Ancora una volta ci tocca puntualizzare quale debba essere il ruolo
delle forze dell’ordine nelle manifestazioni di piazza. Le polizie in un
ordinamento democratico devono essere promotrici dei diritti, garanti
della libertà di espressione. Là dove le manifestazioni sono di massa la
presenza deve essere discreta e l’uso della forza deve essere
proporzionato e residuale. Là dove ci sono
frange non controllate di persone che usano violenza è compito di una
Polizia professionale e democratica isolarle, identificarle, prevenirne
le degenerazioni e proteggere chi invece protesta in modo pacifico.
Ancora una volta stiamo invece a contare i feriti, a guardare basiti
un uso indiscriminato della violenza, come se la sentenza della
Cassazione sulla Diaz non avesse insegnato nulla. Chi sbaglia paga, si
usa dire. Questo però vale per tutti. In questo momento non vorremmo che
ancora una volta prevalesse lo spirito di corpo nelle valutazioni
politiche e istituzionali.
La polizia deve prevenire l’esito violento delle manifestazioni di
piazza. Non deve punire per strada nessuno. Quello del poliziotto è un
mestiere importante. Non deve trasformarsi in giustiziere. L’eventuale
sanzione, che non può mai essere fisica, non spetta certo a chi fa
ordine pubblico. Le sanzioni in uno Stato di diritto le comminano i
giudici dopo regolari processi.
Solo il linguaggio della non violenza può rompere il circolo vizioso e
belligeno della violenza. Solo istituzioni pubbliche che si comportano
in modo fraterno tolgono terreno alla violenza. Quando invece chi ha
compiti di ufficiale dello Stato agisce con violenza (come abbiamo visto
in questi giorni in rete) costui mette in moto un meccanismo di
moltiplicazione della violenza difficilmente bloccabile. Le carriere
nelle polizie devono misurarsi su quanto poco sia stata usata la
violenza e non su quanto si è duri e spietati nelle manifestazioni.
La stessa iconografia delle polizie deve cambiare. Le tute mimetiche
devono essere messe al bando. In strada non si è in guerra. Gli occhiali
da sole e i volti truci alla Schwarzenegger devono essere banditi. I
poliziotti in piazza devono sorridere ai manifestanti. Questo gli va
insegnato. In un periodo di crisi economica come quello attuale gli
unici concorsi pubblici che si svolgono sono quelli per poliziotti. Vi
partecipano giovani laureati. Va spiegato loro chi sono Ghandi e
Capitini. Invece troppo spesso alberga ancora tra loro il mito di Rambo e
Thomas Milian.
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