”, da lei firmato insieme
fra gli altri a Curzio Maltese, Marco Furfaro, Paolo Ferrero
e Gianni Rinaldini. Mentre il finale è stato tutto di Argiris
Panagopoulos di Syriza: “Scappo via – ha detto provocando
un’ovazione – perché siamo al 35% e se andiamo tutti in Grecia si
arriva al 36%. E ricordatevi di portare con voi le bandiere
dell’Altra Europa”.
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