giovedì 1 novembre 2012

Pomigliano, rappresaglia di Marchionne: "Per assumere gli iscritti Fiom devo licenziare gli altri"




La Fiat mettera' in mobilita' nella fabbrica di Pomigliano 19 lavoratori per poter rispettare l'ordinanza della Corte d'Appello di Roma che obbliga ad assumere i 19 dipendenti di Fiat Group Automobiles iscritti alla Fiom. La misura è inversa, ma il metodo è esattamente lo stesso. Come nella Germania nazista Sergio Herr Marchionne utilizza la rappresaglia per governare l’azienda.
L’aveva già annunciato ieri alla fine dell’incontro con i sindacati. Nel comunicato riassuntivo chiedeva a Cisl e Uil “una difesa attiva” contro quei sindacati “di minoranza” che vogliono far saltare Fabbrica Italia. Ed oggi l’ha messo in pratica, attraverso la rappresaglia a Pomigliano. C'è da dire che nei giorni scorsi era circolato un documento in cui un gruppo di lavoratori chiedeva di firmare un appello per non far rientrare al lavoro gli iscritti alla Fiom. 
L’annuncio di oggi ha avuto l’effetto di una bomba. Non una bomba qualsiasi, ma come una perfetta bomba terroristica, lanciata nel mucchio in un posto molto frequentato nell’ora di punta.
Tra l’altro, le motivazioni addotte dall'azienda sono del tutto risibili. L'azienda - si legge nel comunicato - ha da tempo sottolineato che la sua attuale struttura e' sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di conseguenza, ha gia' dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un totale di venti giorni. Altri dieci sono programmati per fine novembre". L’ordinanza del pretore prima e della Corte di Appello, però, non diceva infatti di dover assumere ma diceva di “non discriminare”. E' cosa ben diversa. La Fiat, infatti, a Pomigliano nel reimpiantare la nuova azienda (Fip) ha accuratamente escluso di riassumere i lavoratori iscritti alla Fiom. E’ quindi ipocrisia bella e buona sostenere che “non ci sono le condizioni di mercato”. Le nuove assunzioni, infatti, risalgono a questa privavera, in piena crisi economica, quindi. Da allora ad oggi i numeri non sono cambiati più di tanto. I modelli che Marchionne cerca di piazzare sul mercato vengono schifati esattamente allo stesso modo.
Amare le reazioni del sindacato. "Cio' che Fiat sta mettendo in atto e' una azione ritorsiva, antisindacale e illegittima, per cui respingiamo qualunque idea di licenziamento", dice il responsabile nazionale Fiom, Giorgio Aiuraudo. "La Fiat ha l'impegno ad assumere tutti i lavoratori dell'ex stabilimento Giovan Battista Vico di Pomigliano a prescindere dalla loro adesione a qualunque organizzazione sindacale -aggiunge Airaudo- invitiamo pertanto tutti i sindacati a respingere questa ulteriore divisione dei lavoratori messa in atto dall'azienda".
La Fiom di Napoli parla di “atto gravissimo” e annuncia che per fine novembre ha intenzione di farsi sentire "con una giornata di lotta davanti alla fabbrica, anche per la democrazia e la liberta' e per il rispetto dei diritti in Italia. Chiederemo a tutte le forze politiche, a tutte le istituzioni, a rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo di esserci".
Parole dure anche dalla Cgil: “Un ricatto inaccettabile, una strategia vergognosa che ha il solo scopo di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri”, commenta il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada.  “A quale Fiat bisogna credere? - prosegue - A quella che ieri annunciava che non intende chiudere alcuno stabilimento o a quella che con la decisione di oggi avvia una irresponsabile campagna di licenziamenti? Se è davvero quest'ultima la risposta è assolutamente inaccettabile”. “Nel rivendicare il diritto inappellabile dei lavoratori di potersi scegliere liberamente il sindacato, e a non essere discriminati per questo, non abbiamo mai chiesto né mai pensato che altri lavoratori dovessero essere subire tale ricatto. E' solo e soltanto la vergognosa decisione - conclude Lattuada - di un'azienda che per coprire le lacune del suo piano non trova di meglio che mettere lavoratori contro lavoratori”.

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