Stella’, indica la freccia che punta a sinistra. ‘Palazzo dello sport di Albisola’, quella a destra. È questa che devi seguire, devi andare all’appuntamento elettorale per Raffaella Paita candidata alle primarie liguri per le elezioni regionali Pd. Poche centinaia di metri e ti trovi davanti i manifesti, gli striscioni, i simpatizzanti mezzi congelati. Quell’atmosfera di attesa di tanti incontri elettorali. Eppure tu, con il taccuino e la matita in tasca, senti che stai per assistere a un appuntamento particolare: stasera sarà ufficialmente sdoganata l’alleanza tra il Partito Democratico e il centrodestra scajoliano.
Un’unione di fatto che si conosceva da anni, eppure ti fa un certo effetto vedertela davanti alla luce del sole. Anzi, dei riflettori: eccola Raffaella Paita, con quell’energia un po’ elettrica di chi arriva esausto all’ultimo appuntamento elettorale. Con i toni sicuri, però, di chi sente la vittoria a portata di mano. Accanto a lei c’è Franco Orsi, prima dc, quindi Forza Italia, infine Pdl. A lungo sostenitore doc di Claudio Scajola, ma impegnato anche nelle campagne elettorali di Luigi Grillo (entrambi i leader liguri del centrodestra sono stati arrestati quest’anno). Il curriculum perfetto. Ma non è solo Orsi. C’è mezzo centrodestra savonese sugli spalti, consiglieri comunali Pdl seduti accanto a vecchi militanti Pci. C’è il capogruppo del Pd indagato per lo scandalo dei rimborsi di soldi pubblici a pochi passi dall’ex esponente di centrodestra diventato assessore regionale di centrosinistra.
Tutti a sostenere Paita. Certo, sono mesi che il centrodestra scajoliano sta salendo sul carro Pd. Prima Pierluigi Vinai, già candidato sindaco di Genova con il Pdl e il sostegno della Curia di Bagnasco. Poi ecco Roberto Avogadro, ex sindaco di Alassio (centrodestra) che sostiene Paita. Ma erano solo i primi frammenti di una valanga. Pochi giorni fa arriva un sostenitore che suscita clamore. Quell’Alessio Saso, oggi Ncd, così definito dagli stessi vertici Pd: “Oltre a essere un ex esponente di An, Saso è indagato (voto di scambio, ndr) nell’inchiesta Maglio 3 sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel ponente ligure”.
Ma oggi è diverso. Orsi è un pezzo grosso in grado di spostare centinaia di voti. Perché con sé porta i suoi uomini. Soprattutto, però, tutto avviene ufficialmente. È una vera e propria alleanza. Orsi lo sa che l’occasione è importante e delicata, dovrà pesare le parole, dovrà convincere: “Sono qui senza imbarazzi”, esordisce, “gli schieramenti si stanno rivoluzionando. Ormai è difficile pensare in termini di appartenenza. La politica e gli schieramenti non sono un fine”. Poi tocca al sindaco di Varazze (Pd), che aiuta a capire che cosa abbia cementato la Santa Alleanza: “La politica deve uscire dai partiti, sentire persone fuori dai partiti… con questa maggioranza di centrosinistra abbiamo avuto rapporti ottimi, ci hanno ascoltato, hanno risolto i nostri problemi, ci hanno dato tanti soldi”. Più chiaro di così…
Infine ecco la candidata con il tono di chi si sente vicina al traguardo. Gli scajoliani imbarcati nella sua compagine? “Ridicolo”, preferisce parlare di “alleanza tra centrosinistra e centro moderato”. Poi aggiunge: “Criticano me per questo, e non ricordano che Scajola ha pubblicamente dichiarato che preferirebbe il mio avversario Sergio Cofferati”. Di male in peggio, verrebbe da dire. Chissà se l’affermazione di Scajola era sincera o se rispondeva, come pensa qualcuno, a una sottile strategia.
Poco importa. Dopo oltre mezzo secolo è successo: un patto di Albisola, dopo quello del Nazareno. A Roma Renzi e Berlusconi. In Liguria burlandiani ed ex scajoliani (pidiellini, leghisti, duri e non sempre puri di destra). Dopo decenni una rivoluzione copernicana nella politica ligure. Sì, nella terra dei partigiani, delle Medaglie d’Oro alla Resistenza. Nella Liguria operaia e comunista.
Tutto finito. Te ne accorgi perché nel Palazzetto dello Sport una buona parte della folla numerosa applaude e amen se le primarie (e quindi l’esito finale delle elezioni) saranno decise dagli ex luogotenenti di Scajola. Te ne accorgi dal silenzio del Pd ligure. Molti tacciono, sembrano spariti nel nulla per riemergere a giochi fatti. Altri, che in privato scagliano invettive di fuoco contro Paita e i suoi nuovi amici scajoliani, in pubblico si fanno timidi come pulcini.
Allora esci dal Palazzetto dello Sport e ritorni a quel bivio: ‘Stella’, indica la freccia a sinistra. Proprio a sinistra. E dopo una manciata di chilometri arrivi in un paese mezzo deserto, davanti a una casa grigia, squadrata. Qui visse Sandro Pertini, il presidente della Repubblica partigiano. Chissà che cosa ne direbbe.
Ma stasera, 29 dicembre 2014, forse è meglio che non ci sia.
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