Un tempo alla sinistra si chiedevano idee, programmi, progettualità,
visioni e infine azioni di governo di sinistra. Tradotto: salvaguardia e
ampliamento del welfare state, politiche per il lavoro, per
l’ambiente, diritti civili, moralità, spesa pubblica indirizzata al bene
pubblico e così via. Adesso ci si accontenta degli odori. «Voglio
sentire profumo di sinistra dalle parole di Pier Luigi Bersani»,
annuncia Nichi Vendola.
Nel mentre il reality delle primarie va
avanti appassionando le folle, tutti felici di spendere due euro per
scegliere il più carino e fotogenico (sì perché tutti e tre condividono
la stessa Carta d’Intenti, firmata peraltro pure da chi ha votato
domenica scorsa: l’avete letta?), all’orizzonte si stava l’ineluttabile
destino. E nel mentre ovunque si formano capannelli spontanei di
cittadini che si sferzano a vicenda a colpi di regole, regolette,
codicilli, certificati medici da presentare e comma dei comma para-bis,
c’è un uomo con il suo partito che si gode lo spettacolo adagiato sul
divano. Si chiama Pier Ferdinando Casini. L’uomo che incarna la
conservazione più totale, sul piano dei diritti sociali e civili.
Distratti dal fantastico concorso, gli elettori di sinistra si sono
scordati che ad aspettarli c’è lui, fedele alleato di Berlusconi prima,
fedele oppositore di Prodi poi, oppositore a corrente alternata
dell’ultimo Berlusconi, sostenitore estasiato del governo Monti
adesso. Se ne sono ampiamente scordati i militanti ed elettori di
Sinistra e Libertà, i quali in estate erano pronti a fare le barricate
(«Udc? Giammai!») e adesso, scossi dal sogno infranto, si apprestano ad
ottemperare a tutti i desiderata di Bersani – il quale com’è noto senza
l’Udc non esce nemmeno a comprare il pane. Matrimoni gay? No, Casini
dirà di no. Ritiro delle truppe dall’Afghanistan? No, Casini dirà di no.
Stop alle commesse militari? No, Casini dirà di no. Piano di edilizia
popolare? No, Casini (Caltagirone) dirà di no. Rispettare l’esito dei
quesiti referendari? No, Casini (Caltagirone) dirà di no. Ripristino
dell’articolo 18 e leggi contro la precarietà? No, Casini dirà di no.
Patrimoniale? No, Casini (Caltagirone) dirà di no. Imporre il rispetto
della legge a Marchionne e a Riva) No, Casini dirà di no. Leggi contro
la corruzione? No, Casini dirà di no.
Come si farà a “spostare a sinistra” l’asse di un futuro governo di
centro-centrosinistra con forti dosi di destra (Renzi) resta un mistero
al quale nessuno sa rispondere. O forse l’idea di Vendola è un’altra:
far eleggere in parlamento un plotone di cani da tartufo. Al posto dei
tartufi, annuseranno (se la trovano) la sinistra.
PS. Altra cosa andrebbe ricordata all’elettorato del Pd, che per anni
ha accusato Rifondazione Comunista e company di aver fatto cadere Prodi
(sicuramente la seconda volta a torto). Si scordano che ai tempi di
Prodi, Casini e i suoi stavano direttamente all’opposizione.
Renzi contro BersaniCasiniVendola
di P.F., www.controlacrisi.org
Ma quale profumo di sinistra, le primarie puzzano di
centro, e come un uovo marcio puzzano sempre di più ogni giorno che passa.
Prendiamo per esempio le dichiarazioni di Renzi delle ultime 24 ore. IrRenzi,
inutile negarlo, vince comunicative su Bersani 5 a zero, e riesce a spiazzare
con una semplice frase l'intero apparato del Pd(s) con i satelliti aggiunti.
Pensate alla faccia che hanno fatto Vendola e Diliberto nel sentire ieri sera
Renzi annunciare che se vince lui non ci sarebbe nessuna alleanza con Casini.
Oppure pensate al magone con il quale gli elettori di SEL si apprestano a
votare per un candidato, quello che profuma di sinistra, che proprio ieri sera
ha rilanciato invece a reti unificate l'alleanza PdSel con l'UDC. Roba da far
andar fuori di testa vero? Certo, ha ragione Niki quando afferma che Renzi non
ha bisogno di Casini perchè lui è Casini, ma ha torto quando non dice che
Bersani ha bisogno di Casini per governare sullo stesso impianto di Renzi. In
questa maionese impazzita delle primarie, finisce che dal punto di vista
comunicativo, l'uomo anti inciucio diventa il sindaco di Firenze, mentre tutto
il resto, viene confinato nelle vecchia politica, nell'apparato che difende la
sua sopravvivenza contro il nuovo che avanza. Così, paradosso per paradosso,
uno come Niki che aveva fatto la sua fortuna nella richiesta del rinnovamento
contro i D'alema finisce anch'egli per essere rottamato da Renzi che nel forum
di Repubblica di oggi annuncia che sul lavoro non solo lui la pensa come Ichino
(PD) ma anche il 36% di quelli che hanno votato alle primarie domenica scorsa.
Ma non è finita qui, perchè nel simpatico battibecco che ne è nato, il Sindaco
di Firenze si permette pure di ironizzare con il Presidente Pugliese su temi
altissimi come il concetto di liberismo. Renzi dice che lui è libero ma non
liberista, e rivolgendosi malignamente a Niki dice che non è stato lui a fare
l'accordo con Don Verzè. Con Casini - dice Renzi - SEL ci governa in molte
parti. Vendola incassa e reagisce menando duro, dando al sindaco di Firenze del
"giovanotto sull'orlo di una crisi di nervi", che incarna
"l'inciucio sublime fra sinistra e liberismo". Con la sua spavalderia
dice il Governatore pugliese "sta devastando il significato" della
competizione democratica. "Il rispetto delle regole -sottolinea Vendola -
è fondamento di ogni cultura della legalità, mentre il cambio delle regole in
corsa è stato un ingrediente continuo degli anni del berlusconismo".
Ps: State tranquilli, e non agitatevi troppo, il 2
dicembre, a primarie concluse tutti troveranno il giusto equilibrio per
governare insieme.
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