15 OTTOBRE: LA SINISTRA DEVE COOPERARE CON L'INDIGNAZIONE POPOLARE.
Alla fine la crisi ha chiarito molte delle cose che doveva chiarire. In tempi non sospetti, circa un anno e mezzo fa ho avuto modo tramite controlacrisi.org di segnalare quanto sarebbe avvenuto in Europa, evidenziando più volte il fatto che con la logica dell'introduzione delle regole del nuovo patto di stabilità sarebbe stato un macello sociale di proporzioni mai viste. Abbiamo chiamato questo processo " colpo di stato monetario", perchè di fatto consiste nella sottrazione della sovranità economica dei parlamenti a favore della nuova architettura europea, tecnocratica, centrata su di una visione liberista a guida tedesca. Questa nuova Europa autoritaria, nata dalla crisi, che va verso l'introduzione dell'Euro Plus Pact, segna un passaggio di fase senza precedenti nella storia, ci dice che ogni ipotesi di compromesso sociale, dalla più tenue versione socialdemocratica di redistribuzione delle ricchezze, alla visione corporativa in chiave nazionale sarà impossibile. Il criterio del debito pubblico come parametro di riferimento principale del meccanismo di rientro, il funzionamento stesso, in forma semiautomatica e numerica dei parametri dei vincoli di bilancio, rendono impossibile qualsiasi ipotesi di ricontrattazione dei parametri per il nostro paese nei confronti dell'Europa.
Questo è bene che si chiarisca, ogni governo sarà vincolato e costretto a durissime finanziarie. Dovendo insomma rendere ancora più esplicito il mio pensiero, ritengo che la via istituzionale al cambiamento dell'Europa sia preclusa, si doveva semmai intervenire in questo inverno di costruzione del patto e delle sue regole di funzionamento adesso che i buoi sono scappati è troppo tardi. In questo senso, la socialdemocrazia europea, si sarebbe potuta giocare una carta importante, ed invece ha finito per essere ancora una volta complice primaria delle scelte dei grandi capitali finanziari, sia sul piano europeo che nazionale. La sinistra radicale in Europa, è stata l'unica forza sociale che ha provato a costruire una risposta sul terreno della lotta contro l'austerity, ma essa è ancora troppo debole, anche se l'unica forza sul piano continentale che può svolgere un ruolo importante. Per questo motivo ritengo che dovremmo lavorare su tre livelli.
Il primo, di breve termine, è quello della denuncia politica rispetto alle politiche del nostro governo. Esso ha messo in campo una manovra classista senza precedenti che non tocca caste e padroni e massacra il popolo, il nostro governo invece che bloccare la speculazione l'ha lasciata libera di fare il suo gioco, annullando gli effetti stessi della manovra. In questo schema dobbiamo denunciare anche la complicità dei responsabili del centro sinistra nel non aver fatto la necessaria opposizione per impedire questo scempio.
Il secondo, di medio termine, è lavorare per la destrutturazione dell'Europa monetaria. Questo è uno dei terreni di approfondimento sui quali lavorare da subito, per le formazioni politiche e associative del vecchio continente. Per destrutturazione europea intendo l'apertura di un processo di contestazione politica all'idea di Europa così come è stata costruita e così come viene portata avanti. Il terreno di contestazione alle politiche di austerity europee e dei governi, è un terreno principale della lotta di classe del XXI secolo, soprattutto nei paesi periferici dell'Euro zona ai quali è stato legato al collo il cappio del ricatto sul modello della Grecia.
Questa discussione che Samir Amin ha aperto al seminario delle sinistra europea è la discussione principale da fare da subito, cercando di capire come e in che forma lavorare per togliere dalle mani dei banchieri di Bruxelles il nostro futuro.
Il terzo livello, che secondo me è il più importante, riguarda lo sviluppo delle nuove forme di contestazione al sistema dominante. C'è una dimensione popolare inedita di contestazione con la quale collaborare. La critica alla Casta è in fin dei conti la critica ad un sistema parlamentare borghese, che è entrato in crisi, così come lo è il sistema economico che sostiene. La critica al bipolarismo in nome del proporzionale, la richiesta di democrazia diretta, di controllo democratico delle banche, il richiamo all'esempio islandese ci parlano di uno spazio sociale in formazione di chiarissima contestazione al sistema dominante. Un filo comune lega i NO tav, il popolo dei beni comuni con gli indignados, l'idea che non deve essere il profitto di pochi a decidere il destino dei molti. Si è aperto uno spazio che eccede la stessa Europa, che assume il quadrante Euromediterraneo come luogo principale dello scontro di classe tra dominanti e subalterni. Quanto simili sono i giovani di oggi di piazza Tahirir con quelli di Atene, e Madrid. La sinistra politica deve lavorare con umiltà e rigenerarsi su questo terreno, cooperando con queste insorgenze, senza la pretesa di voler eterodirigere le manifestazioni o imporre i propri slogan. Dovremmo fare questo da pari a pari. Occorre favorire in questa prospettiva processi reali di autorganizzazione, e gli spazi pubblici di discussione che questi movimenti portano con se. Il 15 ottobre è stata lanciata la prima grande manifestazione da parte dei movimenti sociali europei contro le politiche di austerity, lavoriamo con convinzione per la sua riuscita.
Questo è bene che si chiarisca, ogni governo sarà vincolato e costretto a durissime finanziarie. Dovendo insomma rendere ancora più esplicito il mio pensiero, ritengo che la via istituzionale al cambiamento dell'Europa sia preclusa, si doveva semmai intervenire in questo inverno di costruzione del patto e delle sue regole di funzionamento adesso che i buoi sono scappati è troppo tardi. In questo senso, la socialdemocrazia europea, si sarebbe potuta giocare una carta importante, ed invece ha finito per essere ancora una volta complice primaria delle scelte dei grandi capitali finanziari, sia sul piano europeo che nazionale. La sinistra radicale in Europa, è stata l'unica forza sociale che ha provato a costruire una risposta sul terreno della lotta contro l'austerity, ma essa è ancora troppo debole, anche se l'unica forza sul piano continentale che può svolgere un ruolo importante. Per questo motivo ritengo che dovremmo lavorare su tre livelli.
Il primo, di breve termine, è quello della denuncia politica rispetto alle politiche del nostro governo. Esso ha messo in campo una manovra classista senza precedenti che non tocca caste e padroni e massacra il popolo, il nostro governo invece che bloccare la speculazione l'ha lasciata libera di fare il suo gioco, annullando gli effetti stessi della manovra. In questo schema dobbiamo denunciare anche la complicità dei responsabili del centro sinistra nel non aver fatto la necessaria opposizione per impedire questo scempio.
Il secondo, di medio termine, è lavorare per la destrutturazione dell'Europa monetaria. Questo è uno dei terreni di approfondimento sui quali lavorare da subito, per le formazioni politiche e associative del vecchio continente. Per destrutturazione europea intendo l'apertura di un processo di contestazione politica all'idea di Europa così come è stata costruita e così come viene portata avanti. Il terreno di contestazione alle politiche di austerity europee e dei governi, è un terreno principale della lotta di classe del XXI secolo, soprattutto nei paesi periferici dell'Euro zona ai quali è stato legato al collo il cappio del ricatto sul modello della Grecia.
Questa discussione che Samir Amin ha aperto al seminario delle sinistra europea è la discussione principale da fare da subito, cercando di capire come e in che forma lavorare per togliere dalle mani dei banchieri di Bruxelles il nostro futuro.
Il terzo livello, che secondo me è il più importante, riguarda lo sviluppo delle nuove forme di contestazione al sistema dominante. C'è una dimensione popolare inedita di contestazione con la quale collaborare. La critica alla Casta è in fin dei conti la critica ad un sistema parlamentare borghese, che è entrato in crisi, così come lo è il sistema economico che sostiene. La critica al bipolarismo in nome del proporzionale, la richiesta di democrazia diretta, di controllo democratico delle banche, il richiamo all'esempio islandese ci parlano di uno spazio sociale in formazione di chiarissima contestazione al sistema dominante. Un filo comune lega i NO tav, il popolo dei beni comuni con gli indignados, l'idea che non deve essere il profitto di pochi a decidere il destino dei molti. Si è aperto uno spazio che eccede la stessa Europa, che assume il quadrante Euromediterraneo come luogo principale dello scontro di classe tra dominanti e subalterni. Quanto simili sono i giovani di oggi di piazza Tahirir con quelli di Atene, e Madrid. La sinistra politica deve lavorare con umiltà e rigenerarsi su questo terreno, cooperando con queste insorgenze, senza la pretesa di voler eterodirigere le manifestazioni o imporre i propri slogan. Dovremmo fare questo da pari a pari. Occorre favorire in questa prospettiva processi reali di autorganizzazione, e gli spazi pubblici di discussione che questi movimenti portano con se. Il 15 ottobre è stata lanciata la prima grande manifestazione da parte dei movimenti sociali europei contro le politiche di austerity, lavoriamo con convinzione per la sua riuscita.
Piobbichi Francesco
www.controlacrisi.org
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