di Andrea Barcariol, Intelligonews – Non usa giri di parole Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, intervistato da IntelligoNews, per condannare i leader europei che ieri hanno partecipato alla marcia a Parigi.
La marcia di ieri a Parigi è servita a ricompattare l’Europa
delle falle sulla sicurezza e delle differenti politiche
sull’immigrazione?
«E’ stata una manifestazione molto positiva per due elementi. Il
primo, l’idea su cui è stata convocata, quello che i francesi chiamano
lo spirito repubblicano: libertè, egalitè, fraternitè. Il secondo, sono i
due milioni di persone che hanno partecipato, un enorme evento di
popolo che ha risposto non chiudendosi alla Le Pen, ma con civiltà. I 60
incravattati alla testa della manifestazione sono il fatto minore,
quelli in larga parte sono il problema non della soluzione. Per dirne
una, le forze legate ad Al Qaeda che combattono in Siria insieme
all’Isis sono state finanziate e rifornite di armi anche dai Paesi
europei, non solo dagli Stati Uniti. A volte si dice che è dietrologia
ma, ad esempio, quando c’era il governo Letta, ci fu una riunione dei
ministri degli Esteri europei, a cui partecipò la Bonino, e non si
riuscì a trovare un accordo per fare l’embargo della vendita delle armi.
L’Isis adesso è un vero e proprio esercito con soldi, legami, campi di
addestramento perché l’Occidente gli ha dato una mano, in funzione anti
libica prima, anti Saddam Hussein. Hanno finanziato e armato questa
gente che adesso, come dice la Clinton, gli è sfuggita di mano».
Come giudica l’assenza di Obama?
«E’ una risposta complessa. E’ evidente che c’è un punto politico
anche in questa scelta ma non voglio attribuire a un’assenza un
significato generale. Diciamo che gli Stati Uniti, ancora più che i
Paesi europei, hanno finanziato e messo in piedi gruppi islamici
militari è una cosa nota dai tempi dell’Afghanistan».
Il messaggio che è uscito ieri è che per combattere il terrorismo serve più Europa. E’ d’accordo?
«Questi signori quando parlano di più Europa parlano di più
Europa delle banche che produce esattamente l’effetto opposto:
emarginazione, povertà, per questo dico che sono loro il problema più
che la soluzione. C’è bisogno di un’Europa con una capacità di giustizia
sociale e un rapporto di cooperazione positiva con i Paesi del Nord
Africa e del Medio Oriente e con un ruolo di neutralità e indipendenza
rispetto agli Stati Uniti. Questo non ha niente a che vedere con la
Merkel e Hollande che fanno i servi scemi degli Stati Uniti e praticano
politiche devastanti sia sul piano imperiale sia sul piano economico.
Quando loro dicono: più Europa io mi metto le mani nei capelli perché
vuol dire che stanno preparando un’altra fregatura. Bisogna cambiare
l’Europa ma nel senso che dice Tsipras».
Gli accordi di Schengen vanno rivisti?
«Penso che vadano rivisti per altri motivi, ma non è questo il
punto. Il problema è che le forze di Polizia devono essere messe nelle
condizioni di perseguire i terroristi e gli elementi per poterlo fare li
hanno. Bisogna seguire i terroristi che sono in Europa, smettere di
armare gli eserciti che sono il loro retroterra e isolare il terrorismo.
Ciò vuol dire più integrazione, più dialogo, più lavoro e politiche
economiche diverse ».
Si parla tanto di perdita di identità dell’Occidente, quali sono questi valori intorno a cui ricompattarsi?
«C’è una mezza verità e un’enorme menzogna. E’ indubbio che
l’Europa oggi ha perso gran parte dei suoi valori, questa è la mezza
verità, ma quali sono i valori che ha perso? Il cattolicesimo
tradizionale, quello che faceva abortire clandestinamente le donne o che
faceva morire la gente perché non si poteva usare il preservativo? Io
penso che l’Europa ha perso i suoi valori che erano quelli di un’Europa
basata sulla pace, sulla giustizia, sulla fratellanza dei popoli, nata
dalla lotta di liberazione dal nazifascismo e affogata da questo
neoliberismo degli speculatori in nome dei valori individualistici.
L’Europa ha perso la sua anima perché l’ha venduta alle banche e alla
finanza. I valori sono la ripresa dello spirito che vuol dire libertè,
egalitè e fraternitè, cioè libertà, democrazia, giustizia sociale,
welfare, capacità di guardare agli ultimi, come negli anni 50-60-70,
quando l’Europa era all’avanguardia e non alla deriva. Se la domanda è:
l’Europa ha perso i suoi valori? La risposta è sì. I suoi valori sono
Giovanna d’Arco e Ratzinger che parlava contro l’Islam? La risposta è
no. I suoi valori sono quelli della resistenza al nazifascismo e delle
costituzioni democratiche dopo il 1945, che sono state la fase migliore
dell’Europa. Da lì dobbiamo ripartire».
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