Bussarono. L’usciere aprì la porta della sala del consiglio dei
ministri e fece accomodare il richiedente. Entrò il nulla. Si chiamava
Gianfranco Polillo. Costui in una intervista – guarda caso – a «Libero»
della famigliola, sì, quella, avete capito bene – siete molto
intelligenti – ha la sfrontatezza di pontificare che «Stiamo vivendo al sopra delle nostre possibilità. E naturalmente non possiamo permettercelo. Bisogna ridurre i consumi» .
Colpisce l’avverbio «naturalmente» detto da chi se n’è sempre fregato
delle conseguenze delle sue azioni. Poi è impressionante il «plurale
maiestatico», come se mettendosi insieme a noi, diluisse le sue
responsabilità che sono sue, solo sue e «naturalmente» sue.
Polillo! Chi era costui? E’ colui che pontifica in tutte le
trasmissioni tv e dispensa perle di cretina ovvietà. Dal 2001 è sempre
stato dalla parte del Berlusconi: Capo della Segreteria Tecnica del
Ministro dell’Economia e delle Finanze e poi Capo del Dipartimento
Economico di Palazzo Chigi. Per arrotondare il magro stipendio nel
frattempo insegna politica industriale e politica finanziaria presso
diverse università. E’ meglio due stipendio che uno solo.
Se non lo ricordate, è lui che ha proposto di diminuire le vacanze per aiutare la crescita
perché gli Italiani lavorano poco, secondo lui, che nella vita non ha
fatta una beata mazza di niente, ma ha sempre mangiato pane e
companatico pubblico. Oggi è sottosegretario all’Economia in quota Pdl, è
uno cioè che è responsabile del disastro economico in cui versa
l’Italia di Monti-Unus et Bis.
Ora, il Polillo dice il contrario, esattamente come il suo mentore:
bisogna tifare la decrescita, altrimenti il popolo scoppia e se fa boom!
– quello stesso che il Quirinale non sente – si fa male. Chissà perché
la DECRESCITA è sempre a carico dei lavoratori, dei pensionati, delle
casalinghe, dei precari e dei «panda» che sono rimasti a reddito fisso e
mai dei Polillo di turno e dai loro stipendi.
L’Italia è a vocazione suicida: Monti sta finendo di distruggere
l’Italia e gli Italiani se lo cuccano e se lo cincischiano anche. A
quando andare a cantagli la ninna nanna a turno? Una Provincia a
settimana per quattro volte al mese, non sarebbe male!
Credo di essere disposto a sopportare la crisi, a mangiare pane e
cipolla per dieci anni – la cicoria, no, perché l’ha mangiata tutta
Rutelli –, ma non sono disposto a sopportare Polillo che pontifica sulla
decrescita, dopo avere governato per 21 anni e sempre in irresponsabilità economiche.
E’ un segno dei tempi! Le persone più insulse, più inadeguate come i
«tecnici» – o per dirla alla milanese «i tenici» – sono quelli che senza
rendere conto al Paese lo stanno liquidando come Democrazia, come
Sociale, come Futuro, come Lavoro, come Sogno. Guardate il ministro
della cultura: non esiste nemmeno e intanto, attorno a lui, tutto
crolla. Eppure tutti decantarono le doti del Rettore della Cattolica,
uomo sensibile e colto. Inesistente, inconcludente, incapace. Inc.
Un altro «tenico» che dovrebbe risolvere i problemi della gente è
Catricalà. Si dice che la moglie lo vada cercando sotto l’arco di Tito:
«Catricaqua, Catricaqua, Catricaqua», ma lui non si trova perché
impegnato ad aiutare la Polverini per votare in aprile, lasciandola
così dilapidare alcuni mesi in più quello che resta della Regione Lazio.
Anche Catricaquà è un fedele di Gianni Letta a servizio permanente
presso il governo Monti per difendere gli interessi del padrone, facendo
finta di essere indipendenti. Signore e Signori, se vi siete persi,
niente paura: VOI SIETE QUI. In mano a questa gentaglia.
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