di Sara Lucaroni – Globalist.it
La ruggine su falce e martello? Macchè. Il comunismo è attuale, la sinistra è viva e rivendica la sua identità di fronte alle derive centriste del Pd. “Renzi ha stravinto le primarie. Adesso abbiamo un democristiano a Palazzo Chigi e un democristiano segretario del Pd”.
Paolo Ferrero, segretario uscente di Rifondazione Comunista fotografa con un tweet l’incoronazione del sindaco di Firenze alla segreteria dei democratici, a poche ore dalla compattazione delle linee politiche di Prc per la nascita di una sinistra unitaria, dialogante, refrattaria a forme di modernariato e smarcata da un Pd “che di sinistra non ha più nulla”.
E alla chiusura del IX Congresso Nazionale di Prc lancia “un processo di aggregazione della sinistra autonomo ed alternativo al centro sinistra e a quel Pd che ormai è diventato un partito moderato- dice nella relazione conclusiva. Un processo costituente, dal basso e democratico, della sinistra di alternativa, che sappia costruire l’alternativa contro questa Europa, le politiche di austerity e il governo Letta”. Non più solo patrimoniale, No Tav ed F35.
Passa il primo dei tre documenti sottoposti al voto di 380 delegati da 122 federazioni, già maggioritario nei congressi di circolo e sostenuto dalla segreteria uscente: un nuovo piano per il lavoro; uscita dalla crisi con una sinistra europea che rifiuti l’Europa dei trattati economici e della troika, colpevole di distruggere sindacato e welfare; no al disegno “presidenzialista” di Giorgio Napolitano, che “non è stato garante della Costituzione ma dei poteri forti” e opposizione al governo Letta, un “governo costituente” che ha svenduto il paese con le privatizzazioni e attua politiche di destra.
Gli stati generali umbri, convocati dopo la sconfitta alle ultime politiche e l’assenza dal Parlamento per la seconda volta di fila, non rinnovano però il gruppo dirigente. Eletti i 170 membri del Comitato Politico Nazionale, Ferrero ha proposto una nuova consultazione per eleggere segretario e dirigenti. Tutto rimandato all’11 e 12 gennaio. Intanto, con le percentuali delle primarie ancora fresche, Renzi chiarisce che “non è la fine della sinistra, ma di un gruppo dirigente della sinistra”. Più o meno le stesse parole di Fausto Bertinotti, ex segretario di Rifondazione, che su QN a proposito della certa vittoria di Renzi commentava la dissolvenza del gruppo dirigenziale del PCI e una sinistra mutata geneticamente, tutta rivolta alla cultura liberale.
Eppure, dice “la sinistra dei lavoratori, la sinistra alternativa, è come una fenice: risorge sempre dalle proprie ceneri”. Forse. Ma appare in tutta la sua forza ciò che rende irrisolti e fluttuanti i partiti attuali: la commistione (e la sopravvivenza) delle loro identità di fronte ai cambiamenti. Gli iscritti di PRC sono trentamila. “Rifondazione è viva – dice Ferrero. Anche se nei telegiornali non esistiamo”.
Nessun commento:
Posta un commento